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Oscar Wilde – Il ritratto di Dorian Gray 19

Creato il 13 settembre 2012 da Marvigar4

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Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray
Traduzione dall’originale inglese The Picture of Dorian Gray
di Marco Vignolo Gargini

Capitolo XIX

   «Non serve a niente che tu mi dica che vuoi essere buono» esclamò Lord Henry, immergendo le sue bianche dita in un recipiente di rame rosso pieno d’acqua di rose. «Tu sei proprio perfetto. Per favore, non cambiare.»
   Dorian Gray scosse il capo. «No, Harry, ho fatto troppe cose orribili nella mia vita. Non voglio farne più. Ho iniziato a fare buone azioni ieri.»
   «Dove sei stato ieri?»
   «In campagna, Harry. Sono stato in una piccola locanda tutto da solo.»
   «Mio caro ragazzo,» disse Lord Henry sorridendo, «chiunque può essere buono in campagna. Là non ci sono tentazioni. Ecco il motivo per cui la gente che vive fuori città è assolutamente incivile. La civilizzazione è ben lungi dall’essere una cosa facile da conquistare. Ci sono solo due modi con cui l’uomo può ottenerla. Uno è essere colti, l’altro è essere corrotti. La gente di campagna non ha l’opportunità di essere né l’uno né l’altro, e così ristagna.»
   «Cultura e corruzione» fece eco Dorian. «Le ho conosciute un po’ entrambe. Adesso mi sembra terribile che debbano trovarsi sempre insieme. Perché ho un nuovo ideale, Harry. Voglio cambiare. Penso di essere già cambiato.»
   «Non mi hai ancora detto qual è stata la tua buona azione. O mi hai detto di averne fatta più di una?» chiese l’amico mentre si versava nel piatto una piccola piramide color cremisi di fragole coltivate e, con un cucchiaio bucherellato a forma di conchiglia, le cospargeva di candido zucchero.
   «A te posso dirlo, Harry. È una storia che non potrei raccontare a nessun altro. Ho risparmiato qualcuno. Sembra sciocco, ma tu capisci quello che voglio dire. Era bellissima e somigliava straordinariamente a Sibyl Vane. Credo che sia stata questa la cosa che all’inizio mi ha attratto di lei. Ricordi Sibyl, no? quanto tempo sembra passato! Bene, Hetty non è una della nostra classe sociale, ovviamente. È semplicemente una ragazza di paese. Ma io l’amavo veramente. Sono sicurissimo d’averla amata. Durante tutto questo meraviglioso maggio che abbiamo passato, correvo a trovarla due o tre volte la settimana. Ieri ci siamo incontrati in un piccolo frutteto. I fiori di melo continuavano a caderle sui capelli, e lei rideva. Saremmo dovuti partire insieme questa mattina all’alba. All’improvviso ho deciso di
lasciarla illibata come l’ho trovata.»
   «Sono più disposto a pensare che la novità dell’emozione ti avrà dato certamente un brivido di vero piacere, Dorian» interruppe Lord Henry. «Ma il tuo idillio posso concluderlo io al posto tuo. Le hai dato dei buoni consigli e le hai spezzato il cuore. Ecco l’inizio del tuo cambiamento.»
   «Harry, sei orribile! Non devi dire queste cattiverie. Il cuore di Hetty non si è spezzato. Naturalmente, ha pianto e tutto il resto. Ma non incombe nessuna vergogna su di lei. Lei può vivere, come Perdita [49], nel suo giardino di menta e calendule.»
   «E piangere per un infedele Florizel [50]» disse Lord Henry ridendo e appoggiandosi alla spalliera della sedia. «Mio caro Dorian, hai le fantasie infantili più curiose. Pensi davvero che ora questa ragazza si accontenterà mai di qualcuno del suo rango? Forse un giorno sposerà un rude carrettieri o un contadino scimunito. Bene, il fatto che ti abbia incontrato e
