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Omosessualità, calcio e rugby

Creato il 25 aprile 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Omosessualità, calcio e rugbyAlessandro Fiesoli per Quotidiano.net

Se c’è un’immagine sportiva forte e molto maschile, virile, è quella di un rugbista. Se c’è un rugbista che più di altri può essere preso come modello agonistico nel suo sport, questo è il capitano di una nazione del Sei Nazioni, e del Galles in particolare, dove il rugby è tradizione, storia, religione. Bene. Gareth Thomas, cento chili di muscoli allenati in infinite sedute in palestra e in migliaia di mischie come seconda linea, della nazionale gallese è stato capitano in quattordici delle cento partite giocate con la maglia del suo paese. Eppure, nel 2009, Gareth Thomas segnò la sua meta più clamorosa con un’intervista al Daily Mail: «Sono gay». Un outing difficile, rinviato nel tempo.

«Temevo, se mi fossi confidato con qualcuno, che il mondo del rugby mi ripudiasse», il suo timore, più che comprensibile. E com’è andata? «Il primo ad aiutarmi è stato Scott Johnson, il coach della nazionale. Mi ha spinto a tirar fuori il rospo, ed è stato più facile di quanto pensassi. Prima di parlare con lui, ero disperato, avevo pensato anche a buttarmi giù dalla scogliera». E con i compagni? «Avevo soprattutto paura del giudizio di Stephen Jones e Martyn Williams, altri due nazionali. Mi sbagliavo. ’Ma perché non ce l’hai detto prima?’, mi hanno chiesto, senza scaricarmi, accettandomi». Perché, a distanza di quattro anni, ricordiamo la storia di Gareth Thomas?

La risposta è legata alla cronaca delle ultime ore, alla prefazione di Prandelli al libro di Alessandro Cecchi Paone e di Flavio Pagano, «Il campione innamorato, Giochi proibiti dello sport». Detto che la seconda riga del titolo non ci piace, rievoca proprio i tabù che il libro vorrebbe combattere, riprendiamo due righe del contributo del tecnico azzurro: «Dai primi calci in parrocchia ad oggi, non riesco a quantificare le persone che ho incontrato, e mai mi sono posto il problema di come vivessero la loro sessualità. Sono sicuro che in molti la pensano come me; ciò nonostante, nel mondo dello sport, resiste ancora il tabù nei confronti dell’omosessualità». I veri scandali, nel calcio, sono altri: scommesse, trucchi, doping, gestione economica folle delle società, a cominciare dal livello degli ingaggi. Provare a combattere tabù e preconcetti ci è una questione di civiltà. Prandelli ha fatto bene ad ispirarsi a Scott Johnson, quel coach gallese. I pregiudizi sono duri da abbattere. Ma è successo nel rugby. E non è detto che non ci riesca anche il calcio.


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