In un'epoca in cui le uscite in libreria rasentano la ventina al mese, i blog pullulano di anteprime e un autore scrive anche due libri l'anno se è particolarmente prolifico (uno solo se è un pelandrone) sembra strano che si sia deciso di pubblicare proprio questo libro.
O forse no?
Nel XXI secolo, era della comunicazione di massa in cui tutti scrivono (purtroppo anche chi non è capace di esprimersi neanche in lingua base), specialmente quello che pensano, e i sistemi informatici e telematici rappresentano uno dei pochi mezzi rimasti per rivendicare la libertà di parola, di espressione e di idee (se vi interessa approfondire date un'occhiata qui), con tanta varietà di begli ideali ricadiamo nel solito, banalissimo errore.
La cover del libro
In un'epoca in cui perfino il Gatto Presidenziale di Bill Clinton ha la sua pagina web, testuali parole dell'ex Presidente che mi ricordano vagamente Dollaro, il cane di Richie Rich che compariva sulla copertina di People, e tutti ci vantiamo di sapere e conoscere i problemi ambientali del pianeta, il numero esatto delle guerre nell'Africa subsahariana, il problema dell'AIDS, cosa ha mangiato cinque minuti fa la figlia di Victoria Beckham e, più in generale, i fatti degli altri [ma per quello non occorreva arrivare a Facebook, ci si riusciva benissimo senza], stupisce che con tanta roba si riesca a trovare sufficiente spazio e tempo da sponsorizzare sempre i casi più svilenti della non-cultura umana, tra l'altro sponsorizzati da un battage pubblicitario e mediatico non indifferente.Per tutti quelli che odiano Jane Austen e pensano che la satira si faccia solamente facendo assumere ai personaggi luoghi comuni della vita moderna, decontestualizzandoli senza riserve e trapiantandoli in quel famoso Universo Alternativo delle coulotte inguinali della Stella della Senna sul quale prima o poi mi deciderò a scrivere qualcosa, ecco, proprio per queste persone è nato e, cosa peggiore, è stato anche pubblicato, Orgoglio, pregiudizio e lussuria.
Il titolo parla da sè, altro non è che una (banalissima)(noiosissima)(scontatissima) parodia del famoso romanzo austeniano nel quale, al posto che struggersi per i problemi sentimentali assai noti a noi lettori, tra i quali l'evergreen amore non corrisposto, la differenza di ceto sociale e la presenza di personaggi bugiardi, scomodi e troppo intraprendenti che depistano i sentimenti, sbuca anche la parte prettamente sessuale.
Non si tratta neppure di un'idea così nuova, Fanny Hill è stato scritto nel 1748, giusto tre secoli fa, e prima di questa perla di Jane Austen in salsa porno qualcun'altro ci aveva già provato e nel 2000 era uscito Orgasmo e pregiudizio, talmente orribile che l'hanno ritirato dal mercato [onta riservata solo al libro di Saviano in cui lui e la sua famiglia erano stati minacciati di morte] e dove una fin troppo curiosa protagonista moderna riscopriva le pagine perdute scritte da zia Jane contenenti scene da film erotico proprio sotto le assi del pavimento - quale genialata!
Difficile attenersi a questa deviazione della vicenda storica, Cassandra, sorella di Jane, ha eliminato tutto l'eliminabile, figuriamoci se si sarebbe lasciata sfuggire una così ghiotta occasione di rivestire i panni del Savonarola in gonnella per bruciare un po' di scartoffie.
Ma torniamo all'opera di cui ci stiamo occupando, qui la finzione lettraria di trovare un manoscritto o qualcosa di simile non viene neanche adoperata, si tratta proprio di una riscrittura dell'originale in chiave spinta dove ritroviamo in nostri beniamini in improbabili situazioni a brache calate e sottane sollevate.
A quanto pare, ci suggerisce l'autrice che ha visto decisamente troppi dramas storici di bassa qualità, il nostro timido Darcy in realtà è un diabolico stallone da accoppiamenti, Elizabeth la casta tanto casta non è e non parliamo dei soliti comprimari, Jane, Bingley, Caroline e compagnia, che non perdono occasione di trovarsi un cespuglio appartato e non certo per i suggerimenti della signora Bennet, che spera sempre in una proposta di matrimonio!
