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Orfani - Non per odio ma per amore

Creato il 18 novembre 2013 da Flavio
Orfani - Non per odio ma per amoreOrfani N°: 2
Periodicità: mensile
Non per odio ma per amore
Uscita:16/11/2013
Soggetto e Sceneggiatura Roberto Recchioni
Disegni Alessandro Bignamini
Copertina Massimo Carnevale
Passato. La bomba interplanetaria ha distrutto gran parte della civiltà sulla Terra. Gli adulti sopravvissuti hanno raccolto gli orfani rimasti, li hanno sottoposti ad una prova massacrante ed chi ce l'ha fatta è ora a Campo Dorsoduro a diventare un soldato migliore. Bambini ed adolescenti sono programmati dalla Professoressa Juric e dal Colonello Nakamura. Una degli orfani, però, ha una vendetta da esigere dal militare di origine giapponese.
Presente. Su un pianeta ostile la fanteria spaziale e le forze d'elitè stanno cercando le città, i nascondigli, gli accampamenti degli alieni locali. La ricerca è vana, fino a quando Boyscout e Angelo non scoprono, durante una perlustrazione, una città. Illuminata dall'alba scintilla come il corpo degli autoctoni ed, in più, nasconde un mistero.
Recchioni va oltre a dove Joe Simon e Jack Kirby si erano fermati. Fa anche di peggio. Gli Orfani sono destinati a diventare super-soldati al servizio della vendetta terrestre. Già si capisce da questo secondo numero, però, che le cose non sono così semplici. Oltre a mettere in risalto un intenso cinismo dei comandanti ed una soffocata ribellione di alcune reclute, l'autore butta lì un paio di spunti per un prossimo futuro. Piano piano, intanto, iniziano supposizioni e certezze su chi sono i misteriosi Angelo, Boyscout, Mocciosa, Pistolero ed Eremita. Juno e Jonas sono i primi due e la loro dinamica di coppia è assodata. Mocciosa è evidente chi possa essere. Eremita potrebbe essere lui e pistolero l'altro, ma nessuno è al sicuro da un colpo di scena.
I disegni di Bignamini sono molto curati, ma non potevamo non aspettarcelo dopo la prova sulla miniserie Bonelli Graystorm. Quello che manca, forse, è una sorta di dinamismo scenico. Anche nelle scene d'azione sembra, quasi, che si proceda per fotogrammi in pausa; si assapora il momento, ma non la dinamica che porta a raggiungerlo. L'effetto era già osservabile nel primo numero, che sia una scelta voluta?
I colori di Annalisa Leoni sono bel calibrati. I toni permangono da una vignetta all'altra, le tinte non si sovrappongono e non appesantiscono il disegno sottostante.
La copertina di Carnevale è meno criptica del solito. Di spalle Angelo e Boyscout, da sopra un'altura, osservano una città luminescente: è quello che esattamente accade nell'albo.
Ancora nel titolo un richiamo letterario e di stile "alla De Andrè", intrigante.
Tutto lascia presagire ad un buon fumetto. Rimanete sintonizzati che dal 17 Dicembre in poi si parla del terzo numero.

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