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Orari negozi, missione quasi compiuta per la petizione anti-liberalizzazione

Creato il 08 marzo 2012 da Lapulceonline

negoziL’obiettivo è quasi raggiunto e la Confesercenti della Provincia di Alessandria è lì lì per cantare vittoria: la raccolta delle firme contro la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, iniziata poche settimane fa, ha già raggiunto due terzi dell’obiettivo previsto. E continua con successo. Secondo quanto viene comunicato dai rilevatori incaricati di presentare il documento, il 95% dei titolari d’impresa della città di Alessandria avrebbe partecipato alla petizione, sperando che venga adottata l’ordinanza che regolamenta le chiusure.
Anche consistenti “fette” del personale dipendente ha condiviso la battaglia sebbene  alcuni di loro, si dice- in particolare quelli che lavorano nella grande distribuzione- non firmino per timore di perdere il posto di lavoro.

Diverse, tuttavia, le preferenze nelle varie città della provincia a causa delle differenze tra i centri a reale economia turistica e le altre. Ad Acqui e Casale, ad esempio, è gradita la domenica perché c’è molto movimento di turisti e vorrebbero una giornata di chiusura obbligatoria e uguale per tutti durante la settimana.
“Da questa formativa esperienza di contatto diretto con gli operatori ci stiamo convincendo che stiamo percorrendo la strada giusta”, ha commentato il presidente di Confesercanti, Sergio Gugliermero, “e appena ordinati i dati definitivi chiederemo ai 190 sindaci della provincia di Alessandria di adottare un’ordinanza di chiusura motivata da ragioni di tutela della salute psicofisica del lavoratore, diritto sancito dalla Costituzione. Proponiamo inoltre l’elaborazione di un calendario delle iniziative concertate tra Amministrazioni comunali e sindacato dei lavoratori, così come abbiamo fatto con la città di Alessandria. Le ordinanze saranno diversificate per rispettare le esigenze territoriali, avendo come unico obiettivo la salute psico-fisica dei lavoratori e il rispetto dei diritti dei lavoratori autonomi. E’ fondamentale, inoltre, ribadire che le domeniche di apertura siano sostenute da manifestazioni, concordate con le istituzioni e gli operatori economici e di volontariato di ogni città, per permettere che la programmazione, la promozione e la comunicazione siano omogenee ed efficaci. Su questi temi siamo stiamo trovando la completa condivisione con la categoria”.
La Confesercenti, da sempre, ribadisce che gli orari completamente liberi favoriscano un solo soggetto – la grande distribuzione – a discapito dei negozi.
“In una fase economica difficile come l’attuale una liberalizzazione da far west degli orari non porta aumento allo sviluppo dell’economia del Paese, in quanto il loro allungamento non è direttamente proporzionale all’aumento della capacità di spesa delle famiglie italiane”, ha aggiunto il direttore Confesercenti, Michele Frizza.” Peraltro, in nessun Paese europeo gli orari commerciali sono completamente deregolamentati. Né vale l’argomento secondo il quale orari più lunghi favorirebbero i consumatori: l’attuale assetto ha sufficienti caratteri di ampiezza e flessibilità”.
Nel comunicato divulgato oggi, Confesercenti ha inoltre commentato con soddisfazione la dichiarazione pervenuta da Bruxelles, dove il 18 febbraio scorso è stata fondata “l’Alleanza europea per la protezione delle domeniche”. Il documento riprende l’articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che recita “Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose. Ogni lavoratore ha diritto a una limitazione della durata massima del lavoro e a periodi di riposo giornalieri e settimanali e a ferie retribuite”.
I risultati definitivi della raccolta di firme sul territorio provinciale saranno resi noti nelle prossime settimane, dopo la tabulazione finale.


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