È inutile che ci giri intorno: tu vuoi sapere in che fase sto.
Guarda, dirtelo non mi costa niente. Sto nella fase in cui potrei fumare di tutto, tranne le sigarette.
Le sigarette hanno una brutta influenza su di me, anzi nell'ultimo mese ne hanno già avute due, a causa delle quali ho perso quasi 2 settimane di lezione e ancora ciò il mal di gola che non posso cantare, e invece volevo registrare.
Quindi questa è la fase in cui verso, vorrei sapere che te ne fai del saperlo. In questa fase io non posso fumare una cosa ricorsiva come Le sigarette.
L'altra sera per esempio. Era un bel po' dopo cena e stavo
A un certo punto mi fo: toh guarda, il sotto del mio tastierone nuovo manca di una vite.
Ah però, anche quella lì affianco non si vede.
Adesso capisco: è tutta la fila che non ostenta viti visibili, mentre quella parallela soprastante ne ha di ben evidenti. Non resta che vedere se in fondo ai buchi ce ne sono le capocchie o se quelle burlone mancano veramente.
Ma mentre tento di alzare il braccio alla ricerca di quella verità, mi si frappone una domanda ben più curiosa. Come faccio adesso io a star esaminando il sotto del mio 88 tasti provando una sensaz. di così intenso benessere, invece del fastidio di tutt'altre logiche torsioni e accosciamenti?
Ricognizioniamoci. Le mani giunte sul petto, coi polpastrelli che avvertono la piacevolezza calorifera del mio pile domestico. Campo visivo ristretto (io potevo vedere in quel momento 1 vite x volta); quand'è che si versa in tali ristrettezze dei campi visivi?
Ma soprattutto: non c'è nessun sotto di tastiera a poche decine di cm dal letto in cui ritengo di stare. Quindi questo non è quel comodo letto ma un sorprendentemente altrettanto comodo pavimento. Ho ferite? contusioni? abrasioni? convulsioni? macché. Il solito professionista dello svenimento sostanzioso, causato cioè da sostanze esogene. Prima volta in solitudine, che vuol dire niente faccia ricoperta del solito mix di acqua e sberle, ma un risveglio placido, che ti lascia concentrare coi tuoi tempi sulle vere singolarità della vita. Chissà per quanto, poi, mi è durato quel riposo ripiglievole.
È bello, avere il tempo. Io, da eterno ritardat(ari)o non ne ho mai. E anche quando ce l'ho non me lo godo, mi scivola tra i buchi delle tasche e le stimmate delle mani senza che io riesca a trattenerne quasi niente.
Ora ti dico un pensiero che non ho ancora mai detto a nessuno. Ne sono certo: a nessuno mai. Quasi sono emozionato.
La Renò 5 è una macchina senza tempo. Oh, ma guarda che foto; è uscita di produz. nel 1984 e sembra futuribile ancor oggi. Guarda che esterni, ma soprattutto, che interni.
Ma (questa però l'ho detta già a molti) mica solo la Renò 5, che ce l'aveva forse avuta come regalo dei 18 il più smart fra i miei cugini. Perché, i giradischi su cui girava Ludovico Van in certi films a orologeria? béccati pure queste di foto va', guarda che linea, che design. Quella pudica saputella di Wikipedia dice che erano di marca Transcriptors, mod. “Hydraulic”. Guarda le le Djinn Chair, Nel cui Spazio i novelli Odìssei 2001 poggiano i loro culi fantascientifici.
Roba di fine '60, produzioni senza tempo, dalle sembianze modernissime anche più di quarant'anni dopo.
Quando ti svincoli dal tempo fai sempre delle cose mozzafiato. Mi piacerebbe, sapermene svincolare a piacimento, anche solo col cervello. Quando invece nelle piaghe del tempo ci rimani aggrovigliato, te ne succedono di cotte e di crude; come quando ti sei appena rassegnato ai pantaloni due taglie più grandi che con tutta la cintura ti devono calare sul culo, che subito devi tornare a strizzarti nei jeans degli '80 che manco ti passano dal polpaccio.
Mi sa che la vera inculata dell'uomo non è quella mela della conoscenza morsicata giù in giardino, o la morte, o la Tontagna, o il digitale terrestre, o G. Ferrara.
È il tempo, trovarsene circondati e assediati e sfiancati, e non possederlo mai. Se non per il ∆t piccolo a spiacere che ti vivi (spesso inconsapevole) nel tuo presente continuous.
Animali di taglia grande o piccola ne posseggono a profusione. Te ne accorgi da come quegli ingenui, ritenendo di essere al riparo da occhi indiscreti, nei documentari rosicchiano le proprie nocciole, o si lisciano le ali colle zampe, o se ne stanno per ore posati sui fili della luce. Essi non vengono mai distolti dai loro passati o futuri, prossimi o remoti, semplici o anteriori.
Il presente, quando è vissuto con consapevolezza, dà 1 cifra di serenità. Mentre viversi con sapevolezza il passato e il futuro fa soffrire e fantasticare.
Soffrire fa schifo al cazzo, ma fantasticare è fantastico. La serenità, di suo, cià che senza le altre due cose, perfino senza il soffrire, dopo un po' è una palla.
Perlamadonna come stai: ti sei bruciato un momento di serenità raro per seguire le fasi svitate di uno svenevole contaviti inferiori alle tastiere.