Si è conclusa da pochi giorni a San francisco l’Open Source Business Conference 2011 che si è occupato di delineare un quadro aggiornato di come si è evoluto il rapporto, da sempre “conflittuale”, tra aziende e software libero.
Da questo punto di vista quello che è emerso è che la situazione sta decisamente cambiando. Oltre la metà del campione oggetto di studio, infatti, ha dichiarato che la maggior parte dei programmi che verranno implementati nelle rispettive aziende nel prossimo futuro saranno open source.
Gli aspetti che più hanno spinto le aziende a indirizzarsi verso soluzioni open source sono:
- la flessibilità tipica di questi software;
- il fattore costo, di regola molto più economico del software proprietario
- il fatto di non vincolare più l’attività dell’azienda ai “capricci” di una software house.
Sempre dallo stesso campione di studio è emerso, poi, che sta progressivamente diminuendo la diffidenza verso quelle che, tradizionalmente, sono considerate, soprattutto in ambito business, le presunte debolezze dell’open source (sicurezza e riservatezza su tutte).
A tutto questo si aggiunga il fatto che il software libero avrà un ruolo sempre più importante anche negli ambiti più in fermento i dell’intero ICT, ossia software as a service (SaaS), cloud computing e mobility.
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