amato le insegnerà a disprezzare il marito, e sarà infelice. Da un punto di vista morale, non posso dire di stimare molto la tua grande rinuncia. Anche come inizio, è un po’ misero. E poi, che ne sai se Hetty in questo preciso momento non sta galleggiando in qualche stagno illuminato dalle stelle, contornata da belle ninfee, come Ofelia?»
   «Questo non lo posso sopportare, Harry! Tu ti fai gioco di tutto, e poi suggerisci le tragedie più serie. Mi dispiace di averti detto questo adesso. Non m’interessa quello che mi dici. Io so di aver fatto bene comportandomi così. Povera Hetty! Quando questa mattina sono passato a cavallo davanti alla fattoria, ho visto il suo viso bianco alla finestra, sembrava un mazzetto di gelsomini. Non ne parliamo più, e non cercare di persuadermi che la prima buona azione che ho fatto da anni, il primo piccolo sacrificio verso di me che ho mai conosciuto, sia in realtà una specie di peccato. Voglio essere migliore. E lo sarò. Dimmi qualcosa di te. cosa succede in città? Sono giorni che non vado al club.»
   «La gente sta ancora parlando della scomparsa del povero Basil.»
   «Credevo che a quest’ora se ne fossero già stancati» disse Dorian, versandosi del vino e accigliandosi leggermente.
   «Mio caro ragazzo, ne stanno parlando da appena sei settimane, e il pubblico britannico non è in grado di reggere lo sforzo mentale di avere più di un argomento ogni tre mesi. Comunque, sono stati molto fortunate ultimamente. Hanno avuto il caso del mio divorzio e il suicidio di Alan Campbell. Ora hanno la misteriosa scomparsa di un artista. Scotland Yard
continua a insistere che l’uomo con il pastrano grigio partito per Parigi il nove novembre con il treno di mezzanotte sia il povero Basil, e la polizia francese dichiara che Basil non è mai arrivato a Parigi. Mi immagino che tra una quindicina di giorni ci diranno che è stato visto a San Francisco. È una cosa strana, ma tutti quelli che spariscono si dice che sono stati visti a San Francisco. Dev’essere una città deliziosa che ha tutte le attrattive dell’altro mondo.»
   «Secondo te cosa è successo a Basil?» chiese Dorian, tenendo il suo Borgogna in controluce e meravigliandosi di poter discutere dell’argomento con tanta calma.
   «Non ne ho la più pallida idea. Se Basil sceglie di nascondersi, non è affar mio. Se è morto, non voglio stare a pensare a lui. La morte è la sola cosa che mi terrorizza. La odio.»
   «Perché?» chiese il più giovane con voce stanca.
   «Perché» disse Lord Henry, passandosi sotto le narici la grata dorata di una scatoletta aperta di Sali aromatici, «oggi si può sopravvivere a tutto tranne che a quella. La morte e la volgarità sono gli unici due fatti nel diciannovesimo secolo che non si riescono a spiegare. Prendiamo il caffè nella sala da musica, Dorian. Mi devi suonare Chopin. L’uomo con cui è fuggita mia moglie suonava Chopin meravigliosamente. Povera Victoria! Le volevo molto bene. La casa è piuttosto vuota senza di lei. Naturalmente, la vita matrimoniale è solo un’abitudine, una brutta abitudine. Ma poi si rimpiange anche la perdita delle peggiori abitudini. Forse si rimpiangono più quelle. Sono una parte così essenziale della nostra personalità.»
   Dorian non disse niente, ma si alzò dalla tavola e, passando nella stanza accanto, sedette al piano e fece vagare le dita tra l’avorio bianco e nero dei tasti. Quando portarono il caffè, si fermò, e guardando Lord Henry, disse: «Harry, ti è mai passato per la mente che Basil sia stato ucciso?»
   Lord Henry sbadigliò. «Basil era molto popolare e portava sempre un orologio Waterbury. Perché avrebbe dovuto essere ucciso? Non era abbastanza intelligente per avere nemici. Ovviamente, aveva un talento meraviglioso per la pittura. Ma un uomo può dipingere come Velasquez ed essere comunque il più ottuso di tutti. Basil era davvero ottuso. Mi interessò solo una volta, e fu quando mi disse anni fa che aveva un’adorazione folle per te e che tu eri il motivo dominante della sua arte.»
