L’Oscar ama i messicani, è confermato. Già l’anno scorso Alfonso Cuarón con il suo meraviglioso Gravity ne aveva accumulati ben sette, compreso quelli per la migliore regia e la migliore fotografia: questo incassato da un altro messicano, Emmanuel Lubezki. Certo, come no, il film resta un prodotto americano, americanissimo, inteso come statunitense. Allora diciamo, per essere precisi, che è il messicano in trasferta a Hollywood, o nei suoi dintorni di cinema indipendente, a essere diventato una macchina da Oscar. Dopo Cuarón, quest’anno è stato un altro uomo venuto da oltre la Frontera a sbancare gli Academy Awards. Parlo di Alejandro Gonzalez Iñarritu, il cui Birdman se ne è portati a casa quattro, compresi i due più pesanti, miglior film e migliore regia. A proposito: Lubezki, ancora lui, ha vinto per la migliore fotografia, ed è il secondo Oscar consecutivo. Sua anche la cinematography del nuovo Terrence Malick, Knight of Cups, appena visto alla Berlinale, ed è roba da togliere il fiato dalla bellezza. Stiamo a vedere cosa ne penserà l’Academy l’anno prossimo.
Alejandro Gonzalez Iñarritu con l’Oscar per ‘Birdman’ migliore film
Alfonso Cuaron con l’Oscar vinto nel 2014 per le regia di ‘Gravity’