Quanto bello è iniziare un libro e scoprire subito qualcosa di sé che non si sarebbe mai immaginato?
Dopo poche pagine di “Litigare con metodo” di Novara e Di Chio, Erickson ed, ho scoperto che sono violenta per la mia personale adesione al terzo punto della definizione sotto riportata:
- danneggiamento intenzionale
- irreversibilità del danno
- desiderio di eliminare chi causa il danno.
Se ci sono persone che vorrei fisicamente/moralmente eliminare? Caspita, un sacco. Almeno ridurle al silenzio, direi. Poi non lo faccio per vari motivi, ciò però non significa che sia una santa donna.
Scherzi a parte, devo ricredermi anche sull’opportunità di un mio abituale intervento nei confronti di mio figlio.
Quando lo vedo litigare con qualche bambino, mi viene spontaneo intromettermi e chiedere chi ha cominciato, per poi invitare entrambi i contendenti a scusarsi.
Sbagliato!
Il conflitto è una forma di relazione.
La violenza è la rottura della relazione.
E sentite questa:
“Se oggi tra i ragazzi la violenza sembra in diminuzione, le forme di autolesionismo, che vanno dai disturbi alimentari alla compromissione corporea, dalla comparsa di malattie psicosomatiche alle dipendenze più varie, appaiono in sensibile aumento.”
Finché i bambini non si strappano la pelle l’un l’altro, può essere necessario intervenire solo per porre alcune regole. Ma al contenuto di queste regole non ci sono ancora arrivata.
Vado avanti a leggere…