"Operazione vespri siciliani"

Creato il 17 gennaio 2012 da Chichenonimpegna

Con l'inizio della settimana, è scattato lo sciopero dei trasporti in Sicilia "Operazione vespri siciliani". La protesta, promossa da "Forza d'urto" - il movimento nato da Autotrasportatori Aias, Movimento dei Forconi, pescatori, imprenditori agricoli e da altre organizzazioni - durerà cinque giorni, e si concluderà alla mezzanotte di venerdì prossimo. A Palermo blocchi al porto e nel primo tratto della A19 fino a Villabate. Blocchi anche nell'agrigentino. Code agli ingressi in autostrada.

<< PALERMO -Blocco totale del trasporto in Sicilia dalla mezzanotte di lunedì. L'iniziativa di protesta, che si concluderà alle 24 di venerdì prossimo, è stata promossa da numerose aziende di trasporto, strutturate e non strutturate, che hanno aderito al movimento "Forza d'Urto" che vedeva già la partecipazione degli autotrasportatori dell'Aias, del "Movimento dei Forconi, degli imprenditori del settore agricolo, dei pescatori e di diverse altre categorie. All'origine della protesta il caro carburanti che penalizza l'economia. Rallentamenti del traffico si sono registrati sulla strada statale 624 Palermo-Sciacca e sulla statale 121 tra Bolognetta e Palermo. Presidi di autotrasportatori sono stati istituiti al porto di Palermo ed a Termini Imerese. Disagi allo svincolo di San Gregorio, a Catania, e in quello di Acireale, con una lunga fila di tir fermi. Presidi sulla strada che collega Francofonte a Catania e sulla 417 per Gela. Della ventina di blocchi previsti dal Movimento, molti si concentrano nel catanese. Dal porto del capoluogo si è mosso verso la Prefettura il corteo dei pescatori aderenti al Apmp (Associazione pescatori marittimi professionali). Pesanti disagi anche nel nisseno a causa dello sciopero. I distributori di carburante del capoluogo hanno esaurito le scorte di benzina e gasolio a causa del blocco delle vie d'accesso alla città. Ieri mattina già a partire dalle 9 il traffico in entrata e uscita da Caltanissetta è andato in tilt a causa di blocchi stradali che hanno paralizzato la strada statale 640, sia nel tratto della bretella che collega l'autostrada A19 con Caltanissetta, sia all'imbocco per Agrigento. In tutta la regione già da domenica le prime file ai distributori di carburante a causa del fermo. La protesta corre anche su social network come twitter: tra gli ashtag per seguire in diretta i blocchi, #fermosicilia e #forconi. >>
Fonte Fermo degli autotrasportatori in Sicilia dal 16 al 20 gennaio 2012

<< Il costo eccessivo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata. Sono alcuni dei motivi alla base della nascita del Movimento "Forza d'urto".

La prima protesta interessa il fermo degli autotrasportatori in Sicilia dal 16 al 20 gennaio 2012.

"Noi stiamo soffrendo di piu' rispetto al resto d'Italia - ha spiegato il presidente dell'Aias Giuseppe Richichi - perche' siamo periferici. Abbiamo piu' volte chiesto l'intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall'Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro e' uno sciopero spontaneo che non produrra' alcun caos e ci auguriamo che vedra' l'adesione di tutti i siciliani. Ma e' necessario perche' ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia".

Fermo degli autotrasportatori in Sicilia dal 16 al 20 gennaio 2012
Siamo stanchi - ha aggiunto dal canto suo il leader del Movimento dei Forconi Mariano Ferro - perche' questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti" >>

Potrebbe interessarti: http://www.cataniatoday.it/cronaca/sciopero-fermo-autotrasportatori-sicilia-16-20-gennaio-2012.htm
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Fonte
La cosa più raccapricciante è che nessun Tg, neanche Striscia la notizia ne stanno parlando.... Perchè?
Io penso che facciano finta di nulla per evitare di alimentari "animi rivoluzionari" , che potrebbero far nascere rivolte in tutta Italia.
Come mai ai confini d Italia, la benzina ha un costo molto più basso ??
Come mai ieri il mio benzinaio di fiducia(?), e tutti gli altri, hanno chiuso le pompe self-service, dove la benzina costa 10 cent in meno, costringendo me, e tanti altri, a fare il pieno (visto lo sciopero) pagando 10 cent in più al litro?!
Oggi ho scoperto che.... la nostra benzina è la più cara d'Europa e il discutibile primato dipende soprattutto dalle imposte, Iva e accise, le più alte in Europa.
[da Wikipedia:
Per
accisa si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Il termine deriva dall'olandeseaccijns, che a sua volta deriva dal latinoaccensare, che significa "tassare".

È un tributo indiretto che colpisce singole produzioni e singoli consumi. In Italia le accise più importanti sono quelle relative ai prodotti energetici (precedentemente limitati solo agli oli minerali derivati dal petrolio), all'energia elettrica, agli alcolici e ai tabacchi.

L'accisa è un'imposta che grava sulla quantità dei beni prodotti, a differenza dell'IVA che incide sul valore. Mentre l'IVA è espressa in percentuale del valore del prodotto, l'accisa si esprime in termini di aliquote che sono rapportate all'unità di misura del prodotto.

