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Open

Creato il 11 novembre 2013 da Missmaccabei

open-agassiIl primo capitolo di Open è bellissimo.
Io che potrei guardare per ore il tennis in TV, pur non sapendo giocare, sono riuscita, grazie alla scrittura di J.R. Moehringer (ghost writer del romanzo), a vivere l’incontro tra Agassi e Baghdatis agli Us Open 2006 come se fossi seduta in poltrona. Le prime pagine sono avvicenti, coinvolgenti e davvero affascinanti.

“Il risveglio di un campione di mezza età nella suite del Four Seasons di New York. Le voci dei figli piccoli e della moglie (Steffi Graf) che fanno colazione nel salottino attiguo. Una doccia eterna, panacea (coadiuvata da dosi massicce di cortisone) per rianimare un corpo devastato da un trentennio di atroci sollecitazioni: «Sotto il getto d’acqua calda mugolo e grido. Mi piego lentamente toccandomi i quadricipiti. (…). Sento che qualcosa comincia a risvegliarsi. La vita. La speranza. Le ultime gocce di gioventù». Il modo con cui Agassi racconta gli strazi del corpo, e le sue rare voluttà, è inarrivabile. Così come inarrivabili sono le pagine sulla preparazione dell’ultimo match contro Baghdatis – così simile e così diverso dalle migliaia di match che l’hanno preceduto. Agitazione, dolore, terrore, panico. Tutto restituito con una tale vividezza che ti pare di capire finalmente cosa diavolo significa essere un campione. E cosa si prova a esibirsi in una disciplina seguita da milioni di persone. Ebbene, questo match epico, all’ultimo sangue, dal quale il vecchio leone esce vincente per l’ultima volta” (cit. Alessandro Piperno).
Il resto del libro non mi è sembrato all’altezza. Onestamente il racconto dettagliato del padre padrone, dei suoi capelli e dei suoi amori non mi ha interessato. Men che meno la sbrodolata sulla sua fondazione per far studiare e giocare bambini bisognosi.

Detto questo, J.R. Moehringer è bravissimo.

Open di Agassi – Einaudi editore



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