
Per la durata di quattro giorni – partono oggi – abbiamo ospitato a Bunju i direttori di Radio Maria di 20 paesi d’Africa. Assieme a loro altri, per un totale di 43 persone, e altri ospiti ancora di passaggio. In Italia non ho mai ascoltato – mai voluto – Radio Maria. Conosco la loro impostazione, che non è del tutto di mio gradimento. Ma so che lo è, invece, per milioni di persone e che fa loro del bene.
Questo mi basta per vedere il “dito di Dio” in questo ministero della comunicazione, tipico dei nostri tempi.
Inoltre si consideri la diffusione e l’importanza della radio in Africa e per l'informazione e per la formazione.
Molto più degli altri mezzi certamente e, in particolare, nei contesti rurali, lontani dalle città.
In tutta l’ Africa nonostante tutto il discorso di inculturazione, il tradizionalismo è di casa e nutre le comunità.
Basti considerare i molti paesi africani in cui Radio Maria e’ presente. Indubbiamente io vorrei anche aperture al futuro.
Aperture spirituali, teologiche, pastorali. E con l’aiuto di Dio e i tempi lunghi sono certo che arriveranno qui anche quelle. Occorre, perciò, guardare con ottimismo, impegnarsi nel dissodare e concimare e non lasciarsi mai scoraggiare.
L’Africa è comunque un continente anagraficamente giovane e i giovani- si sa- hanno le “antenne”.
Padre Giuseppe Inverardi (IMC)

Ecco gli amici di Bunju e la "tanta" gioventù del Tanzania e d'Africa, che s'incontrano periodicamente per la formazione, desiderosi di costruirsi un avvenire a misura di persona e dignitoso come deve essere per tutti.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)





