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Ormai solo un Deo ci può salvare… Pd, la ricostruzione storica di Deo Fogliazza

Creato il 24 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Non mi ha mai appassionato la discussione sul passato. Ritengo però che sia sempre utile analizzare quanto succede, per poter imparare sia dagli errori che dalle vittorie. Per questo nel 2009, dopo la sconfitta amministrativa, dedicai qualche settimana del mio tempo ad insistere perché il PD affrontasse una discussione franca e libera sulla sconfitta. Il gruppo dirigente del PD si sottrasse a questo impegno. Ne paghiamo ancora oggi le conseguenze: la polvere non va mai messa sotto il tappeto. Ad un certo punto marcisce.
Non so nulla dei “sedimentati dissapori e acrimonie che stanno quotidianamente minando l’esistenza del PD cremonese” come li definisce oggi Pizzetti.
Io da quella sconfitta ho tratto alcune conseguenze. Una delle quali è essermi di molto defilato dalla politica locale. Ho deciso di non candidarmi a far parte di alcun organismo dirigente del PD cremonese, ho deciso di rinnovare la tessera – con il minimo della quota – più per rispetto alla mia lunga storia personale che per convinzione o adesione alla situazione del PD cremonese, ho deciso di partecipare con il contagocce alle diverse riunioni o iniziative.
Pizzetti cita alcuni dati relativi ai sondaggi del tempo. Non ho mai avuto occasione di vederli, né sono mai stati discussi all’interno del PD. Perché?
So comunque per certo che nel dicembre 2007 (a poco più di un anno dalle elezioni) venne presentato pubblicamente, nel Salone dei Quadri di Palazzo Comunale, un corposissimo sondaggio IPSOS, basato su interviste a ben 1.000 cittadini cremonesi (dunque attendibilissimo, perché – come si sa – di solito i normali sondaggi si basano su 1000 interviste che valgono, però, non per una città di 70.000 abitanti ma per l’intera Italia).
Ebbene, quei dati dicevano che il candidato Corada poteva contare sul 74% dei suffragi positivi, dato suddiviso nel modo seguente: l’84% formato da elettori del centrosinistra e il 64% addirittura da elettori del centrodestra.
E so anche per certo che non più tardi di 15 giorni dopo quella presentazione, inopinatamente, un ristretto gruppo di persone, parecchie delle quali componenti il gruppo dirigente ristretto del PD cremonese, diede inizio ad un percorso “riservato” che avrebbe portato alla proposta di non ricandidatura (incredibile dictu!!) del sindaco uscente così fortemente appoggiato dall’opinione pubblica.
Un percorso riservato, reticente, non partecipato, nella più classica della tradizione politicante.
Venne addirittura “inventata” la candidatura di persona sicuramente degnissima, ma che nessuno dei normali militanti del PD cremonese ebbe mai occasione di incontrare, con la quale non fu mai possibile interloquire nè ragionare.
Gli unici due momenti di partecipazione collettiva (sempre in assenza del candidato in pectore) furono due assemblee cittadine molto partecipate, delle quali ho buona memoria che, se venisse meno, sarebbe comunque aiutata dai precisi appunti che presi, relativi agli interventi dei diversi partecipanti.
Quelle due assemblee decisero democraticamente alcune cose precise, la prima delle quali fu di dare vita alle elezioni primarie, alle quali Corada si candidò con generosità non riscontrando, purtroppo, alcuna altra candidatura da parte di alcun altro concorrente.
Dopodiche un gruppo dirigente ormai politicamente screditato e sconfitto non ebbe la lucidità di tirarne le conseguenze, ciascuno rimanendo abbarbicato alle proprie posizioni di potere. Azzoppato il candidato del centrosinistra, mantennero la direzione della campagna elettorale nelle proprie mani ottenendo così il bel risultato di rendere più semplice la vittoria – pur risicata – del centrodestra.
Ora una buona parte di quelle persone naviga per lidi molto diversi da quelli del PD, ma non ha abbandonato la politica. Anzi, parecchie persone di quel tempo oggi mantengono posizioni ancora di primissimo piano, però su altri versanti: chi gestendo posizioni di responsabilità a nome e per conto del centrodestra, chi avendo deciso di approdare al codiddetto “Partito dei Carini”.
Mi fermo qui, anche se avrei parecchie altre questioni sulle quali ragionare.
Se c’é una morale da trarre da questa vicenda, è che in politica (quella con la P maisucola) le decisioni vanno sempre assunte nel massimo della trasparenza, della partecipazione e della libertà. Che contarsi e votare democraticamente per assumere le diverse decisioni non è sbagliato, anzi spesso si dimostra decisivamente positivo. E che chi si mette in gioco pro o contro alcune scelte, deve mettere anche in conto che la battaglia culturale va sempre svolta a testa alta e con la schiena dritta, senza sotterfugi, pronto a trarne le dovute conseguenze.
E’ un insegnamento che dovremmo assumere come PD – a livello locale ed a quello nazionale. E’ un metodo che, se decidessimo davvero di praticare, ci aiuterebbe a contribuire al necessario ed impellente riavvicinamento alla “Politica” da parte dei milioni e milioni di cittadini che ora, invece, disincantati e delusi, guardano alla “politica” con diffidenza e, purtroppo, anche con qualche disprezzo.

Deo Fogliazza

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