Ecco quindi come dovremmo riscrivere l'immortale ìncipit secondo Mitzi Szereto, la mente che dopo troppi drink ha partorito il nostro libro:
It is a truth universally acknowledged that a single man in possession of a good fortune must be in want of a good romp and a good wife—although not necessarily from the same person or from the opposite sex.
È una verità universalmente riconosciuta che un scapolo in possesso di una buona fortuna sia in cerca di qualcuno con cui spassarsela e di una buona moglie, ma non necessariamente nella stessa persona o in qualcuno del sesso opposto.
Scena che potrebbe essere tratta dal libro
Direi che se non vi siete ancora strappati i capelli, questo è un buon segno, troverete senz'altro divertente il fatto che l'autrice si sia preoccupata di specificare che nel suo romanzo la castità non è una virtù, il sesso maschile non è necessariamente l'unico dominante e anche che i rapporti di amicizia non sono altro che un paravento per un altro genere di rapporti.A quanto pare il cipiglio di Lady Catherine nasconde ben precise tendenze inclini al BDSM, mentre George Wickham, con grande dispiacere di Lydia, non è certo l'uomo sicuro di sè che fa credere, ma un timiduccio ridicolo.
E ovviamente durante il racconto si potrà fare la conoscenza di moltissimi altri personaggi che faranno sfoggio della propria mancanza di orgoglio, e anche di pregiudizi sulla sfera dei rapporti umani.
Ecco un piccolo estratto (in inglese)
Darcy for a moment seemed unable to move, but, at last recovering himself, he advanced toward Elizabeth, speaking to her in terms if not of perfect composure, at least of perfect civility. With each inquiry after her health and that of her family, she replied in kind, though she scarcely dared to lift her eyes to his face, her embarrassment was so profound. Had he been privy to her activities in the gallery [where she had just been masturbating], she could not have been more humiliated by the impropriety of her being discovered here. Her gaze flew about in all directions, eventually lingering on the flap of his breeches, which to her astonishment, projected outward to an alarming degree. The strain being placed on the garment eventually prompted a button to come loose, and it flew away into the grass, where it remained ignored by both partiesÈ anche da dire, a difesa di questo romanzo, che da incolpare è soprattutto l'ignoranza dell'autrice: trovo difficile da parte anche del miglior scrittore del mondo riuscire a fare una satira della satira, Orgoglio e pregiudizio, infatti, viene da molti considerato una presa in giro della società e delle regole che erano in voga all'epoca, quindi, se questo lavoro l'aveva già fatto Jane Austen, che bisogno c'era di scriverci sopra ancora? Sarebbe un po' come cercare di fare una parodia di Fantozzi quando lo è lui stesso...
Mitzi Szereto, Pride and prejudice: hidden lusts
Questo è il libro che Jane Austen avrebbe scritto, se ne avesse avuto spina dorsale.
Ha dichierato la Szereto e io oserei aggiungere:
Fortuna che zia Jane fosse una donna pavida!
Perchè perdermi un classico immortale e a tratti anche divertente in favore di certa roba che di sicuro non fa sorridere, né illustra le usanze e i costumi [semmai la loro mancanza] sarebbe stata una perdita notevole...
Senza contare che la Szereto si pone in maniera piuttosto superficiale nei confronti dell'epoca di cui (vorrebbe) parlare, ella infatti tratta la Reggenza alla stregua dell'epoca Vittoriana, con una libertà di costumi pari a zero.
Si è dimenticata, come invece non facciamo noi, che a differenza di ciò l'epoca Regency era figlia del periodo illuminista e dell'epoca napoleonica e concedeva una libertà notevole, se confrontata con le restrizioni seguenti. Forse una ragazza del tempo di Jane non si sarebbe rotolata nell'erba col primo stalliere di passaggio, ma di certo se avesse amoreggiato con un uomo in mezzo ad un campo non si sarebbero scandalizzati in molti, così come se avesse perso la sua virtù, all'epoca una sposa non vergine era ben tollerata, dopotutto, come dicevano alcuni nobiluomini dell'epoca che avevano sposato il proprio figlio con una donna che era stata l'amante ufficiale di diversi altri, si tratta di un problema tra loro (marito e moglie) e col senno di due secoli dopo, credo che sia giusto fosse così.
Ecco quindi che, a fronte di tutto questo, il romanzo della nostra Mitzi Szereto fa acqua da tutte le parti e sembra sempre più inappropriato al periodo.
Troppo spesso la Reggenza e l'epoca Vittoriana vengono confuse per scarso approfondimento, questa ne è l'ennesima prova.
