The Father of the Glacier
e si apre la porta degli spaventi
ossea
sotto lenzuola fredde come lapidi
l’anima
matura in tante mammelle
un’ultima gravidanza isterica – ma è pelle
rancida dei decubiti, Madonna
delle morfine
(il dolore è con te)
nell’ospedale delle genti ignude
dove si aggirano muse
con occhi di granito
ti bacio il teschio, sudario d’oncologia
e si perfeziona l’odio:
il tormento della cannula endoscopica
e del mio anatema
- “ti voglio bene” – poi (applausi)
si chiude il sipario del vento