Magazine Cultura

OPERATION: MINDCRIME @Traffic, Roma, 03.12.2015

Creato il 07 dicembre 2015 da Cicciorusso
Oh le le, oh la la, faccela vedè, faccela toccà!

                                                  “Oh le le, oh la la, faccela vedè, faccela toccà!”

AD, BC, Of Fire, Lives!, Inc, Spa, Stocazzo’s, Tu’madre, ecc. Quella di aggiungere un prefisso/suffisso (scritto piccolo piccolo) al nome della band originale è una delle soluzioni che oggi va per la maggiore quando si tratta di dover reclamare una eredità artistica al seguito di uno split fra membri di un gruppo. Ma sì dai, costi minori, meno battaglie legali e così ci si mangia tutti che qui siamo grandi e teniamo famiglia. Di tutte queste pantomime la migliore in assoluto, quella che aveva portato il gioco ad un altro livello era stata proprio quella legata al nome dei Queensryche. La situazione aveva assunto contorni paradossali: si era arrivati a due band dal nome identico con a seguire gli insulti a mezzo copertina… Ah, il metallo, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Quali siano state le evoluzioni che abbiano portato all’abbandono del brand originale da parte di Geoff Tate non lo so, ma fatto sta che oggi esistono dei fantomatici Operation: Mindcrime con al comando un tizio che se ne va in giro con una fregna in testa e la cui occupazione principale è produrre un vino che si chiama Insania. Però stasera Geoff Tate e compagnia sono al Traffic e a me di tutte queste storie non me ne frega più nulla, ho visto la scaletta del concerto che portano in giro e potrebbe valerne davvero la pena.

Fin dalle prime note di Revolution Calling si capisce che andrà tutto alla grande, Tate ha ancora voce ed anche il buon gusto di mettersi un cappello e un paio di occhialoni, un deciso passo in avanti rispetto a come si fa ritrarre ultimamente. La band dal punto di vista umano sembra assemblata in maniera piuttosto eterogenea (sublime la dicotomia tra il bassista con i dreadlock e il chitarrista simil-Enrico Beruschi) ma anche molto professionale, soprattutto nei suoi elementi più stagionati (alla batteria ci sta Simon Wright, per dire). Lo show è curatissimo e c’è addirittura una cantante apposita per la sezione femminile di Suite Sister Mary, la stessa tipa che ritornerà più tardi imbracciando il sax per Jet City Woman.  Alla fine, in barba ad ogni scetticismo, è stato un concerto spettacolare, un’ora e tre quarti senza bis e sceneggiate varie e con una scaletta impeccabile. Cioè, io avrei gradito anche un paio di pezzi in più da Promised Land ma siamo proprio alle preferenze personali.

Il top ovviamente è stata la riproposizione integrale di Operation: Mindcrime. Che album grandioso quello, dovrei attaccare il solito pippone su quanto questo disco abbia significato nella mia formazione e bla bla bla, ma vi invito solamente a riascoltarlo perché è davvero un lavoro epocale. Finita Eyes Of A Stranger non ho potuto fare a meno di pensare a quanto tempo butto per stare sempre appresso a cose nuove mentre forse dovrei dedicarmi un po’ di più a questi vecchi amici. Ma questa è una considerazione che di tanto in tanto ritorna,un po’ come i buoni propositi per il nuovo anno ai quali difficilmente si dà mai un seguito. Alla fine l’unico vero rimpianto della serata è che Tate il cappello non se lo sia mai tolto e quindi la passera non ce l’abbia fatta vedere.

Discussioni alla cassa:
– Domani sera cosa si può portare da tirare a Richard Benson?
– Non saprei, l’importante e che non siano liquidi perché potrebbe creare problemi con la corrente elettrica.
– Ok grazie, ma quindi pomodori o insalata?
– Sì, gli ortaggi vanno bene.
Mi raccomando ragazzi  non scordate il pollo che poi Richard si offende.

Setlist:
– I Remember Now
– Anarchy-X
– Revolution Calling
– Operation: Mindcrime
– Speak
– Spreading the Disease
– The Mission
– Suite Sister Mary
– The Needle Lies
– Electric Requiem
– Breaking the Silence
– I Don’t Believe in Love
– Waiting for 22
– My Empty Room
– Eyes of a Stranger
– Re-Inventing the Future
– The Stranger
– Burn
– Damaged
– Take Hold of the Flame
– Silent Lucidity
– The Thin Line
– Jet City Woman
– Empire



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog