Magazine Società

Ora basta! Aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti o creiamo regole più severe, diminuendone l’entità

Creato il 06 aprile 2012 da Iljester

Ora basta! Aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti o creiamo regole più severe, diminuendone l’entità

La Lega è l’ultima dei tanti esempi di come il finanziamento pubblico ai partiti (chiamato furbescamente “rimborsi elettorali”) sia un’aberrazione tutta italiana. È peraltro paradossale che un partito che non ha alcun obbligo di rendiconto, non è soggetto a controlli fiscali né a vincoli di bilancio, ottenga così tanti soldi dallo Stato e senza uno straccio di giustificazione delle spese. Soprattutto senza un minimo criterio di proporzionalità tra quanto speso e quanto incassato.

Eppure è così. Se una impresa deve giustificare anche l’acquisto di una penna ed è soggetta a tutta una serie di vincoli di bilancio, alla tenuta delle scritture contabili, ed è sottoposta ai controlli stringenti dell’Agenzia delle Entrate, e nonostante questo non ottiene uno straccio di contributo pubblico per le sue spese (e ci mancherebbe altro), il partito politico può fare (virtualmente) quello che vuole con i soldi che lo Stato gli versa una tantum e senza una reale proporzione. Cionostante — ed è paradossale — quando parliamo di imprese, parliamo di un’unità produttiva, e cioè di un’attività che produce reddito e lavoro, e dunque è un elemento attivo del mercato (tartassata). Quando parliamo invece di un partito politico, parliamo di una unità improduttiva, che non incide positivamente nell’economia, ma è parassita dell’economia, perché sfrutta le risorse pubbliche per autoalimentarsi (e non paga tasse o se le paga le paga al minimo).

Epperò, è chiaro che i partiti, nella loro accezione più teorica, hanno una loro funzione nella società, perché sintetizzano le idee e le rappresentano nelle istituzioni. Non per questo però hanno diritto ad avere privilegi, finanziamenti a pioggia ingiustificati o esenzioni da tributi e controlli sui costi sostenuti e i ricavi realizzati, gli investimenti effettuati e il reddito prodotto. Ecco perché delle due l’una: o si eliminano i rimborsi elettorali, con la conseguenza che ogni partito trova i fondi per sostenersi dove può e dove crede (fatto salve le norme antiriciclaggio), oppure è il caso di rivedere l’intera normativa in materia, provvedendo magari in una duplice direzione: ogni partito deve registrarsi in un apposito registro, deve ottenere una partita IVA, deve essere soggetto all’obbligo della redazione del bilancio (ed eventualmente dei bilanci consolidati), deve avere organi amministrativi qualificati che redigano i bilanci e deve essere soggetto ai controlli dell’autorità amministrativa per quanto riguarda le entrate e le uscite, la corretta redazione dei bilanci e il pagamento dei tributi.

Diversamente continueremo a essere un paese delle barzellette dove un giorno sì e l’altro pure i politici, nullafacenti e incapaci, ci prendono per il culo con i nostri soldi… che è peggio.

di Martino © 2012 Il Jester 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :