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Onolevole ministlo Tlemonti…

Creato il 14 luglio 2011 da Albertocapece

Onolevole ministlo Tlemonti…Da ragazzino mi capitò di vedere una serie di film giapponesi di guerra che avevano uno strano andamento narrativo: i soldati del sol levante vincevano sempre per un’ora e trenta, ma nell’ultimo minuto di proiezione una qualche misteriosa ananke, causava una sconfitta devastante e definitiva.

Era chiarissimo anche ai miei 13 o 14 anni che per tutto il film si celebrava l’eroismo mentre all’ultimo subentrava la realtà storica sotto forma di punizione fatale e irrazionale. Ma certo non mi sarei aspettato di poter assistere a questa dinamica di racconto fuori dallo schermo di un cinema o dalle pagine di un romanzo un po’ bizzarro. E invece è esattamente quello che è accaduto e che proprio stamattina è stato magistralmente riassunto da uno dei protagonisti: il ministro Tremonti.

Nel 2008 come si ricorderà nessuno nel leggiadro governo che aveva appena buttato al vento 3,5 miliardi per l’operazione Alitalia, pensava alla crisi. E Tremonti che aveva fatto una finanziaria da nove minuti, aveva persino pensato di abbassare le imposte sugli straordinari che di lì a poco nessuno avrebbe più fatto. Ma quando la crisi è arrivata, l’abbiamo affrontata meglio degli altri, anzi dopo un anno eravamo usciti dalla crisi. E comunque Tremonti aveva tenuto i conti pubblici sotto controllo.

Questo fino a poche ore fa. Adesso invece lo stesso Tremonti dice che siamo sul Titanic e che il debito pubblico ci divora. Dunque il comandante che è temporaneamente sparito e il suo nostromo ci hanno mentito per la gola durante tre anni, i conti non sono stati affatto tenuti sotto controllo ed è un dato certo che siamo messi assai peggio degli altri. Però non si tratta di un film giapponese, altrimenti i protagonisti di questa angosciosa storia di incapacità e menzogne, avrebbero già fatto seppuku, infilzandosi su un katana. Si tratta di un orrendo film tutto italiano dove l’arma letale sono tarallucci e vino.

Ma che il Titanic andasse incontro agli Iceberg mentre il capitano contava i soldi e se la spassava come in un angiporto, era abbastanza chiaro perché su questo improbabile transatlantico i passeggeri di prima classe pagavano meno di quelli di terza. E anche adesso, di fronte alla manovra per tentare di evitare il naufragio, questa singolare tariffazione viene ribadita in pieno. Ma si sa adesso è il tempo di dire che siamo tutti sulla stessa barca: se i povevi pvotestano sono ivvesponsabili.

Una cosa giusta però Tremonti l’ha detta. L’eroe anticrisi celebrato fino a ieri e oggi portavoce di uno stato maggiore sconfitto e sbugiardato, ha citato Churchill a proposito della crisi greca, quella frase ben conosciuta dello statista inglese secondo cui Grecia e Balcani “producono più Storia di quella che consumano e per questo la esportano”. Giusta perché  in effetti  è l’esatto contrario di ciò che è accaduto in Italia negli ultimi vent’ anni, durante lo sgargiante immobilismo berlusconiano: abbiamo prodotto troppa poca storia e adesso questa sta arrivando tutta in una volta. Le ombre cinesi, le illusioni vendute per ridurre lavoro, salario e diritti, sono scompaginate.

Certo adesso ci vorrebbe un vero statista, ma in giro non c’è nemmeno un sosia, nemmeno  un Kagemusha in grado di fingere una capacità di guida e magari di immedesimarsi nella parte. Anzi i sosia erano proprio quelli che hanno spadroneggiato per due decenni: sosia di veri politici, di veri economisti e a quanto pare anche sosia infedeli di gente perbene.  Acclamati da sosia di veri cittadini.


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