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In questo percorso, che ha previsto la convergenza di tutti sulla figura di un giovane avvocato di Belfiore, Alessio Albertini, come coordinatore per la provincia, si inserisce la richiesta di assumermi l’incarico di segretario del partito per la città di Verona. Scrivo solo adesso a voi perché la proposta, nonostante qualche diceria della settimana scorsa a cui non avevo prestato particolare attenzione, mi è stata fatta ufficialmente mercoledì e solo venerdì ho sciolto la riserva dopo che ho sentito le motivazioni politiche e le ragioni personali che hanno indotto molti a scegliere il mio nome dentro una rosa di profili individuati.
La disponibilità che ho dato nasce solo ed esclusivamente nella logica di questo percorso di confronto che ha visto tanti, giovani e meno giovani, mettere per una volta, in secondo piano, le proprie appartenenze (le anime pregresse di popolari, ds, oppure le nuove anime: renziani, cuperliani, civatiani e quant’altro) per affermare con coraggio la voglia di un’anima grande del pd veronese che contiene tutte le altre, non le annulla, ma le valorizza nella dialettica, le orienta a una sintesi per arrivare a obiettivi condivisi e più alti.
Purtroppo, in queste ore, è stato detto di tutto per leggere con sufficiente distanza questo passaggio così delicato per il Partito Democratico.
Tanti, che si sono personalmente impegnati in questo percorso faticoso di sintesi, sacrificando - lo dico senza retorica - il proprio tempo personale, si sono sentiti umiliati per lo sforzo non riconosciuto e per l’idea che si vuole far passare e che vuole dipingere il partito come un mercato in cui si svendono nomi, tra cui il mio, in una logica di faida tra personalismi. Non è così. Perché, vivendoci dentro, vedo che si profila uno spirito diverso dal passato, un’aria più fresca, che pur con esiti imperfetti o con tentativi anche maldestri, cerca il cambiamento.
Ovviamente, come sostengo nel breve scritto programmatico accompagna la mia candidatura, non mi sfugge una cosa: la politica ha le sue regole e la capacità di mediazione è la prima di queste. Solo attraverso di essa è possibile creare una sintesi e alimentare un progetto condiviso. E accordarsi per e nella proposta di scelta dei singoli non è compromesso bieco, ma tentativo di equilibrare le diverse istanze dalle quali dovrà nascere la linea di sintesi politica del pd veronese.
Ho creduto nella legittimità del percorso che ha generato la proposta di Alessio Albertini per la segreteria provinciale e ho accettato di dare la mia disponibilità per la segreteria cittadina solo ed esclusivamente dentro questo percorso.
Cosa chiedo
Se credete che il mio contributo in questo progetto possa essere importante, che impegnerò, come sono capace e come posso,tutte le mie energie in questo ulteriore cambio di passo del partito e che,con orgoglio, andrò a rappresentare il Pd alla città di Verona, partecipate ai singoli incontri di circolo nelle circoscrizioni di appartenenza ed esprimete con il voto il sostegno alla mia candidatura.
Note un po’… tecniche, ma imprescindibili
Può votare solo chi è iscritto al PD. Chi non ha la tessera, e lo ritiene, può farla in questi giorni al proprio circolo ( in orari previsti dalle aperture) o direttamente durante le assemblee congressuali che si terranno in ciascun circolo (appena uscirà il calendario mi premurerò di inviarlo via mail).
Si vota esclusivamente nel circolo di appartenenza (ogni circolo fa capo a una circoscrizione).
L’eventuale iscrizione è valida fino all’inizio delle operazioni di voto, dopo il confronto e la presentazione dei programmi dei candidati. Per la segreteria cittadina le candidature sono due: la mia (ottavo circolo) e quella di Federico Benini (terzo circolo).
Ovviamente chi è già iscritto è sufficiente che rinnovi la tessera per il 2013.
Questa mia lettera per dirvi che, come sempre, ci tengo a farvi partecipi delle mie scelte, a motivarne l’origine e a chiedere il vostro sostegno, solo se convinto, in questa nuova avventura.
Un caro saluto a tutte e a tutti,
Orietta Salemi
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