   «Volevo molto bene a Basil» disse Dorian con una nota di tristezza nella voce. «Ma non dicono che sia stato ucciso?»
   «Oh, qualche giornale sì. A me non sembra affatto probabile. So che ci sono posti orribili a Parigi, ma Basil non era tipo da andarci. Non aveva alcuna curiosità. Era il suo difetto principale.»
   «Che diresti, Harry, se ti raccontassi che ho ucciso Basil?» chiese il più giovane. Lo guardò fisso dopo aver parlato.
   «Direi, mio caro, che stai posando nei panni di un personaggio che non ti calza. Ogni delitto è volgare, così come tutta la volgarità è un delitto. Non è da te, Dorian, commette un delitto. Mi spiace urtare la tua vanità dicendo questo, ma ti assicuro che è vero. Il delitto appartiene esclusivamente alle classi inferiori. Non le biasimo minimamente. Potrei immaginare che il delitto per loro è ciò che l’arte è per noi, semplicemente un metodo per procurarsi sensazioni straordinarie.»
   «Un metodo per procurarsi sensazioni? Allora, credi che un uomo che ha commesso un delitto una volta potrebbe forse ripetere lo stesso delitto? Non dirmelo.»
   «Oh! Tutto diventa un piacere se lo si fa troppo spesso» esclamò Lord Henry, ridendo. «È uno dei più importanti segreti della vita. Comunque, la mia opinione è che l’omicidio è sempre un errore. Non si dovrebbe mai fare niente di cui non si può parlare dopo cena. Ma lasciamo stare il povero Basil. Vorrei poter credere che abbia fatto una fine romantica come tu suggerisci, ma non ci riesco. Forse è caduto nella Senna da un omnibus e il conducente ha messo a tacere lo scandalo. Sì: credo che questa è stata la sua fine. Lo vedo steso supino sotto quell’acqua verde scura, con i barconi che gli passano sopra e lunghe alghe attaccate ai capelli. Sai, non credo che avrebbe fatto più niente di buono. Negli ultimi dieci anni la sua pittura era peggiorata molto.»
   Dorian tirò un sospiro, e Lord Henry attraversò piano la stanza e iniziò a carezzare la testa di uno strano pappagallo di Giava, un grande uccello dalle piume grigie con la cresta e la coda rosa, che si dondolava su di un trespolo di bambù. Quando le sue dita affusolate lo toccarono, il pappagallo abbassò la bianca squama delle palpebre rugose sugli occhi neri e vitrei e cominciò a oscillare avanti e indietro.
   «Sì» continuò, voltandosi e prendendo il fazzoletto dalla tasca, «la sua pittura era molto peggiorata. Mi sembrava che avesse perso qualcosa. Aveva perso un ideale.. quando voi due cessaste di essere grandi amici, lui smise di essere un grande artista. Cosa fu a dividervi? Immagino che ti annoiasse. Se è così, non ti ha mai perdonato. È un’abitudine che hanno le persone noiose. A proposito, che fine ha fatto quel meraviglioso ritratto che ti ha fatto? Non penso di averlo più visto da quando lo finì. Oh! Ricordo che anni fa mi dicesti che lo avevi mandato a Selby, e che era stato smarrito o rubato durante il tragitto. Non l’hai più riavuto? Che peccato! Era davvero un capolavoro. Ricordo che lo volevo comprare. Vorrei averlo fatto. Apparteneva al miglior periodo di Basil. Da allora la sua opera fu quella curiosa mescolanza di cattiva pittura e buone intenzioni che dà sempre diritto a un uomo d’essere considerato un rappresentante dell’arte britannica. Hai messo degli annunci per trovarlo? Dovresti.»
   «Non ricordo» disse Dorian. «Credo di sì. Ma non mi era mai piaciuto veramente. Mi dispiace di aver posato per quel ritratto. La memoria di quella cosa mi è odiosa. Perché ne parli? Mi rammentava quei curiosi versi di una tragedia – l’Amleto, credo – come dicono?

