Ci siamo. Siamo agli Oscar. Sono mesi che ci prepariamo. La Awards Season. Ci sono stati i SAG, i Globes, i Grammys e perfino i Brit Awards. Ma no, niente è più importante degli Oscar. Bhè, forse per chi lavora nella moda l'unico evento comparabile è l'opening del Met a maggio ma non stiamo qui a puntualizzare. Dicevamo, gli Oscar.
Procedendo con le signore in pastello, la prima è la signora Hazanavicius, Berenice Bejo. E' riuscita a rovinare un Elie Saab senza nemmeno muovere un dito, semplicemente sbagliando colore di capelli. Non avendo un viso particolarmente dolce sarebbe apparsa meglio con un'acconciatura più morbida, poiché così legata mette in evidenza le rughe. Il vestito non la valorizza, è un verde muffa che potrebbe uccidere chiunque e la fascia sullo stomaco laddove sarebbe stato meglio un tessuto più cascante. Niente, c'è poco da fare, da quando io mi sono fatta i riccioli piatti per Berenice non c'è più spazio su questo mondo. Berny, ti va bene a te che ti sei sposata un regista, và. Voto: 6 Maria Menounos: non so chi sia ma ha un ottimo stylist. Lo stesso verde su due donne diverse (rosso + verde può essere un'accoppiata felice ma l'effetto semaforo è dietro l'angolo) con risultati agli antipodi. Per il colorito -dorato- e per i capelli -castano ramati- quest'elegante sconosciuta vince a mani basse la Gara del Verde Muffa. Voto: 8/9 Viola Davis: in Vera Wang e con i capelli naturali. Due punti solamente: l'abito sarebbe stato perfetto se di un altro colore. Beige dorato o blu, ad esempio. I capelli: quelli sono i naturali ma andrebbero risistemati, perché rossi? Voto: 6 ½ Glenn Close: mi immagino le madonne che avrà tirato alla Meryl (Miranda 1 – Crudelia 0). Ottima scelta quella di essere un po' edgy e meno sciura, non me lo aspettavo da una come Glenn (Tilda? Qualcuno ha detto Wannabe Tilda?). Bocciato, bocciatissimo questo verde (ma cos'è tutto il bianco dello scorso anno è diventato verde?). Voto: 6
Ed ecco le virginali, quelle che cavalcano ancora il trend del bianco sui red carpet. Octavia Spencer, meritatissimo il suo Oscar per attrice non protagonista, ha fatto un accordo con Tadashi Shoji e non poteva fare cosa migliore. Piuttosto che strizzarsi in abiti che non fanno per lei, se li fa direttamente disegnare. Prezioso quanto basta per essere una vincitrice (dài, lo sapevamo) anche se le ha impedito di camminare agevolmente (non ce la faceva proprio a salire sul palco). Voto: 7 Gwyneth Paltrow: la faccio breve. Per me è NO. No perché è bianco. No perché ha la cappa. No perché Tom Ford, jeeeeez, poteva fare di meglio. E, se qualcuno non l'avesse notato, senza la cappa quell'abito è talmente noioso che non sembra nemmeno un abito da Oscar. E l'anello l'avrei messo sull'altra mano, così, per bilanciare. Voto: 5 Rooney Mara: la bambolina in mano agli stilisti, il più grande e meglio riuscito makeover degli ultimi tempi (avete presente la ragazza di Mark Zuckerberg in Social Network? No? Appunto). Rooney è la gioia di ogni truccatore, di una bellezza così pura che pare distillata. Compensa il suo trucco minimale e quasi trasparente con scelte stilistiche sempre beyond the line, preferendo nella maggior parte dei casi Givenchy. Uno dei migliori agli Oscar questo couture custom (d'altra parte la sfilata non si può guardare, solo Rihanna può indossarla), ma la preferisco quando non osa nemmeno la frangia e mette il risalto lo sguardo. Voto: 9 Shailene Woodley: cosa vi avevo detto io della collezione couture di Valentino? Che pare castrata. Ecco quello che intendo. Che poi una si mette il Valentino addosso e sembra che stia uscendo in camicia da notte. Voto: 5
