Chi viaggia davvero cammina dentro sé stesso
Ammetto che quando ho visto Taneli Jonataan Roininen per le strade della Liguria, durante il Trofeo Laigueglia, non sapevo nemmeno chi fosse. Ma l’ho fotografato, come faccio spesso quando qualcosa o qualcuno mi colpisce. Cappellino, barba rossiccia e una bicicletta con due borsoni. Un viaggiatore.
Ho scoperto tutto qualche settimana più tardi, per caso, quando lui ha commentato la sua stessa foto che avevo pubblicato su Instagram. Il suo è molto più che un viaggio in bicicletta e lui è una sorta di Jack Kerouac dei giorni nostri.
Ecco perché gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia.
Taneli è un ragazzo finlandese di ventotto anni. E’ laureato in ingegneria e ha lavorato come ricercatore nel campo dei cambiamenti climatici. Ciclista da sempre, ama le biciclette a scatto fisso e le costruisce pure. Il suo sogno è sempre stato quello di girare il mondo. Un ragazzo come tanti, almeno fino a che decide di realizzare quel sogno. In bicicletta.
“Ho fatto per tre anni un lavoro molto stressante” racconta, “così, quando il mio socio mi ha scaricato, ho subito capito che dovevo cogliere questa occasione. Ho lasciato il lavoro, ho venduto il mio appartamento insieme a quasi tutto quello che possedevo e sono partito.”
In bicicletta attorno al mondo con niente altro se non sé stesso. Una cosa che fa pensare ai viaggi Beat attraverso l’America degli anni quaranta dei ragazzi affamati di libertà pura, di fascino, di vita. In tasca lo stretto indispensabile. Per Taneli, il budget quotidiano è di dieci euro, infatti viaggia con una piccola tenda e la maggior parte delle notti le trascorre sotto le stelle. “C’è qualcosa di speciale” spiega, “nell’essere autosufficiente, nel trovarti la strada da solo, per conto tuo e trovare un posto per campeggiare con una vista splendida”.
C’è qualcosa di speciale in questo viaggio che è completamente diverso da tutti gli altri. Sentire la terra. Ecco cosa c’è. La strada sotto le ruote, il cielo sopra la testa, il rumore della pioggia per giorni e giorni sulla plastica della tenda e i pensieri che corrono via liberi. E poi il silenzio di una notte serena, di un laghetto tranquillo, di un fiume, il luccichio di un pesce argentato.
A Taneli piace pescare, tanto quanto pedalare. Forse è sempre tutto legato al fatto dell’essere libero di provvedere da solo a sé stesso, di essere aggrappato unicamente alla strada da percorrere. La strada è vita, lo scrisse Jack nel suo On the road e divenne leggenda, manifesto di una generazione che aveva capito che solo così poteva far crescere l’anima e poteva darle da bere. Una striscia che porta dovunque: percorrerla in bicicletta significa sentire il vento sulla pelle: freddo, caldo, profumato. Ecco perché Taneli, in questo suo strano viaggio, cerca le piccole strade secondarie, quelle sterrate che gli permettano di scoprire i segreti nascosti del mondo.
“Un’altra delle cose che mi ha convinto a partire” dice, “sono state le mie condizioni cardiache. In futuro avrò bisogno di un’operazione dopo la quale, probabilmente, non potrò più andare sulle grandi montagne. Mi sono detto che era l’unica opportunità della mia vita di percorrere le strada del Pamir e del Karakoram.”
La sua avventura comincia a ottobre 2014 da Helsinki, con il progetto di restare on the road fino alla fine del 2016. “Ho attraversato Svezia, Danimarca, Germania, Francia, Spagna e poi ancora Francia” racconta, “Monaco, Italia, Slovenia, Albania, Macedonia e Grecia. A Venezia ho incontrato Dan, un ragazzo che sta facendo il giro del Mondo come me e abbiamo deciso di proseguire insieme. Ora siamo diretti in Turchia poi Georgia, Armenia e da lì sulle grandi montagne del Centro Asia, uno dei centri focali di tutto il viaggio. Dal Pakistan ho previsto di spostarmi verso il nord dell’India, nel Nepal, Bangladesh e il sud est asiatico dove ho programmato di passare l’inverno. Poi proverò a prendere una barca a vela dalla Malesia per il Nord America ma se non dovessi farcela, potrei sempre prendere una nave cargo per il Canada. Negli Stati Uniti vorrei correre la Route Divide, dal Canada al Messico e poi continuare verso Panama dove cercherò di prendere una barca per tornare in Finlandia.”
Una sorta di cartina immaginaria di un viaggio assolutamente reale. I suoi social sono una specie di diario di bordo: lui, la sua bicicletta, i luoghi che attraversa, le albe azzurrine, i tramonti, le bianche strade polverose a picco sul mare blu, la gente che incontra e sorride. Durante la prima notte in Albania lui e il suo compagno di avventura hanno chiesto il permesso a una famiglia di campeggiare sul loro terreno ma sorprendentemente sono stati invitati a dormire sotto il loro stesso tetto, hanno condiviso una cena insieme e assaggiato la loro grappa fatta in casa.
Forse anche questi sono i segreti del mondo, persone in tutti gli angoli di questa terra che condividono storie, che fanno intrecciare le loro vite, anche per una sola notte. Bastano queste cose a restituirci il senso di tutto. La mattina dopo una colazione turca con caffè e latte caldo e poi ancora la bicicletta. Pedalare e vivere, nomade su due ruote, oggi qua domani là, senza tuttavia perdere l’essenziale di ogni istante. Sulla strada, sé stessi e niente altro.
Questo è il viaggio. Questo è coraggio. Questa è vita.
Have a nice trip, Taneli.
Seguite l’incredibile viaggio di Taneli sul suo profilo Instagram @gonebikefishing
Credit photo: Taneli Roininen Support Team.