Un racconto che...
... parla di orsi e lupi ma anche di questo essere che non è umano e non è bestia ma cerca disperatamente il suo posto in questo mondo. Lo troviamo a distanza di anni con la sua nuova famiglia, un branco di lupi, di cui fa parte, con cui caccia e che difende dai nemici naturali più infidi. Insomma il nostro James Howlett, alias Logan, è bizzarramente felice e se ne sta bello e buono in mezzo alla neve, nel pieno dell'inverno canadese, senza nemmeno una canotta a proteggerlo dal freddo. Unico suo indumento è un perizoma di pelo, prestatogli da Tarzan, e degli scarponcini dello stesso materiale che, si sà, se i piedi stanno al caldo anche il resto del corpo sta bene. Del resto il freddo diventerà l'ultimo dei suoi problemi. La sua tranquilla vita sarà improvvisamente spezzata dalla comparsa di un nuovo e micidiale nemico:L'orso bianco.
Da questo incontro scontro verrà ribadito il classico dramma Loganiano, il solito cerchio di vita e morte che contraddistingue la vita del nostro artigliato. In queste pagine è mostrato al livello più primordiale, una muta lotta per la sopravvivenza dove la stessa rabbia di Wolverine è aliena e non comprensibile dal suo nemico animale. L'orso è comunque il nemico, l'artefice dell'ennesimo dramma, e diventa il colosso da affrontare come un Sabretooth qualsiasi. Per di più si intravede una pista, un artefice nascosto che muove le fila...
...qualcuno di sinistro!
Da qui nasce probabilmente la differenza più evidente con il precedente volume che era completamente distaccato dall'universo marvel come lo conosciamo e si concentrava sulla crescita di Logan. Qui, invece, il nostro eroe viene immerso nel mondo mutante ed è destinato ad incontrare quello che diventerà uno dei nemici storici degli X-men. Si tratta di una scelta discutibile ma forse necessaria per differenziarsi dalle prime origini. La riuscita di questa storia, quindi, dipenderà dall'abilità di narrazione di Kieron Gillen e dai disegni di Adam Kubert e, almeno quest'ultimo, ha superato l'esame.