Mancano ormai pochissime ore alla 86esima edizione della notte degli Oscar, prevista per domani sera al Dolby Theatre di Los Angeles, con la cerimonia condotta da Ellen DeGeneres (qui trovate l’elenco completo delle nomination agli Academy Award in tutte le categorie). Per prepararvi al meglio all’evento cinematografico più atteso dell’anno, vi proponiamo ora un breve excursus sulle categorie principali, con le previsioni sui probabili favoriti per la vittoria.
MIGLIOR FILM
Nella categoria regina tutti i pronostici sono a favore di 12 anni schiavo di Steve McQueen, che ha rafforzato considerevolmente la propria candidatura con la vittoria del Golden Globe, del BAFTA e del Critics’ Choice Movie Award. A contendergli la statuetta potrebbero essere lo spettacolare Gravity di Alfonso Cuarón, anche se la componente effettistica e tecnicamente innovativa del film dovrebbe favorirlo soprattutto nei premi tecnici, oppure American hustle di David O. Russell, che negli States ha riscontrato grande successo. Nettamente staccati gli altri titoli candidati, per una categoria che probabilmente riserverà ben poche sorprese.
MIGLIOR REGISTA
Tutti i riflettori sembrano essere puntati su Alfonso Cuarón, che verrà probabilmente premiato per la bravura nel saper orchestrare incredibili effetti speciali in un film che, almeno per quanto riguarda l’aspetto visivo, ha pochi eguali. L’unico che potrebbe scalzarlo è Steve McQueen, ma se l’Academy mantiene fede a certe sue linee di pensiero come in altre edizioni (Ang Lee vinse l’anno scorso per la patinata regia di Vita di Pi), Cuarón avrà vita facile. In terza fila la candidatura di David O. Russell per American hustle.
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
La storia insegna che l’Academy è sensibile a profondi cambiamenti fisici che aiutano gli interpreti ad aumentare l’intensità delle loro performance: ecco perché Matthew McConaughey sembra essere il favorito nella corsa alla statuetta come miglior attore protagonista grazie al suo ruolo in Dallas Buyers Club. Tuttavia sia ai Golden Globe che agli Screen Actors Guild Award McConaughey non ha avuto tra i rivali la scomoda candidatura di Leonardo DiCaprio, nominato per The wolf of Wall Street. Leo rimane ampiamente in corsa, trainato anche dal consenso popolare che lo vorrebbe finalmente vincitore di un Oscar. Ma l’Academy ha dimostrato troppo spesso negli anni di non tenerlo in grande considerazione, quindi prevarrà l’incertezza fino all’ultimo, ma McConaughey parte sicuramente avvantaggiato. Qualche chance potrebbe averla anche Chiwetel Ejiofor per 12 anni schiavo, ma i due rivali sembrano un ostacolo abbastanza insormontabile.
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Categoria molto meno incerta sembra essere quella per la miglior interprete femminile protagonista. Sembra pressoché scontata la vittoria di Cate Blanchett per la splendida interpretazione in Blue Jasmine di Woody Allen, mentre dietro di lei sono molto staccate le candidature di Amy Adams per American hustle, Sandra Bullock per Gravity, Judi Dench per Philomena e l’onnipresente Meryl Streep per I segreti di Osage County. In ogni caso la Blanchett rimane la favorita, e l’attrice australiana dovrebbe portare a casa la seconda statuetta della sua carriera dopo quella, nella categoria non protagonista, per The Aviator nel 2004.
MIGLIOR ATTORE SUPPORTER
Per l’interpretazione maschile da non protagonista i dubbi sembrano essere ridotti al minimo: si preannuncia infatti come la vittoria più scontata della serata quella di Jared Leto in versione en travesti in Dallas Buyers Club. L’unica flebile speranza la mantiene l’assoluto esordiente Barkhad Abdi, pirata somalo antagonista di Tom Hanks in Captain Phillips – Attacco in mare aperto, vincitore ai BAFTA senza però la concorrenza dello stesso Leto.
MIGLIOR ATTRICE SUPPORTER
La straziante, drammatica e cruda interpretazione di Lupita Nyong’o in 12 anni schiavo dovrebbe avere la meglio, nella categoria per la miglior attrice non protagonista, sulla Jennifer Lawrence di American hustle, che tuttavia in molti casi è riuscita a spuntarla anche quando non sembrava potesse trionfare. È una corsa a due ma Lupita parte abbastanza avvantaggiata.
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Senza i fratelli Coen, che solitamente quando vengono nominati dominano la categoria, l’Academy potrebbe premiare David O. Russell per il copione di American hustle, che altrimenti rischia seriamente di tornare a casa a mani vuote. Il suo avversario principale è sicuramente Spike Jonze, che con il suo racconto di una storia tra amore e solitudine in Lei potrebbe realmente rovinare i piani del regista di American hustle.
MIGLIOR SCENEGGIATURA ADATTATA
Anche in questo caso le percentuali sono quasi tutte destinate verso un solo nome: Philomena. Steve Coogan e Jeff Pope sono gli autori della splendida sceneggiatura del film con Judi Dench, basata sul romanzo del giornalista Martin Sixsmith. Ma attenzione, perché subito dietro è forte la nomination di John Ridley per la sceneggiatura di 12 anni schiavo, dall’omonima autobiografia di Solomon Northup.
MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Frozen – Il regno di ghiaccio e la Disney sembrano lanciatissimi verso l’Oscar in questa categoria, forti anche del grandissimo consenso del pubblico in tutto il mondo. Attenzione però, perché un’Academy in versione “sentimentale” potrebbe premiare l’ultimo (?) capolavoro di Hayao Miyazaki, The wind rises.
MIGLIOR FILM STRANIERO
Se dovessimo dare retta alla cabala non avremmo più dubbi: La grande bellezza uscirebbe trionfante dalla serata di Los Angeles. Anche i bookmaker sembrano propendere per questa soluzione: chi vince il Golden Globe negli ultimi anno ha sempre vinto poi anche l’Oscar. Sullo sfondo resistono le candidature del danese Il sospetto e del neo vincitore del premio César Alabama Monroe – Una storia d’amore.
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