Diciamoci la verità: a Montegranaro l’Amministrazione Comunale non è l’unico problema. Ce n’è un altro non meno grave, anzi, forse di più. Abbiamo un’opposizione che non fa opposizione. O meglio, cerca di farla ma non riesce. Mi riferisco, a scanso di equivoci, all’opposizione di sinistra. Ci si limita all’invettiva in Consiglio Comunale ma, finito il dibattito, si aspetta il prossimo. Non un’iniziativa, non una conferenza, non un tentativo di essere presenti tra la gente, non un articolo sul giornale, non una denuncia, non un manifesto. Faccio l’esempio dei corsi di politica ripetuti quest’anno dall’Informagiovani. Ci sarebbe da lavorare molto come opposizione su questa vicenda e invece regna il silenzio assoluto. Perché?
Eppure a sinistra una volta c’era la cultura del contatto col territorio. Perché oggi si sta chiusi in sezione? Non si va più in giro a comunicare i propri pensieri, progetti, iniziative e a cogliere i suggerimenti della gente. Non si aprono le porte delle sezioni a chi vuol dire la sua e invece ci si arrocca su posizioni antiche e stantie. Si fa quadrato intorno ad una nomenclatura che non è cambiata dai tempi della falce e martello se non di poco. Si guarda con diffidenza ogni tentativo di innovare, cambiare le modalità, gli approcci. Poi si arriva alle elezioni e si va alle primarie senza avere idea di come allargare la base perché non lo si è fatto prima. E magari poi la base sceglie un candidato non gradito alla suddetta nomenclatura e lo si boicotta. E si perde. E vince Basso.
Luca Craia