Ci siamo. Se ne parla ormai da un po’, se ne sono scritte, lette e sentite di cotte e di crude su House Of Tempest, addirittura c’è chi si è dato un bel da fare nel tentativo di spoilerare qualche passaggio della trama, peraltro segretissima, c’è poi chi è invece rimasto incuriosito, piacevolmente o meno, dall’ambientazione isolana e anche chi si è domandato, a torto o a ragione, quanto questo sensibile, ma evidente, ingrandimento produttivo possa incidere o mutare, snaturare o migliorare la carriera del sempre pimpante Domiziano Cristopharo, regista con all’attivo, solo negli ultimi sette anni, oltre dieci film e ben quattro in distribuzione per il 2015. Dall’esordio House Of Flesh Mannequins (2009), passando per The Museum Of Wonders (2010), opera corale che vanta nel cast nomi quali Francesco Venditti, Giampiero Ingrassia, Venantino Venantini, Maria Rosaria Omaggio, Maria Grazia Cucinotta e un cameo di “Monsieur Cannibal” Ruggero Deodato, a Bloody Sin, ispirato al fumetto porno horror anni settanta Oltretomba, con protagonista la pornostar Roberta Gemma, e senza dimenticare la trilogia di P.O.E. , affidata a più di venti registi internazionali e della quale fa parte P.O.E. Project of Evil, vincitore, nella categoria miglior film, al Fanta Festival (2013), la carriera di Cristopharo viaggia spedita nelle burrascose acque del cinema indipendente; si, quello che in Italia fatica anche ad arrivare nelle sale, una carriera decisa, sperimentale che sposa da sempre la strada più ardua della totale singolarità, a volte anche dell’autoreferenzialità, abbracciando scelte stilistiche coraggiose e un’estetica mai banale, ma concentrata in una poetica onirica avvolgente, ben salda su idee artistiche precise. Un cinema che non può e non vuole somigliare a molto altro, pur nutrendosi di quelle radicate fonti ispiratrici da cui attingere e che rappresentano il latte materno di ogni buon cineasta o cinefilo che si rispetti.
Ma torniamo a noi, torniamo all’imminente House Of Tempest, opera concepita come un dichiarato omaggio agli horror anni settanta, ottanta e ambientata nei comuni di Praja e Santa Maria del Cedro. Il film è una sorta di inedita rilettura del celebre dramma di Shakespeare, La Tempesta, e del quale non sveleremo affatto il plot, la cosa non ci compete e poi la curiosità va sempre nutrita e stuzzicata, bensì solo la genesi, l’idea embrionale che ha spinto il regista, insieme ad Antonio Tentori, sceneggiatore di fulciana memoria, ad imbarcarsi, anche fisicamente, in questa nuova avventura cinematografica.
La storia prende spunto dalle varie leggende che ruotano intorno al nazismo esoterico, una fra le tante la ricerca del soldato perfetto, come potrete immaginare una delle troppe, distorte ossessioni di Adolf Hitler, ossessioni delle quali faceva parte anche il dipinto di Arnold Böcklin, L’isola dei morti. Quest’ultimo, si narra, ispirò, in un certo senso, il Führer per la costruzione del proprio quartier generale ad Helgoland, l’isola sacra del mondo iperboreo, isola che dopo la fine del secondo conflitto mondiale e conseguente caduta del Terzo Reich, venne bombardata dagli inglesi con l’intento di radere letteralmente a livello del mare la Gibilterra tedesca. I bombardamenti cominciarono il 18 aprile, 1947. Ma cosa cercarono di distruggere veramente gli inglesi durante quel forsennato assalto?
Be, per questo dovremo aspettare il film, o per il momento accontentarci del teaser di freschissima uscita. Non si scappa.
Interpretato dalla bulgara Aurora Kostova, giovane volto della new wave dell’horror europeo, da Carlo De Mejo (Cassandra Crossing, 1976), dall’onnipresente e, ormai, quasi attore feticcio di Cristopharo, Venantino Venantini (Paura nella città dei morti viventi, 1980) e dalla prorompente Roberta Gemma, musicato dalla compositrice americana Susan DiBona, autrice – specialmente in Europa – di diverse colonne sonore per film horror, in collaborazione con il maestro Salvatore Sangiovanni (Royal Academy of London), i quali potranno avvalersi di un’orchestra di ottanta elementi per l’esecuzione dello score, House Of Tempest di Domiziano Cristopharo verrà distribuito da ONE SEVEN MOVIES di Salvatore Alongi, la nuova label per il mercato degli Stati Uniti che si basa sulle migliori tradizioni del cinema italiano ed europeo, ed ha già ottenuto lo status di etichetta “cult” d’oltreoceano, come anche in Italia.
Insomma, carne al fuoco ce n’è e voglia di carpire dove si voglia andare a parare anche, dunque non ci resta che posare gli occhi sul breve ed enigmatico teaser in anteprima e aspettare altre news sul nuovo horror di Domiziano Cristopharo, House Of Tempest.
Buona visone.
Manuele Bisturi Berardi