
L’ortoressia è un disturbo molto diffuso, ma non ancora ufficialmente incluso tra i disturbi del comportamento alimentare.
È un’ossessione patologica che riguarda le proprietà e la qualità dei cibi. Mentre nell’anoressia e nella bulimia nervosa è soprattutto la “quantità” di cibo che rappresenta un problema, qui è soprattutto la “qualità” di ciò che si ingerisce ad avere valore.L’ortoressico elimina ampie categorie di alimenti ritenendoli genericamente “dannosi”, senza che questa convinzione corrisponda né ad un effettivo danno personale (allergie, intolleranze ecc.) né a riscontri scientifici. I cibi vengono catalogati dall’individuo ortoressico, come “puri”, se a suo avviso si possono mangiare, ed “impuri” quando invece vanno accuratamente evitati. Il soggetto si astiene dal nutrirsi con alimenti che non facciano parte della categoria classificata come “pura”. Questo desiderio di “salute a tutti i costi” riguarda principalmente il cibo, ma si manifesta anche con l’ossessione del fitness, dei massaggi, della pulizia, del rilassamento, ecc.
Le fissazioni dell’ortoressico generalmente sono quelle di mangiare verdure crude e frutta solo di stagione, insalate con foglie non tagliate perché non perdano le loro qualità nutritive, escludere uova, latticini, carne, conoscere in modo preciso le etichette di ciò che mangia, le percentuali delle sostanze nutritive e dei componenti di ogni scatoletta, il valore calorico, i carboidrati…In tal modo la gamma alimentare tende a restringersi progressivamente, fino a divenire limitata a pochissimi ingredienti e a modalità di preparazione ripetitive e ritualistiche.In molti casi queste fissazioni portano la persona ortoressica a trascurare le relazioni sociali, ad isolarsi, giudicando “gli altri” con un senso di superiorità: tutto ciò conduce all’isolamento, a ripiegarsi sui propri pensieri, tutti centrati sul cibo, sulla pulizia non solo esteriore, ma anche interiore.I sintomi più comuni appartenenti ai soggetti ortoressici sono i seguenti:- necessità di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti- necessità di programmare ogni pasto- paura di contaminare il proprio corpo- disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali- desiderio continuo di depurarsi- severità con se stessi e senso di colpa quando si trasgredisce alla dieta- disgusto per le persone che mangiano in modo normale- difficoltà di relazione con chi non condivide le proprie idee sul cibo.L'ortoressia è sicuramente un disturbo del nostro tempo, che risente di influenze culturali, in particolare della moda alimentare di consumare cibi biologici che si è affermata solo recentemente.
L’ortoressia colpisce soprattutto soggetti adulti, over 30, ed è sempre più diffuso tra gli uomini e tra le persone di buon livello culturale. Il maggior coinvolgimento dei soggetti maschi si può spiegare col fatto che l’ideale maschile condiviso non è la magrezza, ma piuttosto la salute, il benessere fisico e l’apparente giovinezza.Quella che nasce come desiderio di una dieta sana e bilanciata, con il passare del tempo, si trasforma in una vera e propria ossessione, che influisce fortemente anche sui rapporti affettivi e sociali, che assumono un ruolo subordinato e sacrificato rispetto al cibo (per esempio, alimentazione solitaria, prolungata per ore, rifiuto di cenare in ristorante, ecc.).I soggetti pongono l’alimentazione al centro della loro esistenza e finiscono per ridurre progressivamente i loro interessi al di fuori di questa area.
L’ortoressico grave si impone regimi dietetici rigidi e restrittivi, e fa di tutto per evitare di mangiare qualcosa che ritiene contaminato o che possa nuocere alla sua salute. Se capita di dover mangiare qualcosa di “impuro” l’ortoressico prova un senso di colpa: vomito, diarrea, mal di testa sono i sintomi che sopraggiungono dopo essere caduti in tentazione. Tale senso di colpa non si placa fino a quando l’inadempienza alle “regole” non viene auto-punita. Le auto-punizioni non sono estreme come quelle a cui si sottopone il soggetto colpito da anoressia o bulimia, ma implicano comunque una ancora più drastica riduzione dello spettro di alimenti che “si possono mangiare”. Tutto ciò porta la persona ad evitare sempre di più situazioni sociali che lo costringono a mangiare cibo per lui contaminante e, dunque, la solitudine e la depressione sono dietro l’angolo.


Le conseguenze a lungo termine di questa patologia dipendono principalmente dal regime calorico-dietetico, che l’individuo s’impone.La terapia dell'ortoressia prevede un approccio globale che comprende psicoterapia più seguimento dietologico.
Dott.ssa Rita Manzo

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Inviato il 18 gennaio a 19:17
Per chi fosse interessato in questo articolo potete leggere "l'altro lato della ortoressia.." http://www.miglioriamoci.net/ortoressia-mangiare-sano/