Simile all’immagine dipinta del lutto,
un volto senza cuore.
[51]

   Sì: ecco a cosa somigliava.»
   Lord Henry rise.
   «Se un uomo tratta la vita artisticamente, il suo cervello è il suo cuore» rispose, sprofondando in una poltrona. Dorian Gray scosse il capo e suonò alcuni accordi leggeri sul piano. «‘Simile all’immagine dipinta del lutto,’» ripeté «‘un volto senza cuore’
   Il più anziano si sdraiò e lo guardò con occhi socchiusi. «A proposito, Dorian» disse dopo una pausa, «‘che guadagna un uomo se conquista il mondo intero e perde’ – com’è la frase? – ‘la sua anima?’»
   La musica stonò, e Dorian Gray sussultò e fissò l’amico.
   «Perché me lo chiedi, Harry?»
   «Mio caro,» disse Lord Henry, alzando le sopracciglia stupito, «Te lo chiedo perché pensavo che avresti potuto darmi una risposta. Tutto qui. Attraversavo il parco la scorsa domenica, e vicino a Marble Arch c’era una piccola folla di gente sciatta che ascoltava un volgare predicatore di strada. Mentre passavo, ho sentito quell’uomo urlare questa domanda al pubblico. Mi ha colpito per la sua notevole drammaticità. Londra è molto ricca di effetti curiosi di questo genere. Una domenica piovosa, un rozzo cristiano in impermeabile, un cerchio di facce bianche e malaticce sotto un tetto discontinuo di ombrelli gocciolanti, e una meravigliosa frase lanciata in aria da labbra stridule e isteriche – era veramente ottimo nel suo genere, molto suggestivo. Avrei voluto dire al profeta che l’arte ha un’anima, ma l’uomo no. Temo però che non mi avrebbe capito.»
   «No, Harry. L’anima è una realtà terribile. Può essere comprata, venduta e barattata. Può essere avvelenata, o resa perfetta. C’è un’anima in ognuno di noi. Lo so.»
   «Ne sei proprio sicuro, Dorian?»
   «Sicurissimo.»
   «Ah! Allora deve essere un’illusione. Le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere. È la fatalità della fede, e la lezione del romanzo. Come sei grave! Non essere così serio. Che cosa abbiamo a che fare noi due con le superstizioni della nostra epoca? No: noi abbiamo rinunciato a credere nell’anima. Suonami qualcosa. Suonami un notturno, Dorian, e, mentre suoni, dimmi a voce bassa come hai mantenuto la tua giovinezza. Devi avere un segreto. Sono solo più vecchio di te di dieci anni e sono rugoso, sciupato e ingiallito. Tu sei davvero meraviglioso, Dorian. Non sei mai apparso più affascinante di stasera. Mi ricordi il giorno in cui ti vidi la prima volta. Eri piuttosto sfacciato, molto timido, e assolutamente straordinario. Sei cambiato, naturalmente, ma non nell’aspetto. Vorrei che tu mi dicessi il tuo segreto. Per riavere la mia giovinezza farei qualsiasi cosa, eccetto fare esercizi, alzarmi presto, o essere rispettabile. Giovinezza! Non c’è niente come la giovinezza. È assurdo parlare dell’ignoranza della giovinezza. Le sole persone la cui opinione ascolto con tutto il rispetto sono le persone più giovani di me. Mi sembrano più avanti di me. La vita ha rivelato loro la sua ultima meraviglia. Quanto ai vecchi, li contraddico sempre. Lo faccio per principio. Se chiedi a loro l’opinione su qualcosa accaduto ieri, ti offrono solennemente le opinioni in voga nel 1820, quando si portavano i cravattoni, si credeva in tutto, e non si sapeva assolutamente niente. Com’è bello il pezzo che stai suonando! Mi chiedo se Chopin l’ha composto a Majorca, con il mare che gemeva intorno alla villa e gli spruzzi salmastri che sbattevano nei vetri. È meravigliosamente romantico. Che benedizione che ci sia rimasta un’arte non imitativa! Non fermarti. Voglio musica stasera. Mi sembra che tu sia il giovane Apollo e io Marsia che ti ascolta. Ho i miei dolori, Dorian, di cui neppure tu sai niente. La tragedia della vecchiaia non è essere vecchi, ma essere giovani. Delle volte mi stupisco della mia sincerità. Ah, Dorian, come sei felice! Che vita squisita hai avuto! Tu hai attinto profondamente tutto. Hai schiacciato l’uva sotto il tuo palato. Niente è stato nascosto a te. E per te tutto è stato soltanto come il suono della musica. Non ti ha sciupato. Sei rimasto lo stesso.»
   «Non sono lo stesso, Harry.»
