Della poesia ho il panico
e mi intossico di sigarette
ho fior di neonati
ne vedo i contorni sfumati
nel cesto dei vestiti sporchi
polvere di giorni,
di stracci persi
a combattere senza combattere;
libri sui quali nascondere
ossicini
altro che seppie:
qui il linguaggio passa attraverso
denti da sciacalli
sottili radiazioni d’avorio
che colpiscono contrabbandieri morti.