Ma la cosa che mi lascia perplessa è che per scrivere un'opera simile era sufficiente una fanfiction, se questa donna, questa autrice, aveva la smania di scrivere qualcosa sui personaggi della Austen che le sono rimasti così impressi, e magari renderli più moderni inserendo il tema che da sempre fa parlare il mondo, naturalmente il sesso, poteva darsi dal mondo del fandom, ma per quello perfino EFP, il Tempio delle Fanfiction sarebbe stato sprecato.
Meritava di finirci, su EFP, e poi che fosse anche selezionato da Fastidious Notes on Morbid Fanfictions e accuratamente recensito anche lì, con il sufficiente disprezzo per un'opera scadente.
E invece tutto questo popò di schifezza su cui non avrei puntato cento lire, qualcuno l'ha pubblicato.
Tanto per cultura generale, ci sono romanzi molto migliori, anche romanzi erotici, senza sfociare nel trash: perchè sminuire un'autrice come la Austen pubblicando queste porcherie? Forse perchè zia Jane, da due secoli a questa parte vende sempre e vende bene, cosa che in vece gli autori moderni non sempre sanno fare, proponendo titoli con trama trite e ritrite e pseudo-nuovi generi letterari (vogliamo parlare del vampiresco neogotico che impazza negli scaffali?) che durano lo spazio di un mattino, tanto quanto una idol giapponese, dal successo tanto immediato quanto effimero.
Quindi in sostanza a quelli dell'editoria piace vincere facile, puntano sempre sul cavallo vincente, sapendo bene che distruggere il talento di Jane nel raccontare certe vicende umane sarebbe impossibile.
Personalmente mi trovo d'accordo con chi sostiene che ormai Orgoglio e pregiudizio sia un romanzo un po' sorpassato per la nostra epoca (ho detto sorpassato, non una ciofeca mostruosa, per me è bellissimo, ma un tantino retròe non voglio iniziare una polemica al riguardo), ma non, come sostiene qualcuno, perchè l'amore è solo platonico e non c'è sesso nella storia, [a quanto pare il sesso fa binomio inseparabile con l'epoca moderna], bensì perchè le tematiche della vita e i valori di questa autrice settecentesta sono leggermente diversi dai nostri e questa Lizzie viene trattata non più come una propria compagna di avventure, ma come un'eroina, ai nostri occhi altrettanto improbabile e soggetta a leggi fantasy dalle quali noi siamo esonerati.
Lizzie non ci sembra più probabile di Nihal della Torre del Vento o di Artemis Fowl, sebbene vicini a noi per carattere la loro vita è diversissima da quella che conduciamo, talmente tanto da rasentare l'opera fantastica.
Rimanere troppo legati al passato credendo che da allora non sia stato concepito nulla di migliore, credo sia un pregiudizio nel quale noi moderni e avveduti protagonisti del XXI secolo non dobbiamo cadere, certo è comodo dirlo, ma in fondo sappiamo che non è così... così come la storia aveva i suoi lati brutti in passato e ne ha di belli nel presente, lo stesso vale per la narrativa.
Quindi, se su questo blog si impara piano piano che la vita era durissima all'epoca e le comodità di oggi sono conquiste importanti per un'esistenza migliore, non fossilizziamoci nel dire Quant'era brava Jane Austen, oggi nessuno saprebbe scrivere così bene perchè non è vero, ci sono validissimi autori anche nel nostro secolo, solo che dobbiamo scoprirli e trovarli nel mare di disgustose pubblicazioni che riempiono gli scaffali e distraggono nella ricerca, pubblicazioni proprio come Orgoglio, pregiudizio e lussuria, il cui peccato maggiore è sicuramente quello di non dare nessun valore aggiunto, non c'è libro peggiore di quello che una volta chiuso viene completamente rimosso dal nostro cervello, lasciando dietro di sè nient'altro che tempo sprecato; al termine della lettura di questo romanzo(?) il lettore non ha ottenuto nulla di nuovo, a parte forse la conoscenza di pratiche sessuali di cui, fino a quel giorno, si era ignorata l'esistenza.
Valeva la pena disboscare un altro pezzetto di Amazzonia per stampare 'sta roba?
Parafrasando il Manzoni, ai lettori l'ardua sentenza, se qualcuno lo legge almeno la carta non andrà sprecata...
Pride and prejudice: hidden lusts (sito originale del libro)
Mauser