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Operaio si uccide per la crisi e per il matrimonio del figlio.

Creato il 09 maggio 2012 da Laperonza

 

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La crisi, così violenta e intollerabile, talvolta offre spunti di riflessione importanti sulla nostra società e sulle cose che contano davvero e quelle che non contano ma ci distruggono la vita. In provincia di Salerno un operaio di sessantadue anni, senza lavoro dallo scorso dicembre, si è sparato una fucilata al petto lasciando scritto “senza lavoro non si vive”. E’ l’ennesimo dramma che la cronaca ci offre raccontandoci come la crisi economica stia annientando la serenità con la quale eravamo abituati a vivere fino a pochi mesi fa.

 

Ma c’è un risvolto ulteriore sul quale credo sia opportuno riflettere: i conoscenti riferiscono che la vittima di questo suicidio era assillata da seri problemi economici ma anche dall’imminente matrimonio del primogenito. In sostanza questo pover’uomo, non avendo lavoro e vivendo una situazione economica drammatica ma comune a molti, doveva anche sborsare un’ingente quantità di denaro per festeggiare il matrimonio del figlio. Piuttosto che fare un passo indietro e rinunciare agli sfarzi dei festeggiamenti, usuali in questi casi, ha preferito togliersi la vita. La vergogna non gli avrebbe consentito, probabilmente, di fare una festa di tono più basso, magari in famiglia, magari rinunciare a qualche lusso nell’appartamento degli sposi, perché la nostra società lo avrebbe additato come uno sconfitto, un poveraccio.

 

Ecco quello che conta oggi: l’apparire, l’esibire. E’ il trionfo dei finti valori. E un uomo è capace di ammazzarsi per questo. Spero che questa crisi, tra le miriadi di negatività che porta con sé, possa almeno riportarci indietro e farci comprendere ciò che conta davvero.

 

Luca Craia

 


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