   «Sì, lo sei. Mi domando come sarà il resto della tua vita. Non rovinarlo con la rinuncia. Adesso sei perfetto. Non renderti incompleto. Ora sei quasi senza difetti. È inutile che scuoti il capo: sai di esserlo. E poi, Dorian, non ingannarti. La vita non è governata dalla volontà o dalle intenzioni. La vita è una questione di nervi, fibre cellule sviluppate lentamente in cui il pensiero si cela e la passione ha i suoi sogni. Tu puoi crederti salvo o ritenerti forte. Ma un tono casuale di colore in una stanza o un cielo mattutino, un profumo particolare che un tempo hai amato e che reca con sé memorie sottili, un verso di una poesia dimenticata che ti capita ancora sotto gli occhi, una cadenza da un brano musicale che hai smesso di suonare – ti dico, Dorian, che le nostre dipendono da cose come queste. Browning lo ha scritto da qualche parte; ma i nostri stessi sensi le immaginano per noi. Ci sono momenti in cui la flagranza del lilas blanc mi invade improvvisamente, e io debbo rivivere il mese più strano della mia vita. vorrei poter fare a cambio con te, Dorian. Il mondo ha imprecato contro di noi, ma ti ha sempre adorato. Ti adorerà sempre. Tu sei il modello di quello che la nostra epoca sta cercando, e ha paura di aver trovato. Sono così contento che tu non abbia mai fatto niente, né scolpito una statua, o dipinto un quadro o prodotto nulla all’infuori di te! la vita è stata la tua arte. Tu hai messo in musica te stesso. I tuoi giorni sono I tuoi sonetti.»
   Dorian si alzò dal piano e si passò la mano sui capelli. «Sì, la vita è stata squisita» mormorò, «ma non voglio fare la stessa vita, Harry. E tu non devi dirmi queste cose stravaganti. Non sai tutto di me. Credo che se lo sapessi anche tu ti allontaneresti da me. Tu ridi. Non ridere.»
   «Perché hai smesso di suonare, Dorian? Torna a regalarmi ancora quel notturno. Guarda quella grande luna color miele sospesa nell’aria buia. Sta aspettando che tu la incanti di nuovo, e se tu suoni lei si avvicinerà alla terra. Non vuoi? Allora, andiamo al club. È stata una splendida serata, e dobbiamo concluderla in modo splendido. C’è qualcuno da White’s che vorrebbe proprio conoscerti – il giovane Lord Poole, il figlio maggiore di Bournemouth. Ha già copiato le tue cravatte e mi ha supplicato di presentartelo. È proprio delizioso e mi ricorda un po’ di te.»
«Spero di no» disse Dorian con uno sguardo triste negli occhi. «Ma stasera sono stanco, Harry. Non andrò al club. Sono quasi le undici e voglio andare a letto presto stasera.»
   «Resta. Non hai mai suonato così bene come stasera. C’era qualcosa di meraviglioso nel tuo tocco. Aveva più espressione di quanta abbia mai udito prima.»
   «È perché voglio essere buono» rispose sorridendo. Sono già un po’ cambiato.»
   «Per me non puoi cambiare, Dorian» disse Lord Henry. «Tu e io saremo sempre amici.»
   «Eppure una volta tu mi hai avvelenato con un libro. Non dovrei perdonartelo. Harry, promettimi che non presterai mai quel libro a nessuno. È deleterio.»
   «Mio caro ragazzo, tu stai veramente iniziando a moraleggiare. Presto tu diventerai come i convertiti, e i revivalisti, che ammoniscono la gente contro tutti i peccati di cui tu ti sei stancato. Sei troppo delizioso per fare questo. E poi, è inutile. Tu e io siamo ciò che siamo, e saremo ciò che saremo. Circa il fatto di essere avvelenati da un libro, non esiste una cosa del genere. L’arte non ha influenza sull’azione. Annichilisce il desiderio dell’azione. È superbamente sterile. I libri che il mondo chiama immorali sono quelli che mostrano al mondo la sua vergogna. Ecco tutto.
   Ma non parliamo di letteratura. Passa da me domani. Andrò a cavallo alla undici. Possiamo andarci insieme, e poi ti porterò a pranzo da Lady Branksome. È una donna incantevole e vuole consultarti su alcuni arazzi che ha intenzione di comprare. Mi raccomando, vieni. O vogliamo pranzare con la nostra piccola duchessa? Dice che non ti vede più adesso. Forse sei stanco di Gladys? Me lo immaginavo. La sua lingua intelligente dà sui nervi. Bene, in ogni caso, vieni qui alle undici.»
   «Devo proprio venire, Harry?»
   «Certo. Il parco è davvero bello ora. Non credo ci siano stati lillà così dall’anno che ti ho incontrato.»
   «Benissimo. Sarò qui alle undici» disse Dorian. «Buona notte, Harry.» Sulla porta ebbe un attimo di esitazione, come se avesse qualcos’altro da dire. Poi sospirò è uscì.

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[49] Personaggio del The Winter’s Tale di Shakespeare.

[50] C.s.

[51] Amleto, Atto IV, Scena VII



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