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Oscar Wilde – L’anima dell’Uomo sotto il Socialismo XIV

Creato il 18 agosto 2014 da Marvigar4

L'Anima dell'Uomo sotto il socialismo

OSCAR WILDE

L’ANIMA DELL’UOMO SOTTO IL SOCIALISMO

Titolo originale: The Soul of Man under Socialism

Traduzione dall’originale in inglese di Marco Vignolo Gargini

Si potrebbe sottolineare come Luigi XIV, creando lo Stato moderno, abbia distrutto l’individualismo dell’artista e reso le cose mostruose nella loro monotonia della ripetitività e spregevoli nel loro conformismo alle regole, e che abbia distrutto in tutta la Francia quelle belle libertà di espressione che avevano rinnovato la tradizione nella bellezza e creato nuovi modi di armonia con la forma antica. Ma il passato non ha importanza. Il presente non ha importanza. È del futuro che dobbiamo occuparci. Perché il passato è ciò che l’uomo non avrebbe dovuto essere. Il presente è ciò che l’uomo non dovrebbe essere. Il futuro è ciò che sono gli artisti.

Si dirà, naturalmente, che tale schema così come viene qui proposto è piuttosto privo di praticità e va contro la natura umana. È perfettamente vero. È privo di praticità e va contro la natura umana. Ecco perché vale la pena di realizzarlo e perché lo si propone. E allora, che cos’è uno schema pratico? Uno schema pratico è uno schema che esiste già, o uno schema che potrebbe essere realizzato in condizioni esistenti. Ma è esattamente alle condizioni esistenti che ci si oppone; e ogni schema che potrebbe accettare queste condizioni è sbagliato e stupido. Ci si sbarazzerà di queste condizioni, e la natura umana cambierà. L’unica cosa che si sa davvero a proposito della natura umana è che cambia. Il cambiamento è l’unica sua qualità che possiamo predicare. I sistemi che falliscono sono quelli che si basano sulla stabilità della natura umana e non sulla sua crescita e sul suo sviluppo. L’errore di Luigi XIV fu credere che la natura umana non sarebbe stata sempre la stessa. Il risultato del suo errore fu la Rivoluzione francese. Fu un risultato ammirevole. Tutti i risultati degli errori dei governi sono sempre ammirevoli.

Occorre anche notare che l’individualismo non si rivolge all’uomo con stucchevoli ipocrisie sul dovere, che significa semplicemente fare quello che gli altri vogliono perché essi lo vogliono; o con orribili ipocrisie sull’auto-sacrificio, che è semplicemente un rimasuglio di selvagge mutilazioni. Infatti esso non si rivolge all’uomo rivendicando su di lui alcunché. È dall’uomo che nasce, naturalmente e inevitabilmente. È il punto verso il quale tende ogni organismo. È la perfezione inerente a ogni modo di vita e verso la quale ogni modo di vita si affretta. E così l’individualismo non esercita costrizione alcuna sull’uomo. Al contrario, dice all’uomo che non dovrebbe tollerare che su di lui sia esercitata alcuna coercizione. Non cerca di costringere la gente a essere buona. Sa che la gente è buona, quando la si lascia stare. L’uomo svilupperà l’individualismo a partire da se stesso. L’uomo sta sviluppando l’individualismo. Domandare se l’individualismo è pratico equivale a domandare se l’evoluzione è pratica. L’evoluzione è la legge della vita, e non c’è evoluzione se non verso l’individualismo. Laddove questa tendenza non è espressa abbiamo una crescita arrestata artificialmente o una malattia o la morte.



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