Basta un attimo, una piccolissima distrazione e… voilà! Eccola qui, la brutta figura, quella che non dimenticheremo mai e che ci porteremo dietro come un tatuaggio per il resto dei nostri giorni. Giochi di parole mal riusciti, scivoloni (fisici e non) in pubblico, bucce di banana e tante, tantissime risate. Perché nessuno, proprio nessuno, è mai riuscito a vivere una vita intera senza cadere neppure una volta.
Tra bagni intasati, equivoci e falsi maniaci, un incredibile gruppo di scrittori ha messo in piedi una vera e propria “enciclopedia delle brutte figure”. Ne emerge un variopinto e divertentissimo ritratto della società contemporanea, una radiografia a colori che, lungi dal dimenticare le grandi problematiche dei giorni nostri, ne fa uso e le rielabora per trasmettere al lettore un importantissimo messaggio di speranza: qualunque cosa accada, non dobbiamo mai smettere di ridere alla vita.
Un’antologia di racconti spassosa, ironica e dissacrante che spazia tra generi disparati e talvolta antitetici, ma che restituisce un mosaico variopinto e frizzante dell’ironia, inconsapevole, di cui, per fortuna, tutti siamo prima o poi “vittime”. L’antologia è il risultato del concorso letterario indetto dalla casa editrice Butterfly Edizioni che, grazie al passaparola e alla dinamicità e passione della sua “anima”, Argeta Brozi, sta riscuotendo consensi crescenti tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto tra i lettori, che sono poi quelli a cui bisogna sempre rispondere.
Nell’antologia è presente anche il mio racconto: L’insostenibile leggerezza del water intasato, quando “la natura” interviene, sotto “forme impensabili” per livellare il livellabile: SARANNO GRANDI I PAPI, SARANNO GRANDI I RE, MA QUANDO QUI SI SIEDON, SON TUTTI COME ME…