I bei vecchi tempi delle spiaggiate a Perelli o al Quagliodromo per me povero vecchietto sono ormai finiti. Niente più falò, sangria, generatore, fiaccole, barrettino improvvisato, zombie vaganti sulla spiaggia, sacco a pelo, asciugamano in bocca, costole rotte, bagno di mezzanotte per i sopravvissuti. Così la testa fumante di TimeWalk propone l'originale e ben vista idea di fare i tipi alternativi e lanciarci al fresco, sul Monte Amiata. Lontani dalle code, dall'ammassamento di corpi sudati e briachi, dal caldo torrido, dai gavettoni e dalla fatica. Un giorno di festa all'insegna del relax. L'idea in fase beta prevedeva l'utilizzo degli scooter, per raggiungere la vetta, ma dopo un'approfondita analisi, il mio Skyliner non è risultato idoneo all'impresa. Quindi tutti su, con il "cassonetto", immatricolato in Montenegro, ma che dava del filo da torcere ad Audi e BMW. Colonna sonora della nostra giornata è Imagine del fu John Lennon, calma e riflessiva. Appena superato Castel del Piano, però iniziamo a fare i conti con la realtà: le buone idee spesso si diffondono come virus su Windows, ed ecco quindi che tutta la popolazione del centro Italia sembra aver preferito il fresco clima di montagna alla sabbia che scotta. Contiamo anche un discreto numero di Piombinesi, avvistati e salutati in diverse occasioni. Lasciato da parte il panico iniziale per la ricerca di un parcheggio o un qualsiasi buco dove poter abbandonare il mezzo, inizia la nostra avventura. un po' di buon cibo per rifocillarci, un mini break per riposarci e poi ci catapultiamo sulla vetta. Pendenze da capogiro, salite spacca polmoni, e pendenze da arrampicatori non ci fanno nessuna paura: usiamo la seggiovia (video). La discesa invece è fattibile a piedi, immersi nella natura, tra il sole caldo che picchia come un ossesso ed il venticello fresco che ti avvolge nelle zone d'ombra. Non mancano momenti di sport estremo come le arrampicate sui tronchi e neanche quelli canori, con canti da hooligans delle Prealpi. Finito il pascolo e la discesa, grazie agli utilissimi bastoni, è già ora di tornare a casa. Il mio smartphone ha usato solo 13% della batteria in tutta la giornata: quegli schifi della Tre non coprono il monte. Niente check-in, niente FB, niente twittate. Proprio immersi nella natura, da capo a piedi.
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I bei vecchi tempi delle spiaggiate a Perelli o al Quagliodromo per me povero vecchietto sono ormai finiti. Niente più falò, sangria, generatore, fiaccole, barrettino improvvisato, zombie vaganti sulla spiaggia, sacco a pelo, asciugamano in bocca, costole rotte, bagno di mezzanotte per i sopravvissuti. Così la testa fumante di TimeWalk propone l'originale e ben vista idea di fare i tipi alternativi e lanciarci al fresco, sul Monte Amiata. Lontani dalle code, dall'ammassamento di corpi sudati e briachi, dal caldo torrido, dai gavettoni e dalla fatica. Un giorno di festa all'insegna del relax. L'idea in fase beta prevedeva l'utilizzo degli scooter, per raggiungere la vetta, ma dopo un'approfondita analisi, il mio Skyliner non è risultato idoneo all'impresa. Quindi tutti su, con il "cassonetto", immatricolato in Montenegro, ma che dava del filo da torcere ad Audi e BMW. Colonna sonora della nostra giornata è Imagine del fu John Lennon, calma e riflessiva. Appena superato Castel del Piano, però iniziamo a fare i conti con la realtà: le buone idee spesso si diffondono come virus su Windows, ed ecco quindi che tutta la popolazione del centro Italia sembra aver preferito il fresco clima di montagna alla sabbia che scotta. Contiamo anche un discreto numero di Piombinesi, avvistati e salutati in diverse occasioni. Lasciato da parte il panico iniziale per la ricerca di un parcheggio o un qualsiasi buco dove poter abbandonare il mezzo, inizia la nostra avventura. un po' di buon cibo per rifocillarci, un mini break per riposarci e poi ci catapultiamo sulla vetta. Pendenze da capogiro, salite spacca polmoni, e pendenze da arrampicatori non ci fanno nessuna paura: usiamo la seggiovia (video). La discesa invece è fattibile a piedi, immersi nella natura, tra il sole caldo che picchia come un ossesso ed il venticello fresco che ti avvolge nelle zone d'ombra. Non mancano momenti di sport estremo come le arrampicate sui tronchi e neanche quelli canori, con canti da hooligans delle Prealpi. Finito il pascolo e la discesa, grazie agli utilissimi bastoni, è già ora di tornare a casa. Il mio smartphone ha usato solo 13% della batteria in tutta la giornata: quegli schifi della Tre non coprono il monte. Niente check-in, niente FB, niente twittate. Proprio immersi nella natura, da capo a piedi.
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