Sono fermi ormai da mesi i lavori che l’Erap sta conducendo per la ristrutturazione dell’ex convento agostiniano di Montegranaro meglio conosciuto come Ospedale Vecchio. L’edificio, di grandi proporzioni, vero e proprio centro del centro, è interessato da due cantieri che lo stanno (purtroppo) trasformando in un condominio di edilizia popolare: uno di competenza dell’Erap, appunto, e l’altro del Comune. Dico purtroppo perché, data l’importanza storica e il rilievo architettonico, si sarebbe potuta studiare una soluzione ben diversa. Altro motivo di rammarico è dato dal rischio che lo stesso diventi l’ennesimo ghetto montegranarese, specie alla luce di come è condotto l’altro condominio popolare cittadino, quello del quartiere Santa Maria, dove il degrado regna sovrano. Se questo avvenisse anche per l’antico convento sarebbe un danno irreparabile per il già martoriato centro storico montegranarese.
Il cantiere del Comune, dopo essere rimasto fermo per quasi tutto il 2012, è poi ripartito velocemente e ora fa ben sperare per una rapida conclusione dei lavori. Nei giorni scorsi sono state smontate le impalcature e sono stati installati gli infissi, segno inequivocabile che si è a buon punto. La parte di competenza dell’Erap, invece, risulta inspiegabilmente ferma dall’inizio dell’anno. La ditta che conduce i lavori aveva assicurato, l’anno scorso, che avrebbero accelerato anche in funzione del costo delle attrezzature utilizzate dal cantiere. Invece le impalcature e i macchinari sono immobili dallo scorso Natale, nonostante l’Erap abbia fatto sapere a mezzo stampa che, causa il maltempo, si sarebbe data priorità ai lavori all’interno dello stabile. Ma a lavorare non c’è nessuno.
Il Sindaco, dal canto suo, sembra intenzionato ad assegnare l’ala del chiostro, in via Garibaldi, alle associazioni culturali per farne una sorta di “casa della cultura” e si dice fiducioso di riuscirci entro l’inizio di Veregra Street, a giugno. Se così fosse sarebbe davvero un peccato creare un punto di aggregazione, specie durante la festa, in un luogo dove sia ancora presente un cantiere di queste proporzioni. Senza contare i disagi che i residenti sono costretti a subire per la presenza dello stesso e che sembrano destinati a protrarsi ancora a lungo.
Luca Craia