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Osservatorio Astronomico di Capodimonte, il ruolo del meridiano di Napoli

Creato il 22 dicembre 2014 da Vesuviolive

Osservatorio Astronomico di Capodimonte

Il primo Osservatorio Astronomico campano per la misurazione del tempo, la rilevazione meteorologica e le diverse scienze, risale al 1807 e fu adibito all’interno del monastero di san Gaudioso a Napoli, rimanendo attivo fino al 1819. Successivamente fu trasferito nella sede di Capodimonte, i cui lavori di costruzione iniziarono a loro volta nel 1812, per opera di Gioacchino Murat e per volere di re Ferdinando IV di Borbone.

Prima di allora, nel 1791, lo stesso Ferdinando IV di Borbone decise di riservare una delle stanze del Museo Archeologico di Napoli a questo tipo di attività ma quel territorio si rivelò ben presto troppo ostile per poter continuare la costruzione, interrotta di conseguenza dopo poco.

Il famoso cartografo padovano Giovanni Antonio Rizzi-Zannoni, grazie all’intervento di Ferdinando Galiani, segretario dell’ambasciata del Regno di Napoli a Parigi, da cui fu scelto, tra tanti e sempre su richiesta di Ferdinando IV di Borbone, fu il primo a rivedere la carta topografica del Regno di Napoli.  Per ben trent’anni prestò servizio a Napoli, producendo in quell’arco di tempo trentadue fogli dell’Atlanete Geografico del Regno di Napoli, documenti importantissimi in ambito tecnico e scientifico. Fu così che gettò le basi della Cartografia geodetica, basata principalmente sulla conoscenza esatta di determinati punti.

Il 24 gennaio del 1782, sul terrazzo di Castel Sant’Elmo, effettuò delle osservazioni astronimiche per calcolare quale fosse la precisa posizione degli elementi da cartagrogare. Si rese conto che il meridiano di Napoli passava sul bastione nord della fortezza, passando anche per il litorale della Villa Comunale. C’era dunque un’analogia tra le coordinate di Castel Sant’Elmo e quelle dell’Osservatorio di Greenwich in Inghilterra. A marzo 2014, nella Piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo, è stata posta una targa per ricordare i 200 anni della morte del cartografo.

Fino al 1960, per dar modo anche a coloro che non avevano l’orologio di conoscere l’ora esatta, a mezzogiorno veniva sparato un colpo di cannone, che arrivava in ogni angolo della città. Si trattava di un colpo molto minuzioso, collegato allo Strumento dei passaggi di Bamberg, utilizzato per la misurazione del tempo, risalente alla seconda metà dell’Ottocento ed in grado di rilevare perfettamente il momento esatto in cui una stella passa sul meridiano sul luogo di osservazione, rilevando anche la sua posizione. Fu Carl Bamberg, imprenditore tedesco, figlio di un orologiaio che aveva appreso il mestiere da autodidatta, a brevettarlo, grazie ad una montatura di lente molto particolare chiamata “a cannocchiale spezzato”, ideata dall’astronomo ungherese Franz Xaver von Zach, il quale successivamente fu scelto da  Napoli da Gioacchino Murat per dirigere l’Osservatorio di Capodimonte.


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