E con questo post, che partecipa al venerdì del libro di homemademamma, quadro il cerchio di questi post di inizio anno.
Come dicevo, ho molto letto e molto riletto, nelle settimane passate.
Ci sono libri che ti entrano dentro, e formano il tuo carattere ed il tuo modo di pensare. Una sorta di educazione sentimentale.
Ieri come oggi, resto convinta del fatto che la lettura del Mastro Don Gesualdo dovrebbe essere resa obbligatoria nelle facoltà di Economia, al pari della visione di Wall Street.
Nella parabola, umana, economica e sociale di Gesualdo Motta, essere e avere, ausiliari grammaticali, assurgono ad ausiliari della vita.
Nelle vicende sempre dolenti di Gesualdo e Diodata, di Bianca e Ninì, di Isabella e Corrado, il tema dominante dell’avere, anche, e soprattutto, a discapito dell’essere, diventa un affresco di inusitata potenza.
Appartenente al ciclo dei Vinti, per certi versi assai più dei Malavoglia, personifica il concetto di sconfitta.
Consigliatissimo in questa epoca di falsi vincenti, compie quest’anno 125 anni senza dimostrarli.