Infatti sono riuscita, tra regali di compleanno e di Natale, a finire
Si, perchè mica tutti i cardigan soddisfano i requisiti minimi. Ma esaminiamoli uno per uno.
Il primo è stato il Metro.
Punti di forza: il dettaglio delle trecce asimmetriche e le maniche a tre quarti. Morbidissimo e molto versatile, lo indosso davvero spesso ed è stato uno degli esperimenti più riusciti. Il colore, che non è GIALLO, ma TABACCO (vero BirbaNera?) lo rendono adatto a moltissimi abbinamenti, soprattutto sportivi.
Punti deboli: la chiusura un po' troppo scostata deve essere continuamente aggiustata.
Il secondo è stato il Bundi.
Punti di forza: il ricamo e il peso del capo che, pur essendo di proporzioni ridotte, scalda parecchio. Incredibilmente, anche se non lo avrei mai detto, lo uso abbastanza, soprattutto con vestitini e camicette frou frou. Questo cardigan è stato anche messo sulla pagina principale del progetto su Ravelry. E scusate se è poco. Più che altro, secondo me, perchè nessun altro ha avuto
Punti deboli: i colori chiamano solo una certa selezionate serie di abbinamenti.
Purtroppo un discorso a parte merita il Coraline.
Punto di forza: la morbidezza del filato. E i bottoni vintage.
Punti deboli: che dire. Adoro il modello, mi piace un sacco. MA. La taglia è leggermente più piccola di quello che pensavo e si che ho preso bene le misure... la costruzione bottom-up mi ha tratto in inganno e, pensando di non avere abbastanza filato, ho fatto le maniche corte. Troppo. E non ci penso nemmeno a disfare. Insomma non lo metto spessissimo e questo mi dispiace un sacco.
Ma ci risolleviamo con il Silver.
Punti di forza: il colore assolutamente divino, la forma e la lunghezza perfette, il peso non troppo caldo nè troppo freddo, l'assenza di chiusura che permette di sfoggiare spille particolari, i bordi lavorati a picot... insomma uno dei top nella classifica. Lo uso di norma con jeans per mise più sportive ma con un guizzo in più o con vestitini eleganti da giorno.
Punti deboli: la costruzione "a pezzi". Più che altro è una mia (recente) mania, perchè c'è solo questo.
Ed ora ecco il Featherweight Cardigan.
Punti di forza: l'estrema semplicità ed eleganza del capo, che lo rendono perfetto sia con i capi casual che con vestiti più habillè.
Punti deboli: le maniche un po' troppo larghe (ma in fondo chissenefrega) ed il colore, abbastanza impegnativo e scarsamente versatile (non si è capito, vero, che punto su questo?).
Intanto incomincia l'estate ed io sfoggio l'Amiga.
Punti di forza: il colore lo rende un cardigan adatto praticamente a tutto il mio guardaroba estivo, la costruzione è fantastica e la grossezza del filato me lo hanno fatto finire in un baleno.
Punti deboli: il peso e la "rusticità" del filato lo rendono adatto solo ad abbinamenti sportivi... in ogni caso è uno dei cardigan che uso di più.
Quando ho incominciato il Vitamin D tutti pensavano che il giallo non fosse il mio colore.
Ho fatto cambiare loro idea, infatti questo è uno dei punti di forza di questo cardigan, assieme alla sua forma davvero originale.
Punti deboli: ahimè, il filato. Il cotone ed io non abbiamo un buon rapporto... non lo indosso spesso proprio per via della ruvidezza del tessuto. Questo è un capo che sicuramente rifarò usando un altro materiale.
E se l'estate non è incominciata benissimo, prosegue ancora peggio con la Sakasama Jacket.
Mi ero innamorata del modello ma... disastro totale.
Punti di forza: il filato. Una seta vintage sottilissima con un aspetto lucido ma una mano delicatamente irregolare che dona interesse al capo.
Punti deboli: praticamente tutto. Non va proprio. La forma ingoffa. Non è portabile in più modi, come mendacemente promette il modello. La taglia è gigantesca. Insomma, da disfare.
Questo cardigan si merita il premio THE WORSTARDIGAN, il cardigan più brutto del 2011.
Però il morale ritorna su con l'Atelier.
Punti di forza: la costruzione top - down che permette di utilizzare al meglio il filato senza sprechi, il bordino i - cord che dona al capo un'aria professionale e perfettamente rifinita, il filato che, pur essendo un cotone (!!!) è morbido e cascante al punto giusto.
Punti deboli: ahimè, il colore che, sebbene sia meraviglioso, avendo una grossa base blu, nel mio guardaroba trova ben pochi abbinamenti...
E così che non pare, arriviamo in vetta con il Cassis.
Uno dei più bei progetti a cui abbia mai lavorato, a partire dal filato, che ho tinto io stessa, al suo spessore, che ha contribuito alla velocità con cui ho terminato il capo, alla costruzione top - down (la mia preferita, come avrete capito), alla lunghezza ideale sia in inverno che in primavera,al la vestibilità perfetta... non ha punti deboli, per cui lo dichiaro vincitore del premio THE BEARDIGAN, il cardigan più bello del 2011.
Anche questo cardigan è stato inserito sulla pagina principale del progetto su Ravelry e questo mi rende particolarmente orgogliosa perchè la richiesta mi è venuta dalla stessa designer.
Subito sotto la vetta e che la manca di un soffio c'è il Dhalia Cardigan.
Anche per lui ci sono moltissime cose che lo rendono un cardigan ideale: il filato morbidissimo e duttile, il colore molto di moda, il grande dettaglio a sorpresa sulla schiena, la struttura "a coperta" molto versatile... lo indosso nelle occasioni eleganti ma non troppo con una camicetta di seta ed una gonna di paillettes o di velluto. E tacchi, ovvio.
Perchè non ha vinto lui? Solo per la differenza del filato... una mescola cashmere - seta - lino tinta artigianalmente non si batte!
In ultimo, ma non ultimo, il Garter Stitch Baby Kimono.
Ovviamente non per me!
Punti di forza: la forma adorabile e il fatto di esser arrivato quando ormai ero alla frutta, cioè stufa di sferruzzare altri cardigan enormi.
Punti deboli: che non me lo posso mettere... vabbè, pazienza, c'è qualcun altro che se lo gode!!!