Magazine Diario personale
Che te ridi come una Iena ridens?
<<Oddio,ho scoperto una cosa troppo divertente!>>
Cosa?
<<Tu sai che esiste Linguaglossa,vero?>>
Certo,ci son anche stata.
<<E sai che significa questo nome?>>
Avanti,sentiamo...
<<Linguaglossa non è un errore di pronuncia per "Lingua Grossa",ma significa "lingua....>>
....lingua,ovvero lingua biforcuta. Glossa deriva dal greco γλώσσα-γλώσσας, e questo rafforzativo sta ad indicare la forma di lingua della vallata su cui sorge il paese o,secondo un'antica credenza,due delle sette lingue di lava sulla quale fu costruito.<<...Ma scusa,allora perchè m'hai fatto parlare?>>
Perchè mi piace prenderti in giro. E comunque,si può anche dire "glotta".
<<Maledetta te e il liceo classico.>>
Quando hai tredici anni e devi scegliere l'istituto superiore in cui continuare a sputare sangue amaro sui libri,generalmente stili una graduatoria dei migliori istituti in base a determinate caratteristiche; la bellezza dello stesso edificio,i corsi che propone,le materie,il numero di amici/compagni che potrai ritrovare,il numero annuo di belle ragazze/bei ragazzi che si iscrivono,la distanza dalla propria abitazione,la carriera lavorativa/accademica che ne può derivare....e in quale posizione si trova,generalmente, il Liceo Classico?
Se il ragazzo prossimo all'adolescenza adora le materie letterarie,è certamente in prima posizione.
Se,invece,odia la matematica,è in terza posizione dopo Agrario e Alberghiero.
Se,al contrario,cerca solo una scuola dove fare il minimo indispensabile,si trova all'ultima posizione dopo il Liceo Scientifico.
Ma se a scegliere sono i genitori? Beh,in questo caso è al primo/secondo posto in una lista di due soli istituti: Scientifico e Classico (o Classico e Scientifico).
Ed è così che ci si ritrova inconsapevolmente vittime dell'orgoglio classicista e della presunta superiorità intellettuale che ne deriva già al momento stesso dell'iscrizione. Per quanto non si voglia aver a che fare con delle lingue morte e con le relative regole,basta davvero poco per rendersi conto che,prima o poi, esse ci torneranno utili soprattutto per far bella figura o per far colpo su qualcuno/a.
Tutto,difatti,parte alla domanda <<A che anno sei iscritto/a?>>
<<Sono al quarto ginnasio.>>
<<Hai quattordici anni e sei al penultimo anno! Come hai fatto?>>
<<In verità vi dico che il quarto ginnasio non corrisponde al penultimo anno dei comuni licei. Il ginnasio,o γυμνάσιον, classico rappresenta la chiusura di un ciclo educativo che parte dalla scuola media....bla bla bla bla....>>.
Così,di giorno in giorno e di declinazione in declinazione,tra un aoristo e una consecutio temporum,il greco e il latino si tramutano nei nostri migliori alleati contro tutti coloro i quali non conoscono la loro vera ragione d'esistere.
Benchè le traduzioni siano sempre abbastanza ostiche a causa di criteri ambigui da parte degli insegnanti (una volta è troppo letterale, un'altra è troppo libera....),l'alfabeto greco diventa immediatamente il nostro codice segreto.
Diari pregni di "Colonio Σε αγαπώ" o "Lucilla είσαι πόρνης",banchi ricoperti dalla declinazione del nostro nome,liste della spesa contenenti omega e teta in ogni dove,pensieri e aforismi scritti cercando di utilizzare sinonimi privi della lettera V (la quale non esiste nell'alfabeto greco utilizzato nei licei ,ma che in realtà prende il nome di digamma o ϝαῦ)....ovunque,insomma.Ovviamente,oltre all'acquisto della capacità grafica nello scrivere correttamente le lettere greche,la prima cosa che uno studente del liceo classico fa è quella di cercare i termini più curiosi e/o osceni nei propri dizionari,in modo da impararli a memoria e utilizzarli alla prima occasione utile.
Per esempio,un classicista qualunque non chiamerà la guaina della spada "fodero" ma "vagina";definirà un rapporto sessuale come "futuis" e chiamerà l'amica un poco isterica "uterina" (da υστερα) o "baccante"Con l'avvento del triennio e quindi della letteratura classica,il classicista doc finalmente prende pieno possesso delle sue capacità mnemoniche imparando tutti i turpiloqui,i vituperi e le frasi fatte più particolari.
