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Oscar Wilde – La Ballata del Carcere di Reading II

Creato il 13 maggio 2015 da Marvigar4

Wilde Ballata del Carcere di Reading

Oscar Wilde

La ballata del carcere di Reading

Traduzione in italiano

Dall’originale in inglese

The Ballad of Reading Gaol

Di Marco Vignolo Gargini

 

II

Sei settimane la guardia camminò in cortile

Nel suo vestito grigio malandato:

Il suo berretto da cricket sul suo capo,

E il suo passo sembrava lieve e gaio.

Ma mai io vidi un uomo guardare

Così malinconicamente il giorno.

Non vidi mai un uomo guardare

Con un occhio così malinconico

Quella piccola tenda di azzurro

Che i carcerati chiamano il cielo,

E ogni nube errante che trascinava

I sui velli sfilacciati dietro.

Non si torceva le mani come fanno

Quegli uomini stupidi che osano

Tentare di allevare la volubile speranza

Nell’antro della nera disperazione:

Egli guardava soltanto il sole

E beveva l’aria del mattino.

Non si torceva le mani né piangeva,

Non sbirciava né si struggeva,

Ma beveva l’aria quasi contenesse

Un qualche salutare calmante;

A bocca aperta beveva il sole

Quasi fosse stato vino!

E io e tutte le altre anime in pena

Che camminavano pesanti nell’altro cerchio,

Dimenticammo se noi stessi avevamo commesso

Un grande o piccolo reato,

E fissammo con sguardo di ottuso stupore

L’uomo che doveva essere impiccato.

Ed era strano vederlo passare

Con passo così lieve e gaio,

E strano era vederlo guardare

Così malinconicamente il giorno,

E strano era pensare che lui

Aveva un tal debito da pagare.

* * *

Poiché quercia e olmo hanno liete foglie

Che spuntano in tempo di primavera;

Ma terribile a vedersi è l’albero della forca,

Con la sua radice morsa dalla vipera,

E verde o secco, un uomo deve morire

Prima che dia il suo frutto!

Il luogo più alto è quel seggio di grazia

Cui aspirano tutti gli uomini di mondo:

Ma chi resisterebbe con un collare di canapa

Su di un alto patibolo,

E attraverso un capestro di assassino

Guardare il cielo per l’ultima volta?

È dolce ballare al suono di violini

Quando amore e vita sono favorevoli:

Ballare coi flauti, ballare coi liuti

È cosa delicata e rara:

Ma non è dolce con agili piedi

Ballare nell’aria!

Così con occhi curiosi e morbose congetture

Lo osservammo giorno dopo giorno,

Domandandoci se ciascuno di noi

Sarebbe finito nello stesso modo,

Poiché nessuno può dire in quale rosso inferno

La sua anima accecata possa smarrirsi.

* * *

Da ultimo il morto non camminò più

Fra gli uomini sotto processo,

E io seppi che allora stava in piedi

Nell’orribile recinto del banco degli imputati,

E che non avrei visto il suo volto,

Mai più nel dolce mondo di Dio.

Come due navi condannate attraverso una tempesta

Avevamo incrociato le nostre rotte:

Ma non facemmo segnali, non dicemmo parole,

Non avevamo parole da dire;

Poiché non ci incontrammo nella santa notte,

Ma nel giorno della vergogna.

Un muro di prigione ci circondava entrambi,

Noi eravamo due reietti:

Il mondo ci aveva espulsi dal suo cuore,

E Dio dalla Sua grazia:

E la tagliola ferrea che aspetta il Peccato

Ci aveva presi nel suo tranello.


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