Oppure Vendola

Creato il 21 ottobre 2012 da Povna @povna

Ci sono momenti in cui il pubblico – che già dovrebbe occupare una congrua parte nella vita dell’animale sociale, sempre – deve prevalere sul privato, nettamente. E sono quelli prossimi alle scelte di rappresentanza che porteranno a organizzare il futuro del paese. La ‘povna – che pure non ha mai fatto mistero del suo tentativo di ragionare spesso secondo canoni un po’ suoi, che vedono una collettività formata da individui singoli e pensanti (secondo il vecchio modello di Libertà e Giustizia) – crede però nella democrazia indiretta. E come tale sempre ha sempre cercato di orientare la sua partecipazione politica fin da quando ha diritto di votare.
Proprio per questo, pur apprezzando le primarie come metodo (perché le sembrano un buon compromesso tra una democrazia finto-diretta che nasconde solo e soltanto populismo – vero Grillo?! – e quella indiretta, che è la forma migliore che sia dato di praticare attualmente), fino a oggi vi aveva preso parte, in prima persona, pochissimo. Perché il PD non è il suo partito (che le sembra la ragione più importante); e perché non crede nell’elezione della “brava persona”, modello collegio liberale ottocentesco, ma assai di più nelle idee di visione del mondo, mediate alla collettività attraverso l’organizzazione dei partiti.
Ma ogni teoria, convinzione, credenza deve confrontarsi con la prova dei fatti. E i fatti sono, appunto, il travolgente caudillismo che scorrazza indisturbato nelle piazze; un modo di interpretare la politica che – facendo leva sulla smemoratezza di un popolo italiano che dimentica (ne aveva già parlato qui, a suo tempo) – sbandiera il giovanilismo delle persone come se fosse novità di idee.
Proprio per questo la ‘povna il prossimo novembre andrà a registrarsi e poi a votare alle primarie, convintamente. E voterà per Vendola. Perché la persuade il suo progetto politico, che sa mediare tra la pratica dei fatti e una visione utopistica del mondo; perché, se usa la retorica nel parlare (e la usa, e anche benissimo – ma del resto è ora di riprendersi anche il significato originario di “oratoria” come capacità di costruire discorsi seri, argomentati, magari in ipotassi), le sue parole sono intrise di fatti, e consapevolezze, che la fanno ben sperare. Perché ha visto la sua corrente lavorare nella piccola città, in cui vive da vent’anni, e lavorare benissimo (mettendo competenza, intelligenza, capacità di analisi, e di allargare le maglie dei fiancheggiatori e del dialogo come elementi strutturali al loro agire e fare militanza, come dovrebbe essere a prescindere dall’età anagrafica di chi fa politica, in ogni tempo e luogo).
La ‘povna pensa che Vendola riuscirà ad arrivare al ballottaggio, e, in quel caso, andrà a votare con la stessa convinzione anche al secondo turno. Ma, se non dovesse essere, forte del suo diritto, quel giorno uscirà di casa e andrà a esprimersi lo stesso. E – facendo strame, per un giorno, di tutto ciò in cui crede, ancora oggi (e cioè, molto in sintesi: che si debba votare “per”, e non “contro”, e che, dal 1993 a oggi, il maggioritario abbia rovinato questo paese) – andrà a votare contro Matteo Renzi. Del quale, appunto, lei ricorda che non è giovane (né più, né meno di quanto lo sia la ‘povna, e qualunque persona della loro fascia di età che non sia la bambocciona Italia nel mondo occidentale), non è nuovo, né originale, né altro. Del quale ricorda il suo essere stato presidente della provincia (e lo scandalo, astutamente sopito, della piana di Castello – per chi avesse voglia, si può andare qui e qui a prendere notizie). Del quale segue, ogni giorno, il connaturato clericalismo – nonché quella sua incapacità di essere qualunque cosa oltre che “contro”, costruirsi (la ‘povna direbbe “mercurialmente”, se assimilare il dio ladro e bambino, simpatico e intelligente, a Matteo Renzi, non suonasse come una bestemmia) sostanza duttile e mutevole, che prende la forma che vorrebbe vedere chi lo sta a guardare. E al quale, soprattutto, si devono i disastri da sindaco di Firenze – e, ancora una volta, chi non sa, non ha seguito, non ricorda (anche legittimamente), prima di accettare di farsi gettare fumo negli occhi, si vada a informare.
Se, infine, tertium datur, né Vendola, né Renzi dovessero passare al ballottaggio, la ‘povna, esaurito il suo senso di civile emergenza, se ne starà a casa per il secondo turno, un po’ sollevata e un poco triste.
Ma a questo punto interviene la sua vocina politico-azionista, che le ricorda che lei è una ‘povna “fottuta migliorista”. E allora lei pensa al maggio di due anni fa, a Pisapia, ai referendum. Ed è convinta che Vendola è una scommessa che si vince, se si ha voglia di partecipare.

Con questo post, come è chiaro e evidente, la ‘povna esplicita, come già avvenuto altre volte, il suo endorsement politico attraverso Slumberland. Per chi ha voglia di dissentire, o di chiedere, o dibattere, lo spazio della discussione è come sempre aperto. Il logo a fianco rimanda al sito della campagna, dove è possibile scegliere, nel caso, in quale forma partecipare.


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