Lucien Freud, Bella
Le cose più stupide e inutili le ho vissute all'aeroporto di Bruxelles.
Triplice controllo documenti, stickers attaccati sui passaporti, file ripetute, entra dal gate, esci dal gate, boarding pass strappata in due e poi riattaccata con il nastro adesivo.
E poi: distributore di oggettistica Samsonite. Costosissima, è ovvio. Ma da distributore automatico, come fossero lattine di coca cola.
E ancora: una bottiglietta di acqua che costa 4 euro.
Un popolo da classe turistica tenuto prigioniero ad un gate senza toilette e senza sedie.
Un imbarco senza priority, di nessun genere, nemmeno per i bambini e i disabili.
Ti dimentichi anche che hai pagato un biglietto, per fare questo assurdo gioco dell'oca.
Un giro ancora e sei talmente stordito che ti comporti come se fossi colpito dalla Sindrome di Stoccolma.
Stai buono buono e subisci.
Sei un ostaggio della compagnia aerea, di un aeroporto che sembra un labirinto o il castello dei fantasmi di un Luna Park.
E non hai nemmeno un soffio di wi-fi gratuito.
Ma nemmeno a pagamento a dire il vero.
Non c'è e basta.
Non sia mai che ai servi della gleba venga in mente di ribellarsi, di interagire col resto del mondo, di gridare aiuto.
Niente.
Sei un ostaggio. Compri un biglietto e automaticamente diventi un ostaggio.
Ostaggio dei limiti di bagaglio, ostaggio dei ritardi e dei disguidi, ostaggio delle lingue incomprensibili e di quelle fraintese.
Come se non bastasse il jet lag!