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Orsi e Tori

Creato il 28 giugno 2011 da Nicola Mente

Orsi e ToriSpersi tra le vigne a rimirar il cielo:

«Quella è la costellazione dell’Orsa Maggiore. Le vedi quelle sette stelle?»

«Sì. E l’Orsa Minore?»

«Lì vicino. Le vedi? Altre sette stelle. Venne scoperta nel 600 a.C. da Talete, ed è stata sempre usata come guida dai marinai.»

«Davvero?»

«Certo. La leggenda narra che Callisto, una delle compagne di Artemide, fu sedotta da Zeus, che si presentò sotto le mentite spoglie della dea della Caccia. Così perse la verginità. Hera, la moglie di Zeus, non prese benissimo la cosa, e trasformò la fanciulla in un’orsa.»

«In un’orsa? Ma perché? Voglio dire… la colpa era di Zeus, mica di quella povera ragazza…»

«Questo lo so. Ma Zeus è Zeus, e Callisto era solo una ragazza. Una delle tante, insomma.»

«E quindi? Fu costretta a girovagare per i boschi?»

«Sì. Un giorno però, rischiò la vita per un curioso caso del destino. Arcas, suo figlio, rischiò di ucciderla durante una battuta di caccia.»

«Oh Gesù! Quindi fu uccisa dal figlio?»

«No. la leggenda narra che intervennero proprio Zeus ed Artemide a fermare il ragazzo, e che, per buona pace di tutti, posero madre e figlio in cielo, che divennero Orsa Maggiore e Orsa Minore.»

Orsi e Tori
«Ma che storia è questa. E poi uno pensa che gli dei son buoni… invece quell’ammasso luminoso? Che costellazione è?»

«Quella del Toro. È una costellazione molto particolare. Pur essendo boreale, è visibile in ogni angolo della Terra. Inoltre, è attraversata da molti “corpi” non stellari, compreso il pianeta Urano. Vuoi sapere cosa narra la leggenda?»

«C’entrano per caso ragazze trasformate in toro?»

«Non proprio. C’entra sempre Zeus, comunque. Si era invaghito di una principessa, di nome Europa, vedendola raccogliere fiori sulla spiaggia di Tiro.»

«Certo che questo Zeus aveva il bollore facile…»

«Possiamo dire così. Era potente, il più potente, e usava il suo potere per sedurre le giovani donne. Cosicché si trasformò in un candido toro bianco. La giovane fanciulla, attratta dalla bestia, la cavalcò: il toro, attraversando le acque, la condusse fino all’isola di Creta, dove Zeus riuscì a sedurla. Ma non subito.»

«Perché non subito?»

«Perché in un primo momento Europa resistette al tentativo di “violenza”. Poi però, il padre degli dei riuscì a “sopraffarla” assumendo le sembianze di un’aquila. La leggenda narra che l’atto sessuale si consumò in un boschetto di salici. Alcuni però sostengono che il teatro del misfatto fu l’ombra di un platano sempre verde.»

«Sì, però… Zeus era davvero un farabutto. Consentimi.»

«Certo che lo era. Ma se sei così potente, nessuno può giudicarti. Diciamo che avrebbe avuto bisogno di uno psicologo, forse. Era certamente un dio un po’ malato. Pensa a sua moglie Era, a quante ne ha sopportate.»

«Già. Povera moglie. Ma… dico io… ma i famigliari di questa Europa? Non la aspettavano per cena?»

«In realtà Agenore, il padre, re di Tiro, mandò i fratelli della fanciulla a cercarla in giro per il mondo. Il primo fratello, Fenice, girò a lungo, senza esito. Dopo anni, divenne capostipite dei Fenici. Che poi, la Fenice è un’altra costellazione che però da qui non possiamo vedere.»

«Perché?»

«Perché è nell’emisfero meridionale. È composta da 11 stelle, fu scoperta da Johann Bayer, nel 1606.»

«Bayer? Quello delle aspirine?»

«Era un astronomo tedesco. La cosa curiosa è che tutti i popoli del mondo, seppur di diverse culture, riconoscono in questa costellazione un uccello. Per gli arabi, ad esempio, è il Grifone, o l’Aquila, o il Giovane Struzzo. Per i cinesi, è “l’Uccello di Fuoco”.»

