Magazine Informazione regionale
Piazza Calenda 1 – Napoli
Ortensia T presenta OSCAR WILDE, IL PROCESSO
Roberto Azzuro in una foto d'archivio- Napoli conferenza stampa Positano Teatro Festival 2011
Un Progetto e Regia di Roberto Azzurro tratto dall'omonimo libro a cura di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio con
Roberto Azzurro / Oscar Wilde
Pietro Pignatelli / Edward Carson
Progetto grafico Luciano Correale
Segreteria di produzione Andrea Axel Nobile
Ph Pepe Russo
Roberto Azzurro a Positano 2011 nella performance d'apertura del Positano Teatro Festival .
OSCAR WILDE, IL PROCESSO, è un progetto di Roberto Azzurro, tratto dagli “Atti processuali originali editi da Ubulibri a cura di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio”.
Questo allestimento è la pirma messinscena degli atti processuali originali del primo processo a Oscar Wilde, che per questa data entra in un luogo storico, un luogo deputato per rivivere quel terribile 3 aprile del 1985. Dunque Wilde entra di nuovo in un tribunale vero, e Castel Capuano ci sembra un luogo irrinunciabile per questo ritorno in scena di uno spettacolo che vive già ormai da qualche anno.
In tempi in cui accuse, tabù sociali e violenze non cedono ancora il passo ai valori “dell’accettazione, dell’inclusione e del rispetto reciproci”, l’ironia dissacrante e lo spirito caustico di Wilde rimarcano l’importanza della libertà e della salvaguardia dei diritti civili. Oscar Wilde fu protagonista di ben tre processi, che lo portarono alla rovina. Il primo di questi fu intentato da lui stesso ai danni del Marchese di Queensberry che, scoperta la relazione tra suo figlio Alfred e lo scrittore, l’aveva accusato di "posare a sodomita". A causa delle notizie sulla sua vita privata emerse in questo primo processo, Oscar Wilde verrà in seguito giudicato colpevole del reato di “sodomia” e di “gravi indecenze”, e condannato a due anni di lavori forzati. I verbali dei processi non vennero mai resi pubblici, perché ritenuti scabrosi e compromettenti. Solo nel 2000, l'eccezionale ritrovamento di un manoscritto presso la British Library ci consente oggi di rivivere parola per parola quel l’interrogatorio in cui Wilde diede prova del suo famigerato acume.
Roberto Azzurro (Oscar Wilde) e Pietro Pignatelli (l’avvocato Edward Carson) ripercorrono i momenti salienti di un interrogatorio, in cui Wilde è costretto a rispondere dei suoi rapporti con omosessuali e ragazzi di vita, e lo fa di volta in volta negando, mentendo, scherzandoci sopra. E’ quasi un miracolo poter assistere al genio del suo umorismo, nelle vere risposte date al suo inquisitore, nell’espressione massima della grande ironia di un “gigante” della letteratura mondiale, di cui il 30 novembre 2010 sono ricorsi i 110 anni dalla morte.
Un tema più che mai attuale, visto che questi anni verranno ricordati come gli anni dei processi, dei processi spettacolo in particolar modo
Non è affatto vero che dietro la voglia dei processi c’è una ricerca della verità per fini edificanti e per rincorrere un senso della giustizia che altrimenti non verrebbe applicato. Questi sono soltanto anni di vuoto esistenziale e dunque attraverso il frastuono che si crea intorno a un fatto ci si illude che quel fatto, dandoci “visibilità” (parola abusata e pericolosa), ci possa dare un più profondo senso dell’esistere. Sono anni di discriminazioni, di razzismi, di omofobie, di paura di qualsivoglia diversità. E il tentativo di evidenziarle serve soltanto - è lapalissiano - a sottolineare la superiorità di qualcun altro, che altrimenti non esisterebbe affatto, come infatti è.
Nel tentativo di fare del teatro civile, di dare un senso meno ordinario al nostro piccolo esistere, dunque, portiamo in scena un evento che rivoluzionò la storia della fine del Ottocento, il processo che vide, per ragioni appunto discriminatorie, razziste, classiste e varie ancora, mandare alla rovina una delle menti più eccelse della storia dell’umanità.
Per fortuna, quella era solo carne: il genio di Oscar Wilde è stato tramandato intatto nei secoli, e noi ne testimoniamo, con un documento terribile e meraviglioso, il genio appunto, l’estro appunto, l’acume appunto, l’intelligenza appunto. L’immortalità senza dubbio.
Prima d’ora ma messi in scena, IL PRIMO PROCESSO DI OSCAR WILDE, mette in evidenza che di bui la nostra società ne ha attraversati parecchi, oggi come in altri tempi. E solo mettendoli in evidenza forse si può sollecitare una più voglia di luce. Di luce.
INGRESSO 10,00 Euro
Per Info e PRENOTAZIONI:
Andrea Axel Nobile (Pagina Facebook)
Cell. 333.7291281
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