Quando si parla di Puglia, le orecchiette c’entrano sempre. E anche se in questo breve romanzo di Raffaello Ferrante questa famosa pasta fatta in casa non ci sia veramente, c’entrano comunque. Perché di cibo – buono, tradizionale, succulento, allettante, ittico – si parla, e pure parecchio. Perché il 24 dicembre a Bari si mangia tantissimo, benissimo, troppissimo.
Ma, titolo del libro e mia premessa a parte, Orecchiette Christmas Stori non è un libro di cucina/sulla cucina delle feste in Puglia. Perché un’altra cosa si fa, risaputamente, a Natale: si gioca. Di solito, si gioca a carte, tutta la famiglia – quella estesa i parenti di decimo grado, contenente anche i vicini con i loro animali – anche tutta la notte e soprattutto a soldi. Solo che qui, di parenti e giochi a carte se ne vedono pochi e di sfuggita, perché tutti i protagonisti di questo romanzo corale giocano molto, molto più duro e manifestano una certa allergia alle feste tradizionali.
In un countdown che porterà alla fine della serata/romanzo, ogni capitolo si apre con un essere umano, collegato in qualche modo all’altro, tutti collegati ad un unico posto: la Sala Bingo di San Pasquale. Quasi tutti ci lavorano, quasi tutti ci sono andati o ci andranno. Capirete presto che questa sala non è un posto per pensionati e vecchine, ma un luogo che dovrebbe essere vietato ai minori, nonostante ci siano anche certi bambini che lo frequentano. Roberto ci deve fare l’ennesimo turno sbagliato quella notte; Carmine, il gestore, preferisce evitare; Micky ha giusto qualche imprevisto di mezzo, così come Vincenzo, che non riesce neanche ad avvisare per l’assenza, mentre U’mazz e Nico hanno deciso di assaltare questa Sodoma rimpicciolita e barese.
Sesso e droga sono le ossessioni dei protagonisti, che si spingono ad ogni sorta di perversione e menzogna pur di raggiungere il proprio scopo; il romanzo scorre col tempo che passa, diventando sempre più simile a una corsa frenetica e allucinata verso lo schianto finale. La città di Bari, durante la “santa festività natalizia”, è lo sfondo di questo Bronx pugliese, con le sue periferie degradate come Enziteto e la guerra di petardi che si scatena a mezzanotte. Ogni pagina riserva una degenerazione o un intoppo, cui persino Roberto, unico non drogato/malato dei personaggi, si arrende, sprofondando in deprimenti pensieri di ribalta centrati sul mollare il lavoro-schiavitù.
Un romanzo pulp, bukowskiano, cinematograficamente vicino a “Via da Las Vegas”, “Fuori Orario” e “Pulp Fiction”, che cancella ogni brandello di idea del Natale che possedete, ammesso che ne abbiate.
Raffaello Ferrante, Orecchiette Christmas Stori, Round Midnight Edizioni, 2013