«Un po’ come quello di Zeus.»

«Sempre a far lo spiritoso, tu.»

«A proposito, devi finire di raccontarmi la storia di Zeus. I fratelli di Europa riuscirono a trovarlo?»

«Assolutamente no. Il secondo fratello, Cilice, dopo varie peregrinazioni si instaurò sulle coste sudorientali dell’Asia Minore, a nord di Cipro. Lì fondò la stirpe dei Cilici.»

«E questi, invece di cercare la sorella, andavano fondando città a destra e a manca? Ma che famiglia di squilibrati…»

«È mitologia, ricordatelo. Non ti sto mica raccontando la storia del signor Aldo e della signora Gina…»

«Sarà. Comunque, ‘sti fratelli, son finiti?»

«No. Ce n’era un terzo, Cadmo.»

«Cadmo? Che razza di nome è Cadmo?»

«Cadmo è il più famoso dei tre fratelli. Appena ricevuto l’incarico dal padre, si recò dall’Oracolo di Delfi, che gli consigliò di desistere subito dalle ricerche, poiché sarebbe stato il fondatore di una nuova città. L’Oracolo consigliò al giovane principe di seguire una vacca, fino a quando essa si fosse fermata. Lì, avrebbe dovuto edificare una città.»

«Sì, come Vincent Cassel ne “L’Odio”. L’hai visto?»

«No.»

«Beh, c’è una vacca che compare ogni tanto… e lui rimane sempre confuso da questa visione, e… ma scusa…  stavi raccontando tu. Ora questo non c’entra niente. Vai avanti.»

«D’accordo. Cadmo trovò la vacca e insieme ai suoi compagni iniziò a seguirla. La vacca si fermò in Beozia, dunque il principe capì che lì doveva edificare la nuova città. Mentre si apprestava a sacrificare l’animale ad Atena però, un drago, custode della fonte dalla quale i compagni di Cadmo stavano bevendo, attaccò il gruppo.»

«Sì, però che sfiga. Un drago… addirittura. Li uccise tutti?»

«Certo che no. il drago uccise tutti tranne Cadmo, che appunto riuscì a sconfiggerlo. Finita la battaglia, il principe sacrificò la vacca ad Atena che, per riconoscenza della sua devozione, gli suggerì di seminare i denti di drago, da ciascuno dei quali nacque un guerriero. Questi guerrieri vennero chiamati Sparti.»

«Gli Sparti. E questi magari attaccarono Cadmo, vero? Ormai ho capito che la sfiga di quel ragazzo doveva essere enorme.»

«Non proprio. Cadmo, scagliando alcuni sassi, riuscì a mettere contro i guerrieri, che si uccisero tra loro. Ne sopravvissero soltanto cinque, che aiutarono Cadmo a fondare Tebe, partendo dalla “Cadmea”, l’antica rocca della città.»

«Quindi, niente Europa. Missione fallita. E poi? Che fine fece la ragazza?»

«E poi Europa divenne la regina di Creta, ed ebbe da Zeus tre figli: Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Zeus intanto fece tre doni alla fanciulla: Talo, un gigante fatto di bronzo che aveva il compito di sorvegliare le coste cretesi; Laelaps, un cane molto addestrato; Infine, un giavellotto dal lancio infallibile.»

«Ma che diamine di regali sono?»

«Cosa t’aspettavi? Una villa al mare e un abbonamento in palestra? Dopo la morte del predecessore Asterione, marito della principessa sedotta da Zeus, fu proprio Minosse, figlio di Europa, a diventare Re di Creta. E sai cosa fecero i Greci, in onore di Minosse e della madre?»

«Una statua?»

«No.»

«Una targa?»

«Ma no. Chiamarono Europa tutti i territori a nord dell’isola.»

«Ah, e finisce così?»

«E come vuoi che finisca? Non è mica un romanzo di Stephen King. Dai, torniamo a casa, che qui comincio ad avere freddo.»

«Ok. Fammi alzare che ho le gambe anchilos… ahia! Che male!»

«Che è successo?»

«Ho battuto il piede contro ‘sto coso.»

«È un pozzo artesiano. Ce ne sono diversi da queste parti. Forza, torniamo a casa».



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