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Operazione Buongustaio, colpita rete della droga

Creato il 25 marzo 2014 da Makinsud

È l’indagine più grande contro il traffico internazionale di stupefacenti, vede coinvolti contemporaneamente le forze dell’ordine di 9 paesi del mondo”. Con queste poche parole il procuratore aggiunto antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, definisce il grande successo dell’operazione Buongustaio. Durante tale operazione sono stati eseguiti 24 arresti, smantellando di fatto una delle organizzazioni più importanti nel campo del traffico internazionale degli stupefacenti.

L’operazione Buongustaio è stata condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e si è svolta contemporaneamente  in 9 nazioni, mettendo fine ad un’organizzazione che gestiva un vasto giro di cocaina importata da Sud America da parte di uomini della ‘ndrangheta. Il clan della Locride aveva contatti con irlandesi, inglesi, brasiliani e montenegrini anche loro arrestati durante il blitz, portando ad un sequestro di due tonnellate di cocaina in tutta Europa, che avrebbe fruttato circa 400 milioni di euro. La droga arrivava direttamente dal Sud America con delle navi merci nel porto di Gioia Tauro e da lì veniva successivamente inviata nelle piazze di spaccio d’Europa più importanti.

operazione buongustaio

Il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, presente a Reggio Calabria durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione buongustaio, ha affermato che è “un giro di vite forte contro i mercanti di droga. E’ stato utilizzato un modello investigativo transnazionale che può davvero rivelarsi vincente e rappresentare il futuro delle inchieste nel contrasto al traffico di stupefacenti: nove forze di polizia del mondo hanno operato in maniera sinergica con un unico obiettivo: colpire il traffico di droga e i suoi finanziatori”.

L’organizzazione criminale internazionale aveva al vertice Pasquale Bifulco e Vito Zinghinì, suo collaboratore, legati al clan di ‘ndrangheta di Natile di Careri, un centro della Locride. Bifulco grazie ad una notevole disponibilità di denaro contante era capace di fare affari in tutto il mondo e per tali motivi si era guadagnato la fiducia dei narcos sudamericani. Inoltre, Pasquale Bifulco era riuscito ad entrare in contatto con diverse organizzazioni criminali europee dedite al narcotraffico, tra cui quella presente in Olanda con a capo il montenegrino Vladan Radoman. Con questi nuovi contatti Bifulco ha organizzato un sistema di trasporto della cocaina dal Sud America efficiente, mediante la tecnica del “rip-off”, ossia collocare la droga in borsoni messi all’ingresso dei container, al fine di avere più facilità a recuperarli nei porti. Attraverso tale tecnica Bifulco e Radoman avrebbero utilizzato i principali porti europei per far arrivare la droga dal Sud America e rivenderla in tutta Europa.

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