Nel caso dei prodotti energetici si hanno aliquote rapportate al litro considerato alla temperatura di 15 °C, come nel caso della benzina e del gasolio, oppure al chilo come ad esempio sugli oli combustibili e dei GPL. Nel caso dell'alcole, l'aliquota fiscale è rapportata al litro anidro, cioè all'unità di volume considerato alla temperature di 20 °C, al netto dell'acqua. Ad esempio, una bottiglia da un litro di grappa a 40° contiene 1x40:100= 0,4 litri anidri, mentre il litro totale di prodotto viene detto litro idrato. Nel caso dei gas, come ad esempio il metano, l'aliquota è rapportata al metro cubo alle condizioni standard di pressione di 1 bar (100 000 Pa) e di temperatura di 15 °C. Nel caso dell'energia elettrica l'aliquota è rapportata al chilowattora.

L'accisa concorre a formare il valore dei prodotti, ciò vuol dire che l'IVA sui prodotti soggetti ad accisa grava anche sulla stessa accisa.

L'armonizzazione delle accise è stato un elemento indispensabile alla corretta instaurazione del mercato unico europeo. D'altra parte, il gettito legato alle accise è fondamentale per la fiscalità interna dei singoli Stati membri, in quanto costituisce una parte cospicua delle entrate nel bilancio di ogni Paese. Pertanto, da una parte è stato necessario disciplinare il settore con norme europee applicabili su tutto il territorio dell'Unione (Regolamenti), dall'altra è stato lasciato ampio spazio alla sussidiarietà con il recepimento da parte di ogni Stato membro della direttiva comunitaria fondamentale (attualmente la n. 2003/96/CE del Consiglio del 27 ottobre 2003), dal momento che le accise concorrono tradizionalmente alla formulazione di scelte politiche, non solamente in campo tributario, ma anche nei settori industriali, energetico, sanitario, sociale, dei trasporti e dell'agricoltura.

Il grande impatto di questo tipo di fiscalità si rileva considerando che essa colpisce prodotti tipici dell'agricoltura e degli usi alimentari di ogni Paese e prodotti cosiddetti energetici, impiegati nella produzione di beni e servizi di larghissimo consumo quali l'energia elettrica, il gas o i trasporti. Date le caratteristiche territoriali molto diverse che contraddistinguono i Paesi membri, non è stato possibile giungere ad un'armonizzazione completa, ossia colpire gli stessi prodotti con le stesse aliquote in tutto il territorio dell'Unione Europea, però si è proceduto ad armonizzare le strutture dei tributi nell'ambito di un regime generale valido in ogni Stato membro.]


Nessun altro Paese modifica le tasse sul carburante - ovviamente al rialzo - con altrettanta frequenza. Per fare qualche esempio: in Francia l’ultima variazione, per quanto riguarda le accise sulla benzina, risale a un anno fa, in Spagna dobbiamo tornare al 13 giugno 2009, in Germania addirittura al Capodanno 2003. In Italia, l’ultimo dato ufficiale pervenuto è del primo novembre scorso: ma mancano all’appello l’aumento delle accise deciso a dicembre dal governo Monti e l’ultima stangata, quella delle addizionali regionali.

In pratica, il prezzo che paghiamo alla pompa è composto da:

  • una parte «industriale» - cioè il costo della materia prima, più trasporto, stoccaggio e distribuzione, ricavo del benzinaio compreso -
  • una componente fiscale che nel corso del tempo è diventata sempre più pesante, fino a sfiorare il 60% del totale.


Ecco perché l’Italia è il Paese europeo dove rifornirsi costa di più: a dicembre, ultimo dato ufficiale, da noi la verde si avvicinava già agli 1,7 euro al litro, mentre in Germania il prezzo medio era di 1,5, in Francia poco meno e in Spagna addirittura 1,3 euro al litro.


E la corsa continua: dopo la sferzata delle addizionali regionali entrate in vigore domenica, sono le compagnie a far salire i prezzi.

I mercati internazionali, infatti, sono stati ancora fermi il 2 gennaio per le festività e quindi, da questo punto di vista, le quotazioni sono invariate. Non solo: il primato del caro prezzi, che tradizionalmente spettava al Sud, adesso tocca invece al Centro Italia, per lo meno per quanto attiene alla benzina. In quest’area, infatti, la verde arriva ormai a sfiorare la punta massima di 1,8 euro al litro negli impianti Tamoil, sui quali pesa anche un aumento dei listini di 0,6 centesimi. La media italiana, comunque, è stabile a quota 1,732 euro al litro, secondo la Staffetta Quotidiana.

Così, la Cia-Confederazione italiana agricoltori lancia l’allarme: il «caro-benzina» spinge all’insù soprattutto i prezzi di frutta e verdura, che dal campo alla tavola viaggiano per oltre l’80% su gomma, e mette a serio rischio il futuro di serre e aziende agricole. E la replica dell’Unione petrolifera, secondo cui l’impatto sul trasporto merci è relativo, perché le addizionali riguardano la benzina e non il gasolio usato dai Tir, non convince i consumatori. In 10 anni, calcola il Codacons, il prezzo della benzina ha subito un incremento del 75%, mentre il costo del gasolio è più che raddoppiato, facendo segnare +104%.

Se anche a voi, il quadro della situazione è diventato più chiaro, divulgate e passate parola, dato che ci stanno ignorando per pararsi il culo!!!!


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