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Onnipotenza o delirio?

Da Paritismo @MgFarina

DELIRIO DI ONNIPOTENZA

di Silvia CalzolariOnnipotenza o delirio?Disegno di PVEsistono analisi, filosofiche sociologiche e storiche, indagini psicologiche sul delirio di onnipotenza. Un variegato addentrarsi. Io non ne ho le competenze, cerco solo di donare un pensiero attraverso la mia visione, sia come scrittrice, sia come persona. Con persona intendo un percepire in  obbiettivo umano egualitario, in consapevolezza di essere io come ogni essere umano presente su questa terra.Vorrei estendere la mia visione a livello generale, ma non ho la giusta percezione, analisi e statistica. Parlo del paese in cui vivo: l’Italia. Mi addentro nella società italiana e ancora di più nell’analisi del microcosmo sia mio personale che di un numero consistente di persone che me ne hanno dato testimonianza.Sono nata nel 1965. Il percorso è.  Chi fa parte della mia generazione sa che abbiamo attraversato gli anni settanta come piccoli esseri in crescita nelle ansie e in ascolto di un mondo adulto (terrorismo e altro), negli anni ottanta superficiali o meno abbiamo visto cambiamenti non epocali ma visibili seguendone il ritmo adolescenziale. Gli anni novanta traducibili come commercializzazione dell’esistenza e così a seguire, con le “atrocità” di persuasione occulta e plateale, il predominio di poteri di varia natura, essenzialmente basata sul denaro. Avere possedere mostrare esibirsi. Tecnologia, auto e abbigliamento come status.Partendo da questo i mass media (televisione in particolare) hanno avuto una suggestione ampia sull’individuo a tal punto che anche l’operaio metalmeccanico ha voluto sostenere ed emulare uno schema/sistema di ricchezza materiale come fosse l’essere sé.Ritorno al centro. Il delirio di onnipotenza (abbiamo esempi storici dai tempi dei tempi) si manifesta in ambito politico e sociale…come io posso io impongo….con conseguenze devastanti. La storia dovrebbe insegnare, ma la memoria o la scarsa cultura permette il plagio da sempre. La forza di certe individualità che si basano sulla propria ricchezza e il potere ottenuto (spesso ottenuto con disonestà) diventano un simbolo che condiziona e individui usandone i disagi (soprattutto in crisi economica e sociale). Hitler ad esempio ha saputo fare della crisi tedesca un immenso potere, giocando sui bisogni e sulla sua personalità d’ego (pur fragile nel profondo educazionale e familiare) inducendo ad azioni. La plagiabilità delle persone è da sempre. Si ha bisogno di credere in qualcosa, soprattutto quando manca la forza. Nei momenti di crisi la persona “forte” (in apparenza) quella intendiamoci di potere e subdola attrae demagogicamente nel suo mondo come senso di protezione fratellanza e protezione …la finzione. Ci sono corsi manageriali/politici ed altro per indurre a questo.La mia breve analisi non si rifà solo al contesto sociale in generale, ma anche al microcosmo (che è comunque cellula familiare e sociale).L’affettività. In questo delirio di onnipotenza il gioco è facile. Ho soldi ho potere faccio degli altri quello che voglio. Ne tocco gli ambiti li uso come voglio e mi mistifico per dar loro quello che vogliono o meglio che vorrebbero, per poi tradirli immediatamente per le mie finalità consapevole di essere quasi intoccabile. Vogliono amore glielo faccio credere, vogliono sostegno glielo faccio credere, sono sommersi da dolori io mi maschero e glielo faccio credere…per mio tornaconto personale. Il centro è condurre per mano esaltare il proprio potere, egocentrismo, in egoismo utilitario per far tabula rasa di sentimenti, umanità e soprattutto futura. TI DICO TI AMO FRATELLO UOMO..ne hai bisogno te lo dico…e ti uso… e mai ti potrai rivalere su di me non ne hai la forza.IL SENSO DI PERSONA E’ PERSO. Io sempre attendo al varco ormai, ci si difende come si può, si resiste come si può…si guarda dove possano arrivare questi esseri. Contrastare e dire, soprattutto DIRE, serve. Affermare la propria essenza in uguaglianza umana.Pur nell’utopia di deridere o sconfiggere la sindrome di onnipotenza…io non demordo…ma non mi autocelebro so che siamo in tanti…restiamo uniti…per non vedere e subire il già visto e l’esistente (sia politico che sociale che bugiardamente affettivo).

Silvia Calzolari http://silviacalzolaripoeta.blogspot.it/

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