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Osservazioni su PUM e Piano Regolatore del comune di Udine

Creato il 31 agosto 2011 da Gaia

Queste sono le conclusioni a cui sono arrivata dopo aver esaminato il materiale. Sto cercando di condividerle nella speranza che qualcun altro lo abbia letto e possa integrarle/correggerle.

Nonostante le enormi difficoltà di lettura del Piano Regolatore (PRG) e della bozza del Piano Urbano della Mobilità (PUM), è possibile arrivare partendo da questi due testi alla seguente conclusione: l’amministrazione del comune di Udine, pur identificando correttamente le direzioni in cui è necessario muoversi per il bene della città (recupero del costruito esistente, incentivazione all’utilizzo della bicicletta e dei mezzi pubblici a discapito dell’automobile, cura del verde urbano…) non ha il coraggio di perseguire i propri obbiettivi dichiarati coerentemente e fino in fondo.

Partiamo dal Piano Regolatore: promette, in termini molto vaghi, una città verde, sociale, e bella, quindi la fine dello scempio degli ultimi decenni, ma acconsente di fatto a un’ulteriore e non necessaria colata di cemento, regolamentandone oltretutto l’aspetto estetico solo in casi geograficamente e numericamente limitati. I dati per giustificare quello che si dà per scontato come “fabbisogno” della città sono contenuti nella Relazione sul dimensionamento, e sembrano essere stati forzati per ottenere un risultato sorprendente: autorizzare la costruzione di 49.659 stanze aggiuntive* fino a una capacità insediativa massima di 116.500 abitanti, ben oltre le previsioni di crescita della popolazione (101.666 abitanti al 2025) contenute nello stesso documento!!

Il modo in cui si arriva a questo numero di nuove stanze lascia perplessi.

- Si accetta una percentuale di sfitto altissima: ben l’8,82% nel comune di Udine (al 2001, ma con le nuove costruzioni degli ultimi dieci anni, la si potrebbe supporre addirittura maggiore). Non è chiaro dal testo se questa somma includa i “volumi edilizi da ristrutturare”, nel qual caso la percentuale di case inutilizzate sarebbe ancora più alta. È impensabile che il comune di Udine non decida di agire per abbassare la percentuale di case sfitte (con incentivi e disincentivi, interventi di mediazione tra proprietari e potenziali affittuari…), e consenta invece nuove costruzioni, nonostante queste poi rimangano invendute, come sanno tutti gli addetti al settore. Intanto le fasce più deboli non riescono comunque a permettersi i prezzi di mercato: chi beneficia allora di tutto questo edificare?

- Nella Relazione sul dimensionamento, inspiegabilmente, vengono esclusi dal conteggio degli alloggi disponibili quelli a una e due stanze, nonostante il fatto che la loro costruzione sia stata autorizzata in passato, venga autorizzata anche nel nuovo Piano Regolatore, e nonostante l’ovvietà che alcuni di questi alloggi possono benissimo soddisfare le esigenze di adulti e coppie con basso reddito per cui una casa piccola ma economica e facile da mantenere potrebbe andare benissimo. Anche qui, sembra si stiano forzando i numeri allo scopo di creare un fabbisogno che non c’è.

In conclusione, il comune di Udine potrebbe decidere di aderire al movimento nazionale ‘Stop al consumo di territorio‘, e concentrarsi sul recupero dell’esistente, su azioni per mettere a disposizione dei cittadini e in particolare delle categorie deboli l’immenso patrimonio di case sfitte, e sull’abbellimento della città: invece autorizza decine di migliaia di nuovi alloggi, con annessi parcheggi, previsti in abbondanza.

Si può partire dai parcheggi anche per quanto riguarda le critiche alla bozza del PUM: incoraggiare la mobilità sostenibile, cioè bicicletta, piedi, trasporti pubblici, e car sharing quando l’auto serve proprio, significa per forza anche scoraggiare l’uso dell’automobile. Vanno bene quindi le ipotesi di chiusure al traffico di vario tipo di alcune aree, e di nuove piste ciclabili, ma bisognerebbe pensare anche a ridimensionare la disponibilità di posti per le macchine così da disincentivare l’uso e anche il possesso (in una città come Udine sarebbe possibile) dell’auto privata.

Prendendo ad esempio il volume 2 del PUM: è vero che in una giornata campione sono state contate in città ben 733 automobili in divieto di sosta (che i vigili udinesi siano molto ‘ciechi’ di fronte a questi abusi è una triste realtà sotto gli occhi di tutti), ma sono state riscontrate violazioni anche in zone e momenti della giornata in cui sarebbero stati disponibili parcheggi liberi. Il problema quindi non è l’offerta ma la pigrizia. Si evince dal PUM che non c’è carenza di parcheggi in città, che anzi “Udine è ampiamente sopra la media nazionale dei capoluoghi di provincia in quanto a numero di stalli a rotazione ogni 1000 veicoli”. L’offerta di parcheggi sarebbe quindi sufficiente, e la domanda potrebbe decrescere significativamente attuando corrette politiche sulla mobilità, eppure sia nel PUM che nel PRG si trovano previsioni di nuovi parcheggi, di vario tipo, e non proposte per la loro riduzione – il che disincentiverebbe l’uso dell’auto e migliorerebbe la qualità della città.**

(Ad esempio il volume 2 si conclude proponendo cinque parcheggi di scambio -a Campoformido, Pasian di Prato, San Gottardo, Paparotti, e Feletto- per un totale di 2150 posti auto, aggiuntivi agli 8700 nei parcheggi di scambio esistenti, al costo di 8000 euro l’uno!)

Il PUM fa proposte di lungo termine per il potenziamento del trasporto pubblico locale (TPL): sono corrette ma insufficienti. Suggerire intervalli di 20, 30, addirittura 40 minuti tra un passaggio di autobus e quello successivo significa condannare il servizio al fallimento. Il trasporto pubblico dev’essere, oltre che veloce, necessariamente frequente per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Inoltre, il piano non parla della necessità di potenziare ed estendere il servizio nelle ore serali e notturne, o in occasione di eventi. Il servizio a chiamata, oltre ad avere costi di investimenti iniziali che potrebbero essere alti, appare anch’esso limitato e insufficiente. L’idea di non supporre una domanda regolare e costante per aree quali Martignacco, Povoletto, e Pradamano lascia perplessi, tanto più che in alcuni degli scenari ipotizzati dal PUM nessuna zona sarebbe effettivamente “definibile come area a domanda debole”.

Riguardo infine alla proposta di un ascensore che porti al Castello di Udine, si può dire solo che sarebbe costoso, deturpante e inutile.

[* di cui solo 14.423 parrebbero essere già in costruzione, e il cui rapporto con le stanze già esistenti nel 2001 e nel 2007 non risulta del tutto chiaro nemmeno passando mezz'ora chini sull'impossibile tabella 24]

[** Se l'idea di una riduzione dei parcheggi sembra esagerata, basta pensare che in Austria, Olanda, Svezia ci sono interi quartieri senz'auto...]


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