Cameron Diaz: ecco un'altra che, insieme a Penelope, è invecchiata di 20 anni in 5 minuti. Maledetto il giorno che si è tagliata i capelli, adesso tutti sappiamo che ha le rughe. Vedo i segni del tracollo fisico, forse era ora. Abito un po' meh, quel fiancotto lì comincia ad essere importante per gli abiti a sirena. Pensaci, Cameron mentre fai a surfare. Voto: 5/6 Jennifer Lopez: la Diva. Serve dire altro? Chi meglio di lei può indossare un tubo di lamè elasticizzato fasciante come una pancera, con tanto di decorazione a raggera che pare l'altare di una madonna? Lei può. Voto: 7 ½ Milla Jovovich: l'unica degna di indossare un Elie Saab. Milla cavalca ancora lo stile old Hollywood, per ora non sbaglia ma comincia a stufare. Però, per adesso, è tra le migliori. Voto: 8/9
Sandra Bullock: quell'abito ha un qualcosa che mi disturba, dev'essere lo stacco tra i due pannelli di tessuto, quel ricamo troppo piazzato, tutto quel contrasto. Non mi convince, non mi arriva. Voto: 6 Angelina Jolie: si sta parlando della sua gamba tanto quanto s'è parlato della farfalla di Belen. L'ho trovata pessima, eccessiva e fuori luogo. Voler indossare un abito di velluto e fare di tutto per allargare le gambe. Troppo marcato il gesto, troppo ripetuto nel corso della serata, troppo banale come mossa. Volesse fare la donna elegante, cominciasse ad imparare a stare davanti ai fotografi. E dopo averla vista parlare mi rendo conto che forse la prossima fondazione che aprirà sarà per le donne che muoiono di fame. Come lei. Voto: 4 Rose Byrne: nero, pailettes, Vivienne Westwood. Potevi rimanere a casa se non c'avevi voglia. Voto: 3 Kelly Osbourne: piccola grande e paffuta certezza. Si vede che comincia a seguire i miei consigli, brava. Ricordiamoci che era lì come inviata di Fashion Police (sì, lei), il nero è abbastanza. Voto: 7 (mio dio, sto male). Volesse dio ancora queste e abbiamo finito. Però è valsa la pena aspettare così tanto, perché è arrivata la migliore di tutte:
Jessica Chastain: di una bellezza disarmante. Non vado matta per l'oro sul nero ma quel capello un po' mosso e così romantico sdrammatizza il look. Finalmente non ho nulla da dire, per me sfiora la perfezione. Voto: 9 ½ Meryl Streep: come avete osservato voi prima di me ha lasciato perdere Vivienne Westwood e aggiungo che si è data all'abito a vestaglietta, come da me indicato nel post di retrospettiva (ci dev'essere una mia spia a Hollywood). Che dire, è un abito da Oscar, scelto con cura dalle mani di Alber Elbaz (con tessuti organici, biologici, blah blah quella roba lì della moglie di Colin, ok) sapendo che queste foto rimarranno nella storia. Ha fatto bene, bisogna saper essere ricordati. Mi dispiace solo aver visto Iron Lady in italiano, ho la sensazione che con quei denti la pronuncia sarebbe stata qualcosa da ricordare tanto quanto l'abito dorato. Infine la scelta felice ma non del tutto compresa di Stacey Keibler, in Marchesa, fin troppe volte paragonata ad un Ferrero Rocher. Sicuramente eccessivo per essere una fidanzata di copertura di un attore gay, riconosciamo che però ha saputo essere elegante. Ricordiamoci di quando, qualche mese fa, pareva ancora una wrestler. Voto: 6 per l'impegno. Infine qualche ritratto per vedere da vicino ciò che l'occhio (a questo proposito, oggi ricorre un anno dal mio intervento di miopia, rallegriamocene tutti) spesso non coglie nelle foto intere.