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Oscar Wilde – L’anima dell’Uomo sotto il Socialismo XIII

Creato il 14 agosto 2014 da Marvigar4

L'Anima dell'Uomo sotto il socialismo

È quindi evidente che, in queste cose, ogni autorità è negativa. La gente talvolta chiede quale forma di governo sia più adatta per la vita di un artista. A questa domanda c’è solo una risposta. La forma di governo che è più adatta a un artista è nessuna forma di governo. L’autorità su di lui e sulla sua arte è ridicola. È stato affermato che sotto il dispotismo gli artisti hanno prodotto opere belle. Non è proprio così. Gli artisti hanno visitato i despoti, non come soggetti da essere tiranneggiati, ma come errabondi creatori di meraviglie, come vaganti personalità che affascinano, per essere intrattenuti, deliziati e tollerati standosene in pace e in condizione di creare. C’è questo da dire in favore del despota, che egli, essendo un individuo, può possedere una cultura, mentre la massa, che è un mostro, non ne ha. Uno che sia un Imperatore o un Re può piegarsi per raccogliere un pennello a un pittore, ma quando la democrazia si piega è soltanto per gettare fango. E inoltre la democrazia non deve piegarsi così tanto quanto l’imperatore. Infatti, quando vuole lanciare fango non deve assolutamente piegarsi. Ma non c’è necessità di separare il monarca dalla plebe; qualsiasi autorità è egualmente cattiva. Ci sono tre specie di despoti. C’è il despota che tiranneggia il corpo. C’è il despota che tiranneggia l’anima. C’è il despota che tiranneggia sia l’anima che il corpo. Il primo si chiama il Principe. Il secondo si chiama il Papa. Il terzo si chiama il Popolo. Il principe può essere colto. Molti lo sono stati. Tuttavia il principe è pericoloso. Si pensi a Dante, con l’amara festa di Verona; al Tasso a Ferrara nella sua cella da folle. Per l’artista è meglio non vivere con i principi. Il papa può essere colto. Molti papi lo sono stati; i cattivi papi lo sono stati. I cattivi papi hanno amato la bellezza quasi con la stessa passione con cui i buoni papi hanno odiato il pensiero. Alla malvagità del papato l’umanità deve molto. La bontà del papato ha un terribile debito con l’umanità. Eppure, per quanto il Vaticano abbia mantenuto la retorica dei suoi tuoni e perduto la verga dei suoi fulmini, è meglio per l’artista non vivere con i papi. Ci fu un papa che di Cellini disse, durante un conclave di cardinali, che le leggi e l’autorità comuni non erano fatte per uomini come lui; ma ci fu un papa che gettò Cellini in carcere e ve lo tenne finché non si ammalò d’ira, e si creò visioni irreali, vide il sole dorato entrare nella sua cella e se ne innamorò talmente che cercò di evadere, balzò di torre in torre e all’alba cadendo nell’aria che gli dava le vertigini, si infortunò, e fu ricoperto di foglie di vite da un vignaiolo che lo portò su un carro da uno che, amando le cose belle, ebbe cura di lui. I papi sono pericolosi. E per quanto riguarda il Popolo, che dire di esso e della sua autorità? Forse se ne è parlato abbastanza. La sua autorità è una cosa cieca, sorda, orribile, grottesca, tragica, divertente, seria e oscena. È impossibile per l’artista vivere con il popolo. Tutti i despoti corrompono. Il Popolo corrompe e abbrutisce. Chi gli ha detto di esercitare l’autorità? Il Popolo è stato creato per vivere, ascoltare e amare. Qualcuno gli ha fatto un grande torto. Si è rovinato con le sue stesse mani imitando i suoi superiori. Ha preso lo scettro del Principe. Come può usarlo? Ha preso il triregno del Papa. Come può sopportare il suo peso? Il Popolo è come un pagliaccio dal cuore infranto. È come un sacerdote la cui anima non è ancora nata. Tutti quelli che amano la Bellezza devono compatirlo. Sebbene esso stesso non ami la Bellezza, tuttavia deve compatire se stesso. Chi gli ha insegnato il trucco della tirannide? Si potrebbero sottolineare molte altre cose. Si potrebbe sottolineare come il Rinascimento sia stato grande perché non cercò di risolvere problemi sociali e non si occupò di queste cose, ma permise all’individuo di svilupparsi in bellezza, liberamente e naturalmente, ed ebbe così artisti grandi e individuali e uomini grandi e individuali.



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