Si ricorda il congelamento da parte della maggioranza di centro destra e del Governo del disegno di legge presentato dai senatori Pietro Ichino, Anna Finocchiaro, Enrico Morando ed altri finalizzato alla trasparenza della situazione reddituale e patrimoniale dei titolari di cariche di Governo o elettive, o di cariche direttive di alcuni enti.
Nella provincia di Verona si registra per responsabilità del Pdl e Lega un arresto nel’iter di approvazione del regolamento sulla pubblicazione dei redditi e del patrimonio dei consiglieri. Si privilegia la privacy da contrapporre alla trasparenza, la quale rappresenta un fattore essenziale di innovazione ed onestà affinché i politici si presentino in ogni momento davanti agli elettori in modo chiaro e senza ombre.
Per conoscere cosa è avvenuto alla Provincia di Verona si riporta la dichiarazione di del consigliere Provinciale Lorenzo Dalai.
“Il titolo è complicato e la materia delicata. In ogni caso c'è un obbligo di legge, risalente all'epoca di Tangentopoli, al quale l'Amministrazione Provinciale non ha mai ottemperato, ossia la pubblicazione dei redditi dei componenti il Consiglio Provinciale.
Infatti Antonio Pastorello, appena eletto, quasi due anni fa, Presidente del suddetto Consiglio, si era preso l'impegno, memore dei traccheggiamenti delle precedenti legislature, di far approvare il regolamento in tempi brevi.... ma la manfrina si è ripetuta: il regolamento elaborato dagli uffici era per qualcuno eccessivamente rigoroso, quindi era da emendare, di conseguenza son nate infinite discussioni in Commissione, richieste di salvaguardare la privacy e di mettere al riparo da eventuali eccessi di tipo voyeuristico, che effettivamente potevano essere richieste anche giustificate.
Ma da qui a richiedere la pubblicazione dei soli redditi derivanti dall'incarico pubblico (ovvero i gettoni di presenza) ce ne corre! e sottolineo che l'ammontare dei gettoni di presenza percepiti è comunque un dato pubblico....
Allora, per superare l'impasse, si è delegata una sottocommissione più ristretta, che ha provveduto ad alleviare il rigore del primo regolamento. Veniva in sostanza tolta la parte patrimoniale-finanziaria; si portava quindi la delibera in Consiglio e lì, colpo di scena, il capogruppo del PdL chiede il ritorno della delibera in commissione per un ulteriore riesame.
L'ultima puntata ha visto protagonista il Presidente della Commissione (Lega Nord) che, di fronte ai mugugni di compagni di partito ed alleati, ha deciso di rimandare alla Conferenza dei Capigruppo ogni decisione in merito.
Allora mi sorge un dubbio: ma questi che non vogliono che si dia in pasto al pubblico i loro affari, non lo sapevano che esiste una precisa normativa? e se anche ne fossero stati all'oscuro, mettendosi in lista, per poi venire eletti, devono comunque sottostare agli obblighi di trasparenza che la legge, ma soprattutto i cittadini-elettori, esigono!
I Consiglieri Provinciali del Partito Democratico attendono una definizione a breve della tematica, che, purtroppo, visti gli antefatti, l'attuale maggioranza (PdL e Lega) non intende risolvere, con buona pace di chi chiede alla Politica slanci ideali e trasparenza...”.
I comportamenti e le testimonianze di Berlusconi, ispirati all’apparire e non all’essere, incidono nel modo di essere della società, la quale sta cambiando in peggio in quanto i fattori di successo normali ed onesti vengono man mano sostituiti da fattori effimeri, propagandati ed assunti da una classe politica che pensa solo a se stessa ed all’oggi e non alle prospettive future fondate sulla sincerità e trasparenza del sistema paese.
La via dell'onesta, della sincerità e della trasparenza è semplice per i cittadini onesti mentre quella dell'opacità ed del sommerso richiede impegno costante e crea caos.