Schiaparelli: Credits: ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)
L'immagine, ripresa dalla sonda ESA Mars Express il giorno 15.07.2010, mostra Schiaparelli, un grande bacino da impatto di 460 km di diametro, localizzato nei dintorni dell'equatore marziano; prende il nome dall'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, il quale nel 1877 si accorse, durante le sue osservazioni del pianeta rosso, di alcune linee scure nella superficie del pianeta.
Egli, ipotizzando fossero state determinate dall'acqua, li chiamò con la parola italiana "canali"; in inglese "channels" sta per canali artificiali, e quindi gli scienziati britannici, ifurono portati a sospettare dietro tali strutture si celasse l'opera di una intelligenza marziana.
Quote di Schiaparelli: credits ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)
Ora sappiamo che i canali di Schiaparelli erano solo un'illusione ottica determinata dalla scarsa risoluzione degli strumenti dell'epoca; tuttavia, dall'immagine emergono evidenze della presenza in passato di acqua liquida in quella zona, probabilmente sotto forma di un lago.
L'immagine mostra la parte nord-occidentale del bacino Schiaparelli, e comprende sia l'intero cratere che alcune zone esterne ad esso vicine. Evidenze dell'acqua si trovano sottoforma di sedimenti scuri presenti nella superficie interna del cratere, che assomigliano a quelli dei laghi evaporati terrestri.
L'interno di Schiaparelli è stato modificato da diversi processi geologici, inclusi la ricaduta del materiale sollevato dall'impatto, i flussi lavici che hanno creato una superficie piana ed estremamente liscia e i sedimenti dell'acqua. Sempre nella superficie del cratere, alcuni crateri da impatto più piccoli sono stati inondati parzialmente e riempiti.
Credits: ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)
I sedimenti che formano il piano piuttosto liscio nel box 2 sono stati modificati sia dal vento che dall'acqua, formando dei profili appuntiti come il sottile altipiano in basso a sinistra; in altre zone, il materiale è stato depositato dal vento sottoforma di colline e dune. Il cratere più importante, nel box 3 , ha un diametro di circa 42 km; l'interno del cratere più piccolo è riempito di sedimenti che sembrano formare un terrapieno nel settore settentrionale e una struttura simile a un delta nei pressi del centro. Nella parte meridionale del cratere è invece presente del materiale portato dal vento. fonte:ESA