Oggi, dopo moltissimo tempo, vorrei tornare a parlare di orchidee visto che siamo in procinto di riporle nei nostri appartamenti onde evitare danni a causa dei primi sbalzi termici che settembre ci porta. Dal momento che difficilmente la maggior parte di noi dispone di una serra dotata di umidificatori, dobbiamo sostituire questa struttura con una soluzione casalinga.Il sistema più semplice per costruire un microclima adeguato alle necessità delle nostre orchidee consiste nel sistemare i vasi su recipienti riempiti di sabbia o ghiaia o argilla espansa tenute costantemente bagnate. L’acqua, evaporando, fornirà a queste piante un buon grado di umidità. Possiamo anche accrescere questo effetto, raggruppando diverse piante in un angolo. La posizione ideale è il luogo più luminoso della stanza, magari davanti ad una finestra esposta a sud o a est. È importante che sia davanti, e non di fianco, perché le zone sui lati delle finestre ricevono poca luce. In questo modo le piante saranno ben illuminate per tutto il giorno e potranno godere anche di qualche ora di luce diretta, condizione indispensabile per far fiorire orchidee come per esempio la Cattleya e i Cymbidium. Ci sono però anche orchidee che si accontentano di situazioni meno luminose, come ad esempio i Paphiopedilum e i Phalaenopsis.Una delle cause più frequenti di insuccesso nella coltivazione casalinga di orchidee sono le annaffiature, a volte troppo frequenti, altre decisamente scarse. Quando le bagniamo eccessivamente, le nostre orchidee soffrono, le foglie diventano gialle e molli e le radici muoiono soffocate. Se sono ridotte in questo stato significa che la nostra cattiva abitudine di annegarle dura da qualche tempo ma forse possiamo ancora fare qualcosa per salvare la pianta. Sostituiamo il vecchio terriccio del vaso con quello nuovo e in futuro bagniamo meno la nostra orchidea. Anche tenerle all’asciutto, però, le fa appassire. Quando questo avviene, prestiamo i primi soccorsi bagnando bene il substrato e vaporizzando le foglie e le radici aeree. In seguito evitiamo di lasciar appassire la pianta prima di ricordarci di annaffiarla. In genere è buona regola lasciare che il substrato si asciughi parzialmente fra un’annaffiatura e l’altra. Quindi, dopo aver bagnato la nostra orchidea mettendo il vaso in un recipiente con acqua non calcarea, possiamo attendere una settimana prima di ripetere l’operazione Un sistema empirico per valutare se il substrato ha bisogno di una nuova annaffiatura è quello di pesare il vaso sollevandolo con le mani: più sarà pesante, più vuol dire che il terreno è umido.Ricordiamoci di non bagnare mai le piante che sono appena state rinvasate. Per circa un mese dopo il rinvaso, il modo per rifornire di acqua la pianta è spruzzarne le foglie una volta alla settimana. Le orchidee che vivono nello stesso contenitore da più di un anno gradiscono delle concimazioni liquide mensili.In commercio possiamo facilmente trovare dei fertilizzanti specifici per orchidee. Ricordiamoci però sempre di bagnare bene il terreno prima di concimare, perché altrimenti potremmo danneggiare le radici, “bruciandole”. Sbagliamo a pensare che, siccome le orchidee coltivate sono tutte di origine tropicale, tutte loro possano vivere e fiorire solo all’interno di soffocanti serre caldo umide. Molte di loro vivranno e fioriranno anche alle temperature delle nostre case se assicureremo loro tutte le condizioni che abbiamo visto finora e magari si svilupperanno così tanto che decideremo di dividerle per ottenerne di nuove.Prima di concludere un grazie a voi tutti per le belle email che ci avete inviato durante le vacanze estive e per le belle frasi,un grazie anche da tutta la redazione di “GiardinoWeb”.
Un buon giardinaggio a tutti:
