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Orbital - Una crociera interplanetaria

Creato il 23 gennaio 2011 da Lesto82

 

 

LO SPELEOLOGO

 

 

di NICOLAS ICARDI

 

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Nell'estate del 1988 viene segnata una tappa fondamentale nella storia della musica popolare e la acid house è il nuovo genere musicale che si appresta a rivoluzionarne per sempre il panorama. La scena house d'oltremanica era in fermento già da qualche tempo. Impressionati dal successo della scena rave nel 1989 i due fratelli Phil e Paul Hartnoll di Sevenoaks (Inghilterra) formano gli Orbital. I due in sostanza fecero alla techno ciò che gli Art of Noise fecero anni prima all'hip hop: la trasformarono in un'arte raffinata di composizioni complesse affidate ad autori intellettuali. Utilizzando drum machine e tastiere rudimentali, debuttano con una serie di singoli di dance elettronica di buona presa, tra cui spicca il loro primo singolo "Chime" che raggiunge la top-20 inglese nel 1990. Ma è con i successivi singoli, "Omen" e "Satan", che i due incominciano a giocare con i campionamenti e i ritmi iniziando a plasmare il loro personalissimo stile. Pubblicano il loro album d'esordio nel 1991, "Orbital" (conosciuto come The Green Album), fu una delle opere miliari della stagione dei rave, il marchio di fabbrica è il campionamento, le continue sovra incisioni che svelano e nascondono la traccia musicale sotto una coltre di strati ritmici e melodici. L'album raccoglie anche parte dei primi singoli e le esibizioni che seguono segneranno il passaggio dalla dance all'elettronica strumentale. Dopo l'uscita dell' EP "Halcyon" nel 1992 che spingeva la musica del gruppo in direzione di una sempre maggiore lontananza dalla forma dance, è la volta dell'album "Orbital II" (1993, conosciuto come The Brown Album) che compie un altro passo in avanti, e suggella un'era intera. Dieci tracce di vita in universi lontanissimi, sondati dai due con una strumentazione analogica/digitale terribilmente avanti per il tempo. Le danze sfrenate rappresentano il passato, quell'industria sta cedendo il passo a un'arte della composizione elettronica, diventando quasi un collage e un puzzle. L'aspetto percussivo è stato rapidamente relegato in secondo piano, ed è tornato in auge l'aspetto riflessivo, sia pur in forma diversa dalla musica ambient. Nel frattempo l'intelligente proiezione in chiave techno di vibrazioni punk portano nuovo successo al gruppo, che riesce ad esibirsi con grande successo prima al festival di Glastonbury(1994 e 1995) e a Woodstock 1994. Il successivo album "Snivilisation" (1994) è forse il punto di maggiore creatività nella parabola artistica degli Orbital e viene pubblicato giusto alla vigilia dell'esplosione mondiale della musica elettronica, intesa a livello di popolarità e commerciabilità. Più lento ed elettrico dei precedenti, e impegnato sul versante dei testi, l'album fa uso creativo dei campionamenti e della contrapposizione tra atmosfere musicali differenti. Capace di spaziare dall'house all'hard-rock, l'album vede la partecipazione in alcune tracce dell'allora giovanissima Alison Goldfrapp che comparirà anche nei successivi album. Nel frattempo diventati quasi delle star, lavorano in alcune colonne sonore per film e videogiochi. Il 1996 porta al gruppo la soddisfazione per la trionfale esibizione alla Royal Albert Hall di Londra e la pubblicazione dell'album "In Sides" che segna il loro definitivo abbandono dei classici temi dance, i fratelli Hartnoll si impongono così fra i massimi sperimentatori di studio di quei tempi. I due però diventano succubi di un campionario di esperimenti al termine del quale non una sola melodia o un solo ritmo o un solo arrangiamento hanno lasciato un'impronta. Il difetto maggiore del gruppo è questa passione per i remix interminabili, che forse diverte in discoteca ma su disco finisce per stancare anche i fan più accaniti. Il seguente album "The Middle of Nowhere" (1999) conferma comunque gli Orbital tra i gruppi più vitali dell'elettronica inglese, ormai diventati punto di riferimento per la cultura rave. Meno riuscito risulta "The Altogheter" (2001) forse il peggior album nella storia degli Orbital, è una raccolta di brevi e traballanti canzoncine elettroniche. Nel 2004 in concomitanza all'uscita di "Blue Album", i fratelli Hartnoll annunciano la fine del progetto Orbital, l'album comunque denota un ritorno del gruppo allo stile che li rese famosi durante i primi anni '90: ritmiche ripetitive,strati di suoni sintetici e campionati e tracce mediamente lunghe, notevoli le collaborazioni: Lisa Gerrard e gli Sparks. I due fratelli si dedicheranno alle loro rispettive carriere soliste. Vi segnalo un'album per chi volesse avere tutti i loro successi:sono racchiusi nella bella raccolta "Orbital 20" uscita nel 2009.
Dalla loro discografia vi propongo 5 tracce:
"Belfast" traccia di apertura del'album "Orbital" (1991) si apre con i piatti che tengono un ritmo jazz, quindi un impensabile campionamento di un inno antichissimo del soprano d'opera Ildegarda von Bingen si diluisce in una sequenza di tastiere fluttuanti, i sette minuti più controversi dell'album si concedono il lusso di trascinarsi lentamente verso un finale minimalista, tanto sorprendente quanto anticonvenzionale.
"Satan", da "Orbital", intro industrial che pur entro i binari della techno ipnotica di Detroit, si consuma tra fughe di sintetizzatori e vocalizzi feroci: il brano si pone subito tra i must ballabili dei rave-party.
"Halcyon" da "Orbital II" (1993) traccia che tra cicli di gorgheggi angelici con la voce/sample eternamente frammentata e sdoppiata in unico grande sospiro, su singolo diventa un collage di undici minuti, una delle pietre miliari dell'ambient techno.
"Kein Trink Wasser", da "Snivilisation" (1994) traccia di circa 10 minuti, la sua apertura è pianistica con rapidi accordi alla Michael Nyman, ad un tratto una melodia elettro avvolgente su una base ritmica sinuosa, tra i capolavori dell'album.
"The Box", dall'album "In Sides" (1996) potrebbe essere quasi una ballata malinconica, una vera sinfonia elettronica degna del miglior Vangelis.

 

sito ufficiale

 

 

BELFAST - 1991

 

 

 

 

SATAN - 1991 - live

 

 

 

 

HALCYON - 1993

 

 

 

KEIN TRINK WASSER - 1994

Audio

 

 

 

THE BOX - 1996

 

 

 

 

 

A DOMENICA PROSSIMA...

 

 

 

 

 


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