E queste, ordunque, verranno infilate in un discorso qualsiasi dove,sostanzialmente,non c'entrano un beneamato coles.
Lo si sentirà esclamare "alea iacta est!" durante una partita a Monopoli;griderà "vedi,vidi,vici" dopo essersi ampiamente sfogato sulla tazza del wc,"carpe diem quam minimum credula postero" per giustificare il suo non presentarsi a scuola,usare il termine "irrumator" per offendere qualcuno così come faceva Catullo con Memmio,eccetera eccetera.
Oppure,si dilungherà in soporifere spiegazioni riguardanti la differenza tra pedofilia attuale e Παιδεία greca,rovinerà la visione del film Troy elencando tutte le date corrette e gli errori storici presenti e correggerà quei poveri stolti che non pronunciano il nome Efesto con l'accentazione dorica.
Diciamolo chiaro e tondo: noi classicisti ci sentiamo tre mentulas e mezzo.
Mezzi dei e mezzi studenti,quasi come se fossimo tutti figli di Odisseo e del suo multiforme ingegno.
Perchè,secondo il nostro credo,siam gli unici sapienti dell'intero sistema scolastico. Infatti non solo riusciamo a dire otorinolaringoiatra tutto d'un fiato,ma conosciamo anche la sua etimologia.
Noi sappiamo perchè si dice "medicinale oftalmico","pneumologia" ,"proctologo" ,"epatico","cronometro" e "barometro".
Noi non soffriamo di "calcoli renali",ma di litiasi.
Sappiamo che "ICTUS" non è solo una patologia cerebrale.
Siamo ben consapevoli dell'origine dei termini "saffico" e "lesbica".
Solo noi conosciamo cos'è realmente la satira e la differenza tra teatro greco e teatro romano.
Solo noi,insomma,ce la sentiamo tanta.
Purtroppo,però,giunti all'ultimo anno e in prossimità degli esami di stato,i classicisti si rendono finalmente conto del fatto che, all'atto delle cose, quanto studiato non sarà così tanto utile ai fini di un futuro lavorativo (a meno che non ci si iscriva a lettere classiche)
Ergo,post diploma,finalmente si capirà che quel maledetto Tityre tu patulae in metrica latina non ci aiuterà durante un colloquio di lavoro e che quel Arma virumque cano ha la stessa funzionalità di una supercazzola.
Che le ore spese a perdere dieci decimi di vista sul GI e sul LI (o sul Nomen con quel suo meraviglioso cd che facilita/tava le traduzioni),non torneranno più.
Che tutte le lagne di Catullo per Lesbia,quelle di Cicerone contro Catilina e le lacrime versate per il povero Argo morto non appena rivisto quel peripatetico di un Odisseo,c'han solo occupato spazio utile nel cervello.
Che alla fin fine,nei dizionari d'italiano,è già presente l'origine del termine che non conosciamo.
E che,di origine latina o greca,al massimo troveremo qualche sparuta parola nei libri accademici (o qualche lettera greca ad indicare gli angoli in ambito matematico).
Per questo,con il senno del poi e sic stantibus rebus,ci domanderemo perchè diamine abbiam scelto un liceo del genere, se comunque ci siam iscritti a Fisica,Informatica,Chimica e compagnia bella.
L'abbiam fatto solo per esser gli unici,in tutta l'aula,a correggere il professore dopo l'errata pronuncia di μυς ....o l'abbiam fatto a causa di una μοίρα superiore allo scibile umano?
Che sia stata Minerva,con la sua nottola a seguito,a condurci verso tali fatiche ercoline...o che siano state le Parche a tesser questa trama che c'ha imposto una spada di Damocle sulla testa per ben cinque anni?
Difficilmente riusciremo a darci le giuste risposte riguardo siffatti criptici quesiti.
Diversamente,riusciremo ad offendere qualcuno senza farglielo nemmeno capire.
<<Bla,bla... "io ho fatto il classico gne gne!".>>
Lo sai che ti dico? Che sei solo Δασύπρωκτος
<<Eh?!!?>>
Sì, e Tραγομάσχαλος.
<<Ma che diamine stai dicendo?>>
Quello che penso. Perchè io,le cose, le dico τα σύκα σύκα!
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