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Osservatorio Tamoil: seduta di auto-promozione e verbali inquietanti. Le sette sorelle si sono evolute

Creato il 06 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Fremebondi di entusiasmo, ecco come dovremmo essere dopo quattro anni di straziante attesa: ci si sente invece squartati come in una condanna a morte medievale, con ogni arto legato a un cavallo in fuga in direzione diversa. Fantasie furenti, istinto “artistico” nella tortura e nell’infliggere duolo. Dal Medioevo a oggi, cioè a un altro Medioevo, il cupo istinto si è evoluto cedendo una razionalità gelida, che ottiene risultati molto migliori, profitti eccellenti e anche una radiosa legittimazione giuridica. Lo spettacolo perde fascino – vuoi mettere la tortura in piazza? – ma l’aviditas, la ghignante sed non satiata cupidigia mira al simbolico danaro: e chi non acconsente.

Quattro anni poi la gioiosa notizia, di un mese fa ma è attuale lo stesso, piace piace. Si riunisce l’Osservatorio e si può solo osservare. Non si è tutti scienziati.
Basta leggere la descrizione delle apparecchiature impiegate e si capisce che sotto Cremona, nella zona interessata dalla bonifica, neanche il demonio accetterebbe tali condizioni ambientali per collocarvi uno spicchio d’inferno.
Inquinamento storico, colpa di nessuno! Con quale politico o industriale te la puoi prendere tanti anni dopo? Forse con chi ebbe responsabilità ma a Cremona non si usa.
L’Arpa appronterà un sistema che garantirà la massima trasparenza: il direttore formigoniano lo assicura, però parla al futuro.
L’assessore Bordi dice una paradossale e sconvolgente verità proclamandosi soddisfatto. Che si faccia la bonifica è quanto di meglio. Oggi.
Qui pensiamo all’evento, per quel che se ne può capire da profani, nella sua storia evolutiva. Ci saranno ancora emissioni ma nei limiti di legge, ovvero “inquinamento legale”.
I consulenti della Tamoil mostrano le slide, secondo procedura magica, come nel cda di una banca che discute una fusione con altro istituto. Linguaggio tecnico, professionale, fascinazione, critica vietata, impossibile, c’è un accordo ricordato all’inizio, praefatio ad missam.
L’elenco dei siti da bonificare in Lombardia è sterminato ed elenca vicende ultradecennali. Pagherebbe lo Stato, sparito il privato responsabile.
La Tamoil dunque fa da sé, la parte terza non c’è: chi osserva nell’Osservatorio è anche parte del gioco. Una volta si chiamava training autogeno.
Ha chiuso la raffineria, bonifica, se ne va, spende ma razionalizza la presenza sul territorio del Nord Italia, mantenendo in provincia grazie alla forte rete di distributori di carburante la possibilità di profitti consistenti. Con chi ha trattato Tamoil? Con le altre compagnie petrolifere: sono loro a essere interessate di più da operazioni di importanza simile alla chiusura di una raffineria. In provincia chiudono diversi distributori. Il mercato, anzi l’accordo fra le vecchie “sette sorelle” ridistribuisce le quote. È cresciuto molto il consumo di gpl e Cremona, nel centro della valle padana, è ben presente con l’Abibes.
Il Comune non tratta più di tanto: accetta il male minore o bene peggiore, che fanno parte del male. Una scelta che rafforza le compagnie petrolifere, non i diritti dei cittadini. L’Arpa suona dolci melodie soporifere.

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